Il rabarbaro è un ortaggio utilizzato principalmente per preparare torte dolci o salate, ma anche per realizzare marmellate dal gusto molto particolare. Il rabarbaro (genere Rheum) è una pianta appartenente alla famiglia delle Poligoniaceae. Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne proveniente dalla Cina che possiamo coltivare anche nell’orto. Più che un frutto (come spesso viene indicato), in realtà, è una verdura.
Il rabarbaro è una pianta perenne a carattere erbaceo di cui si consumano i piccioli fogliari carnosi corrispondenti al picciolo, impiegati soprattutto nella preparazione di torte salate, dolci, marmellate, caramelle, tisane, liquori e amari. Le foglie possono essere utilizzate in sostituzione agli spinaci, ma in piccole dosi visto il contenuto di acido ossalico. Esistono circa 60 specie di rabarbaro, anche se la più pregiata è quella cinese, impiegata soprattutto in fitoterapia.
Simile al sedano, presenta un grosso gambo fibroso rosso o rosato a cui sono attaccate delle grandi foglie. Cresce spontaneo in Asia e in Europa, ma può benissimo essere anche coltivato. Dal momento che predilige i climi freschi, l’ideale sarebbe coltivarlo in montagna o collina. Si riconosce per il suo apparato rizomatoso che continua a crescere, stagione dopo stagione.
Il rabarbaro (Rheum spp.) appartiene alla famiglia delle Polygonaceae, la stessa del grano saraceno e dell'acetosa. La sua storia affonda le radici nell'antica Cina, dove veniva utilizzato principalmente per le sue virtù medicinali. Solo in tempi relativamente recenti, il rabarbaro ha guadagnato popolarità come ingrediente culinario, soprattutto in Europa e Nord America.
Il rabarbaro viene coltivato in Asia fin dai tempi antichi ma è solo nel 1700 che si diffonde il suo uso in Europa, soprattutto medicinale: infatti contiene sali minerali, come ferro, calcio, fosforo, magnesio, manganese, potassio e selenio, e vitamine, come la vitamina A, C e quelle del gruppo B.
Le specie di rabarbaro più diffuse sono di origine orientale, in particolare provenienti dal Tibet e dalla Cina, ma la sua coltivazione e crescita naturale sono ormai diffuse in gran parte d’Europa. Fin dai tempi antichi il rabarbaro veniva usato a scopi ornamentali, ma erano le popolazioni orientali, soprattutto i cinesi e i mongoli, a farne un uso medico.
Nella medicina popolare, il rabarbaro viene utilizzato internamente per contrastare i disturbi digestivi e la perdita di appetito. Il rabarbaro è utilizzato anche in campo omeopatico con indicazioni per il trattamento di diarrea, coliche e disturbi legati alla dentizione nei bambini. Le applicazioni del rabarbaro nell'ambito delle suddette medicine alternative non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate.
Il rabarbaro fornisce 22 calorie ogni 100 g. Contiene perlopiù acqua e una parte di carboidrati.
Le specie più comuni sono:
- Rheum palmatum, la più pregiata è quella cinese, è coltivata prevalentemente per scopi ornamentali.
- Rheum officinale.
- Rheum Rhabarbarum è destinato all’alimentazione, ed è la varietà più usata in cucina, dove si impiega soprattutto per preparazioni dolci ed è tipica largamente del mondo anglosassone.
- Goliath, la varietà più grande che potrete trovare, con gambi di oltre 90cm.
- Palmatum, una specie asiatica conosciuta anche in Europa da cui si possono ricavare amari e caramelle.
Origini e Diffusione del Rabarbaro
Il rabarbaro ha una lunga storia di utilizzo, che risale a millenni fa. Originario dell'Asia, in particolare delle regioni del Tibet e della Cina, era inizialmente apprezzato per le sue proprietà medicinali. Veniva utilizzato nella medicina tradizionale cinese per trattare disturbi digestivi, febbre e altre condizioni. La sua coltivazione si è poi diffusa verso ovest, raggiungendo l'Europa nel Medioevo.
Inizialmente, in Europa, il rabarbaro era costoso e raro, considerato un bene di lusso. Solo a partire dal XVIII secolo, con l'aumento della sua coltivazione, divenne più accessibile e iniziò ad essere utilizzato in cucina, soprattutto per la preparazione di dolci e conserve.
