Il Giappone, Paese del Sol Levante, ha sempre affascinato l’Occidente con la sua cultura e le sue tradizioni, così diverse da quelle a cui siamo abituati. Sulla tavola degli italiani ormai è consuetudine trovare pietanze provenienti da diverse culture ed etnie, uno di questi è il famosissimo sushi.
Analizziamo quindi la cultura ludica di questo paese attraverso i suoi giochi tradizionali e moderni. Inoltre scopriremo chi ha inventato il sushi secondo la tradizione e gli usi e costumi di antiche popolazioni che preparavano questo piatto a base di pesce crudo e riso.
L'Origine delle Bacchette
Riso, noodles, sushi e... bacchette. L'usanza di mangiare le specialità della cucina asiatica con le bacchette viene fatta risalire alla Cina della Dinastia Shang (1600-1100 a.C.), quando i popoli della valle del Fiume Giallo dovettero affrontare un boom demografico che portò alla necessità di risparmiare risorse e cibo.
In questo contesto, le bacchette in bambù, già utilizzate nei secoli precedenti da alcune comunità, presero il sopravvento su qualsiasi altro utensile, soprattutto perché più economiche da produrre, nonché relativamente facili da usare. Attualmente, vengono preferite alle posate in quasi tutto il Sud-est asiatico, in particolare, oltre che in Cina, in Giappone, a Taiwan, in Thailandia, nel Vietnam, a Singapore e nelle Coree.
La Storia e l'Evoluzione del Sushi
In molti pensano che la storia del sushi abbia avuto origine in Giappone, ma in verità non è così. Dove è nato il sushi? Questo antico metodo di conservazione del sushi viene poi esportato nel 9° secolo d.C. dalla Cina e dalla Corea fino in Giappone, dove i buddhisti pensarono: perché conservare solo il pesce e privarsi del riso?
La prima svolta importante la segnò Hanaya Yohei nel 19° secolo: è infatti considerato l’inventore del nigiri e padre del sushi! Nel 1923, dopo il Grande terremoto del Kanto che distrusse Tokyo, la capitale fu la meta di milioni di persone, che intervennero da tutto il Giappone per aiutare e ricostruire la città, fu così che il sushi iniziò a prendere piede in tutto lo Stato.
Nel 1958, Yoshiaki Shiraishi rivoluzionò il modo di mangiare sushi introducendo il Kaiten-sushi, cioè il nastro trasportatore di sushi che ancora oggi troviamo in tantissimi ristoranti giapponesi.
È sempre bello mangiare in compagnia, gustare poi il nostro ottimo sushi lo è ancor di più. Il sushi, non importa di quale tipo, va mangiato in un solo boccone. Chi prepara il sushi lo crea di quella dimensione proprio per poterlo mettere in bocca in un sol boccone.
- Usa la soia nel modo giusto.
- La prima cosa da ricordare è che se il sushi viene immerso per troppo tempo nella salsa di soia, potrebbe caderti mentre lo prendi.
- Infatti, ricorda sempre di non bagnare il riso nella salsa di soia.
- Non mischiare il wasabi con la salsa di soia.
- Strofinare le bacchette tra loro è considerato un gesto poco educato… in pratica stai dicendo allo chef che il materiale è di bassa qualità.
- Se noti delle schegge, le bacchette sono di legno, o sono sporche non aver timore nell’avvisarci.
- Infilzare le bacchette nel riso è di cattivo gusto.
- Lo zenzero, molto richiesto nel nostro ristorante, non serve per insaporire i piatti come alcuni fanno.
- Lo zenzero serve a “pulire la bocca” da un tipo di sushi all’altro, per preparare il palato al prossimo gusto.
Giochi Tradizionali Giapponesi
Quando pensiamo ai giochi giapponesi non possono non venirci in mente il grande numero di videogiochi che il Giappone produce ogni anno. Eppure i giapponesi non hanno iniziato a giocare solo con Super Mario e Sonic. Il “gioco”, in Giappone come in altri paesi, è un concetto antico che da sempre sta alla base delle prime forme di relazioni ed interazioni sociali.
Il Giappone può vantare un gran numero di giochi tradizionali così come una grande offerta di videogiochi di altissima qualità. Sono i primi tuttavia che ci raccontano maggiormente qualcosa sulla storia e sugli usi e costumi tipici della terra del Sol Levante e sarà proprio su di questi che concentreremo la nostra attenzione. Alcuni di questi giochi orientali hanno caratteristiche e origini cinesi mentre altri nascono originariamente in Giappone e non si trovano in altri paesi asiatici.