La coltivazione del rabarbaro è diffusa in molte parti del mondo.
Processo di Produzione dello Sciroppo di Rabarbaro
La preparazione dello sciroppo di rabarbaro è un processo relativamente semplice, ma richiede attenzione per preservare al meglio le proprietà della pianta e ottenere un prodotto di qualità. Tradizionalmente, si utilizzano i fusti, che vengono tagliati a pezzi e cotti con acqua e zucchero. La proporzione tra rabarbaro, acqua e zucchero può variare a seconda della ricetta e del gusto personale. Alcune ricette prevedono l'aggiunta di succo di limone o altri aromi per esaltare il sapore.
La cottura permette di estrarre i succhi dal rabarbaro e di addensare il liquido, creando uno sciroppo denso e aromatico. Una volta pronto, lo sciroppo viene filtrato per eliminare eventuali residui solidi e imbottigliato. È importante sterilizzare i contenitori prima dell'imbottigliamento per garantire la conservazione del prodotto.
Componenti Attivi e Proprietà dello Sciroppo di Rabarbaro
Lo sciroppo di rabarbaro deve le sue potenziali proprietà benefiche alla composizione chimica della pianta da cui deriva. Il rabarbaro contiene diverse sostanze attive, tra cui:
- Antrachinoni: Questi composti, come la reina e l'emodina, sono noti per le loro proprietà lassative. Agiscono stimolando la motilità intestinale e favorendo l'evacuazione. Tuttavia, è importante sottolineare che l'assunzione eccessiva di antrachinoni può causare effetti indesiderati, come crampi addominali e diarrea.
- Tannini: I tannini sono sostanze astringenti che possono aiutare a ridurre l'infiammazione e proteggere le mucose. Possono anche avere un effetto antidiarroico, contrastando gli effetti lassativi degli antrachinoni.
- Acido ossalico: Il rabarbaro contiene acido ossalico, che può legarsi al calcio e interferire con il suo assorbimento. Per questo motivo, le persone con problemi renali o predisposizione alla formazione di calcoli renali dovrebbero consumare il rabarbaro con moderazione.
- Vitamine e minerali: Il rabarbaro contiene vitamine come la vitamina C e la vitamina K, oltre a minerali come il potassio e il manganese.
Il rabarbaro è ricco di vitamine, minerali e composti benefici.
Benefici Potenziali dello Sciroppo di Rabarbaro
Grazie alla sua composizione, lo sciroppo di rabarbaro può offrire diversi benefici potenziali:
- Sollievo dalla stitichezza occasionale: Gli antrachinoni presenti nel rabarbaro possono aiutare a stimolare la motilità intestinale e favorire l'evacuazione in caso di stitichezza occasionale. Tuttavia, è importante utilizzare lo sciroppo di rabarbaro con moderazione e solo quando necessario, poiché l'uso prolungato può portare a dipendenza e ad altri effetti indesiderati.
- Supporto alla digestione: I tannini presenti nel rabarbaro possono aiutare a ridurre l'infiammazione e proteggere le mucose del tratto digestivo, favorendo una digestione sana.
- Effetto antiossidante: Il rabarbaro contiene antiossidanti che possono aiutare a proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi.
- Apporto di vitamine e minerali: Lo sciroppo di rabarbaro può contribuire all'apporto di vitamine e minerali essenziali per il benessere dell'organismo.
Il rabarbaro è un potente regolatore delle funzioni digestive, depura il fegato ed è un leggero lassativo, cosa che ne sconsiglia un uso troppo frequente. Inoltre è noto per le proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antimicotiche.
Molto usata come alimento, è digestivo, epatoprotettivo, purgativo, depurativo, aperitivo e decongestionante.
Il rabarbaro è un rimedio naturale per regolarizzare l'intestino.
Come già accennato, il rabarbaro è un rimedio naturale per regolarizzare le funzionalità intestinali, in particolare nel trattamento contro la stitichezza.
Per questo motivo, bisogna sempre stare molto attenti alle dosi utilizzate, in quanto in eccesso potrebbe trasformarsi in un lassativo.