Andiamo quindi a scoprire alcuni fra i principali giochi giapponesi, che abbiamo pensato di raccogliere per comodità in quattro sezioni tematiche.
Giochi Giapponesi all’Aria Aperta
Hanetsuki
Fra i più antichi giochi giapponesi per ragazze va senza dubbio menzionato Hanetsuki (anche chiamato “badminton giapponese”), gioco risalente al XIV secolo e tipico del periodo di Capodanno. A differenza del badminton non si gioca con una rete, tuttavia si usa la stessa pallina: il volano.
Il volano viene colpito con apposite palette di legno e l’obiettivo del gioco è di non farlo cadere per il maggior lasso di tempo possibile. Più tempo il volano rimane in volo e più grande sarà la fortuna dei partecipanti per il nuovo anno, mentre allo sventurato giocatore che lo lascerà cadere verranno dipinti i piedi con dell’inchiostro nero.
La componente tradizionale che risiede in questo gioco è tanto forte che le palette di legno, chiamate hagoita, sono negli anni diventate veri e propri ornamenti per il periodo di fine anno. In questi giorni troveremo apposite bancarelle nei pressi dei principali templi giapponesi che venderanno hagoita decorate in ogni modo: da disegni in antico stile Edo a coloratissime stampe di Hello Kitty.
Oni Gokko
Oni Gokko viene giocato ogni giorno da gruppi di bambini giapponesi ovunque vi sia un parco o uno spazio aperto. Le regole sono molto semplici: uno dei bambini diventa l’Oni (il “demone”) e dopo aver contato fino a 10 dovrà cercare e scovare gli altri bambini.
Chi viene catturato diventa a sua volta l’Oni e darà così inizio ad un nuovo turno del gioco. Una sorta di nascondino con un “tocco diabolico” in stile giapponese!
Daruma
Fra i giochi tradizionali giapponesi non si può inoltre dimenticare “Daruma“, gioco molto simile al nostro “Un, due, tre stella!”. In Daruma una fila di bambini dovrà allinearsi a qualche metro da un muro, tentando di raggiungerlo.
Il Daruma, ovvero un bambino rivolto verso il muro, si volterà di scatto e se vedrà qualcuno muoversi lo catturerà. Il gioco finisce quando il Daruma cattura tutti i partecipanti, o al contrario quando tutti i bambini riescono a raggiungere il muro.
Kendama
Uno gioco tradizionale in legno, all’apparenza semplice, che nasconde una certa profondità d’utilizzo. Nasce probabilmente in Europa e arriva in Giappone lungo la via della seta dove nel tempo si modifica fino ad assumere l’aspetto odierno.
Nella sua forma più tradizionale il kendama è composto da una palla di legno collegato tramite un cordino a una tazza dotata di impugnatura. Si tratta di un gioco di abilità dove è necessario con un colpo di mano posizionare la palla in una tazza o infilzarla con la punta del bastone. Al giorno d’oggi il gioco del kendama è venduto in tanti mercatini tradizionali, soprattutto di dolciumi.
Come fare il trucco Kendama dell'aeroplano
Giochi Giapponesi Tipici dei Matsuri: i Festival Cittadini
Kingyo Sukui
Gli appassionati di manga ed anime avranno sicuramente visto qualche scena dove i protagonisti si cimentavano in questa tradizionale prova tipica dei matsuri giapponesi. Nel Kingyo Sukui, “la pesca del pesce rosso“, si cerca di catturare uno o più pesci rossi all’interno di una vasca con una particolare paletta di carta che si scioglie molto rapidamente a contatto con l’acqua.
Inutile dire che se si riesce a prendere un pesciolino è possibile portarselo a casa!
Wanage
Anch’esso tipico dei festival cittadini, il Wanage è un lontano parente del “lancio dell’anello” sempre presente nei luna park di una volta. Tutto ciò che si deve fare è lanciare un anello (si hanno dalle tre alle cinque possibilità) e centrare il premio desiderato.
Più facile a dirsi che a farsi, ma non temete, non tornerete a mani vuote. In Giappone se non riuscirete ad ottenere alcun premio vi sarà infatti donato l’anello stesso!
Giochi Giapponesi da Tavola
Shogi
Passando adesso a giochi più complessi, Shogi è senza dubbio il più famoso gioco da tavolo giapponese. Ad un primo approccio può ricordare gli scacchi in quanto l’obiettivo è di immobilizzare il re avversario, tuttavia nello Shogi la scacchiera è 9×9 ed i pezzi nemici conquistati possono essere rimessi in gioco sotto il proprio controllo.
I giocatori più esperti dovranno quindi anticipare le mosse dell’avversario con vari turni in anticipo ed ideare strategie che portino al completo controllo della partita. Si tratta quindi di un gioco molto creativo e meno “matematico” di quello che potrebbe sembrare.
Lo Shogi è anno dopo anno sempre più amato anche dai bambini giapponesi ed è utilizzato all’interno del sistema educativo per insegnare la creatività, la concentrazione ed il rispetto del prossimo. Sono pertanto in molti a ritenere lo Shogi il “gioco giapponese” per eccellenza.
Go
“Go” è un gioco da tavola semplice ed allo stesso tempo molto complicato, famoso in Giappone, Cina e Corea ed amatissimo da persone di ogni età e sesso. Si gioca su una griglia simile ad una scacchiera 19×19 con piccoli sassolini ritondi bianchi e neri.
A differenza dei giochi da tavolo occidentali come dama o scacchi, questi sassolini andranno tuttavia a posizionarsi sulle intersezioni fra le righe della scacchiera e non all’interno dei riquadri. L’obiettivo è riuscire a circondare tutti i sassolini dell’avversario con i propri ed a conquistare un maggior spazio possibile sul piano del gioco.
Per quanto semplice a dirsi, le partite di Go risultano spesso in lunghe ed intricate battaglie strategiche per la conquista di determinate posizioni sulla scacchiera. Questo cervellotico passatempo ha raggiunto negli ultimi decenni un enorme successo, da cui sono scaturite importanti pubblicazioni di libri di tattica di gioco ed addirittura intere serie manga ed anime ispirate al Go.
Le Sale Giochi Giapponesi
Non esiste una città in Giappone che sia troppo piccola (piccoli paesi di campagna esclusi) per non avere al suo interno almeno una sala giochi. Anche se non viaggiate con bambini vi consiglio di entrare in una di queste strutture per verificare di persona la serietà e l’impegno che i giapponesi, adulti e bambini (ma soprattutto adulti), mettono nel gioco.
Wani Wani Panic
In un paese dove si lavora duro e molto seriamente, cosa può esserci di meglio che scaricare un pò di tensione in sala giochi? Wani Wani Panic è un videogioco simile al nostro “Acchiappa la Talpa”, in cui si colpiscono rapidamente i simpatici animaletti mano mano che escono dai loro buchi. La differenza è che invece delle talpe qui si hanno dei coccodrilli da colpire proprio sul naso!
Taiko no Tatsujin
Tanto raro in Occidente quanto comune nelle sale arcade giapponesi, il videogioco Taiko no Tatsujin ci trasforma nei batteristi scatenati che abbiamo sempre desiderato diventare. Il gioco consiste in due grandi tamburi da percuotere con le apposite bacchette, seguendo il ritmo ed i comandi che ci appaiono sullo schermo.
Le note rosse indicano un colpo al centro dei tamburi, le note blu un colpo alle estremità ed infine le note gialle richiedono una serie di rapidissimi colpi. Una sorta di “Guitar Hero” ma con bacchette e tamburi.
Dance Dance Revolution
Rimaniamo in tema musicale con Dance Dance Revolution, il gioco arcade in cui si balla a ritmo di musica pop seguendo accuratamente i comandi sullo schermo. Che si danzi come dei veri performers o che si zompetti come dei principianti, il divertimento con questo gioco è assicurato.
Per chi pensa inoltre che un videogioco da sala giochi non possa essere definito “tradizionale”, Dance Dance Revolution è qui proprio per sfatare questo mito. Sono infatti ormai 20 anni che questo appassionante gioco domina gli arcade giapponesi (e non solo) con le sue energetiche canzoni e la sua spettacolare atmosfera da club underground.
Storia della Cucina Giapponese
Nel 2013 l’UNESCO ha inserito il «Washoku, la tradizione culinaria giapponese» nell’elenco dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. È stato così ufficialmente riconosciuto a livello internazionale il valore della cucina regionale giapponese tradizionale.
La cucina giapponese ha avuto successo in tutto il mondo perché è buona e salutare, assieme agli Anime e all’elettronica, rappresenta all’estero uno degli aspetti del cosiddetto Cool Japan. Vediamo le tappe fondamentali della sua storia.
Le Epoche della Cucina Giapponese
La preistoria del Giappone dura fino ai primi secoli del primo millennio. Gli scavi nei siti archeologici di epoca Jōmon (14.000 - 300 a.C.) hanno portato alla luce ingenti quantità di conchiglie marine che dovevano quindi costituire parte importante della dieta di un cultura di cacciatori-raccoglitori con poche primitive forme di agricoltura e allevamento.
La diffusione del vasellame in terracotta permise l’utilizzo di cotture come la bollitura e più complesse forme di conservazione dei cibi con salamoia e fermentazione.
In epoca Yayoi (400 a.C. - 300 a.C.) la dieta si arricchisce di riso, cereali e soia, le cui sementi e tecniche di coltivazione arrivano dal continente e si diffondono rapidamente in Giappone.
Shinsen Ryōri
La più antica forma di cucina giapponese strutturata è lo Shinsen Ryori, legata ai riti religiosi shintoisti. Secondo lo shinto, il politeismo autoctono giapponese, il tempio non è il luogo dove le divinità risiedono, ma dove è più facile che si manifestino.
L’offerta di cibo e bevande agli dei è il modo per richiamarli così che gli offerenti possano manifestargli le proprie richieste o ringraziamenti. Su speciali alzate in legno vengono appoggiati pesce, frutti di mare, verdure, frutta, riso, sake, sale, pollame, ecc. Ogni tempio ha le sue offerte specifiche, legate alla località, alla stagione, alle peculiarità della divinità che si vuole richiamare, secondo un complessa ritualità.
Alla fine del rito religioso i partecipanti mangiavano tutti assieme. Il mangiare insieme era di fatto l’atto più importante perché simbolicamente rappresentava la comunione con gli dei che si erano attirati con il cibo.
Daikyo Ryōri
Nell’epoca Heian (VIII - XII secolo) fa la sua comparsa l’arte culinaria dei banchetti aristocratici: Daikyo Ryori. Influenzata dalla cultura cinese, su una grande tavola venivano disposti numerosi piatti da portata. I partecipanti mangiavno con bacchette, che furono introdotte proprio in questo periodo, e cucchiai.
Le pietanze non erano condite. Ogni ospite le insaporiva secondo il suo gusto coi condimenti che trovava su quattro piattini: sale, aceto, sake e hishio (una sorta di miso primitivo). Per i pasti di tutti i giorni invece, ciascuno aveva un suo tavolino.
Shojin Ryōri
A partire dall’VIII secolo si diffonde sempre più in Giappone il Buddhismo Zen. Furono i monaci buddhisti, al loro rientro dalla Cina dove avevano studiato lo zen, a introdurre questo tipo di alimentazione in Giappone. Ad esempio Il monaco Eisai (1141-1215), che diede origine alla cerimonia del tè nei templi zen. Il monaco Dogen (1200-1253), che attribuì notevole importanza al pasto inserendolo tra le pratiche ascetiche.
Tra i vari precetti molti riguardano il regime alimentare che dà vita alla cucina Shojin Ryōri. Si tratta di una cucina vegetariana o vegana, che esclude prodotti di origine animale, quindi uova, latticini, ma anche sapori aggressivi come aglio e cipolla.
Ingredienti base della cucina Shojin sono le erbe selvatiche, i legumi e loro derivati tra cui il tofu. I condimenti sono leggeri e delicati.
Honzen Ryōri
Nel XV secolo fanno la loro comparsa quasi tutte le arti tradizionali giapponesi come la cerimonia del tè, l’Ikebana, il teatro Nō e il Kyogen (forma di teatro comico). A tavola si assiste alla nascita dello Honzen Ryori, tutta quelle preparazioni alimentari da consumare durante i banchetti di accoglienza dello Shogun, il leader militare.
Le pietanze erano condite come nella cucina zen. Vengono stabiliti in questo periodo i numeri dispari delle portate: 7, 5, 3, ancor oggi importanti per la composizione a tavola.
Cerimonia del Tè e Cucina Kaiseki
Tra il XV e il XVI secolo appaiono le preparazioni legate alla cerimonia del tè, con le quali la cucina giapponese raggiunge il suo apice: il Kaiseki Ryōri. Vengono rimossi gli elementi esclusivamente decorativi e i piatti freddi, e si serve una successione di portate calde in piccole porzioni elaborate.
Secondo il celebre maestro della cerimonia del tè Sen-no Rikyu (1522-1591), l’ideale del Kaiseki Ryōri è un menu frugale composto da riso, zuppa, konomono (sorta di verdura in salamoia) e uno o due piatti con verdure e pesce, servito agli ospiti dallo stesso padrone di casa.
Nel Kaiseki Ryōri è importante riflettere negli ingredienti e nella presentazione, il trascorrere delle stagioni, armonizzando le pietanze, preparate con raffinatezza ed eleganza, ai recipienti che le contengono.
Primi Influssi Occidentali
Nel 1540 in Giappone sbarcarono i missionari gesuiti di Francesco Xavier. Oltre al cristianesimo, portarono in Giappone molti usi e costumi occidentali, anche nell’alimentazione. Arrivò il vino, che di lì a breve si iniziò a produrre anche localmente, il pane, il pan di spagna.
Molti di questi prodotti sono così assimilati nella cultura alimentare giapponese e adattati agli ingredienti, al gusto e all’estetica locale da poter essere tranquillamente considerati tradizionali. A volte però conservano nel nome l’origine straniera.
L’Epoca Edo
La cucina giapponese vide il suo perfezionamento in epoca Edo (XVII - XIX secolo). All’apice di questo periodo si trovano diversi stili: l’Honzen Ryori, il Kaiseki Ryori servito nei ristoranti, il Fucha Ryori, il Shippoku Ryori e il Kaiseki Ryori legato alla cerimonia del tè.
All’inizio di quest’epoca i condimenti principali erano ancora il sale, l’aceto e il miso. Lo zucchero era di importazione e molto costoso. Il mirin non era ancora in uso. La salsa si soia arrivava a Edo (Tokyo) da Osaka.
A partire dal ‘700 si incomincia a produrre la salsa di soia anche a Edo. Una volta introdotto il mirin, il sapore della salsa di soia abbinata al mirin divenne il gusto tipico di Edo.
L’influsso occidentale in epoca Meiji
Nel 1854 navi da guerra americane forzano l’apertura dei commerci. Il Giappone esce dall’isolamento internazionale in cui si era chiuso durante il periodo Edo ed è costretto a firmare trattati ineguali con le potenze occidentali che possono esportarvi i propri prodotti senza tariffe doganali.
L’influenza dell’Occidente ha un grande impatto nella successiva epoca Meiji (1868-1912). Si diffonde la carne, il cui consumo era stato del tutto marginale nella dieta delle epoche precedenti.
Il Dopoguerra
L’anno 1979 segna un significativo calo nel numero delle casalinghe giapponesi. In questo periodo si diffondono sempre più elettrodomestici nelle case: il bollitore per il riso, la lavatrice, il frigorifero ecc. Fanno la loro comparsa i fast food, gli alimenti preconfezionati e surgelati.
Il boom economico, la diffusione dei mass media, le trasformazioni della grande distribuzione e dei ristoranti hanno un grande impatto anche sulla cultura alimentare nipponica. I Giapponesi trovano e apprezzano ormai i piatti più disparati.
Il Mantenimento e l’Eredità della Cucina Giapponese
Riflettendo sulla storia della cucina giapponese, si può notare come la diversità nella cucina casalinga si sia realizzata in tempi abbastanza recenti. Il Giappone, un paese completamente circondato del mare, con l’alternarsi di stagioni ben distinte, ha un abbondanza di risorse diverse, dal mare e dalla terra, che hanno dato vita a preparazioni regionali e a una ricca cultura culinaria.
Oggi, come in tutti i paesi sviluppati, anche i consumatori giapponesi vogliono mangiare il loro cibo preferito dovunque si trovino nel paese, in qualsiasi momento e indipendentemente dalla stagione.
Chi abbia viaggiato in Giappone ha certamente notato la grande diffusione di tutte le catene di fast food occidentali, gli immensi reparti di cibo pronto in supermercati e convenience store aperti 24h al giorno.
Kyoto Sushi
Kyoto Sushi è un set in perfetto stile giapponese, completamente riciclabile, composto da: Coppia Chopstick, Cucchiaio e Poggia posate. Kyoto Sushi è una collezione di posate forgiate (ad eccezione delle bacchette che sono cave all’interno) in acciaio inossidabile 18/10 (AISI 304) con finitura lucida.
Caratteristica principale di Kyoto Sushi è la semplicità del disegno iconico quasi infantile. Il progetto si è sviluppato sull‘idea di purezza, sull’equilibrio tra la leggerezza della manicatura e la rotondità delle coppe dei cucchiai.