È considerato anche un depuratore del sangue, nonché un potente protettore della mucosa intestinale, grazie al suo effetto antisettico, antispasmodico, emolliente e tonico.
In questi casi, il consumo del rabarbaro può avvenire sotto forma di infuso da bere al mattino e alla sera.
Ma anche, di estratto con una dose che varia dai 0,3 grammi fino a 1 grammo, da bere la mattina e la sera.
Assumere l’estratto di rabarbaro aiuta la digestione e purifica l’organismo. Inoltre, è dotato di una particolare azione stomachica.
Oltre a essere un rimedio naturale per regolarizzare le funzionalità intestinali, il rabarbaro possiede ottime proprietà per combattere anche altri disturbi, sia interni che esterni al nostro organismo.
Per i bambini può essere una soluzione contro il dolore della dentizione e i suoi effetti collaterali, ma può anche combattere la perdita di appetito. Esternamente, invece, questa pianta può essere utilizzata per la cura di scottature e affezioni cutanee.
Il rizoma del rabarbaro viene utilizzato spesso in erboristeria come ingrediente principale per infusi e tisane che aiutano il fegato, favoriscono la digestione e la regolarità intestinale.
Il rabarbaro è una delle piante, insieme alla Cascara e alla Senna, in grado di influenzare i movimenti del colon e stimolare le contrazioni, garantendo una più rapida evacuazione.
Somministrato a piccole dosi, il rabarbaro agisce come amaro-digestivo. A dosi più alte, invece, il rabarbaro agisce come lassativo.
Per esser più precisi, se assunto a piccole dosi, il rabarbaro esercita un'azione digestiva, grazie all'azione stomachica di cui è dotato, quindi, grazie all'incremento della secrezione di succhi gastrici che è in grado di provocare.
Se, invece, viene assunto a dosi più alte, il rabarbaro agisce sull'intestino inibendo l'assorbimento di acqua ed elettroliti e aumentando, in questo modo, il volume del contenuto intestinale.
Se si vuole preparare un infuso o una tisana, occorre prendere 5 gr di radice essiccata e metterla in una tazza di acqua bollente insieme a 2 gr di bicarbonato. Attendete 5-6 minuti. Assunta prima dei pasti, questa bevanda agisce positivamente sulla salute e il benessere di fegato e intestino.
Sui capelli svolge azione purificante, sebo-regolatrice e antimicotica. Applicato sui capelli chiari, li rende ancora più biondi.
Come Utilizzare lo Sciroppo di Rabarbaro al Meglio
Lo sciroppo di rabarbaro può essere utilizzato in diversi modi, sia in ambito culinario che per sfruttarne le potenziali proprietà benefiche. Ecco alcuni suggerimenti:
- Come dolcificante naturale: Lo sciroppo di rabarbaro può essere utilizzato per dolcificare bevande, yogurt, gelati e altri dessert. Il suo sapore leggermente aspro e fruttato aggiunge un tocco originale e gustoso.
- Per la preparazione di cocktail e bevande rinfrescanti: Lo sciroppo di rabarbaro è un ingrediente ideale per la preparazione di cocktail e bevande rinfrescanti. Si sposa bene con gin, vodka, prosecco e altri alcolici. Può essere utilizzato anche per preparare limonate e altre bevande analcoliche.
- Come topping per pancake e waffle: Lo sciroppo di rabarbaro può essere utilizzato come topping per pancake, waffle e altri dolci da colazione.
- Come rimedio per la stitichezza occasionale: In caso di stitichezza occasionale, è possibile assumere un cucchiaio di sciroppo di rabarbaro diluito in acqua. È importante non superare la dose consigliata e consultare un medico se la stitichezza persiste.
Come ampiamente anticipato, il rabarbaro viene utilizzato principalmente per preparare dolci come confetture, crosate, budini, creme e crumble. Ma non solo.
Torta Al Rabarbaro #incucina con Csaba
Una gustosa ricetta è il cake al rabarbaro.
Una ricetta semplicissima per prendere confidenza con un po’ di tecnica e scoprire che il rabarbaro è buonissimo anche quando saltato in padella.
Questa ricetta è forse la prima da provare per avvicinarsi al rabarbaro. Si presta a completare piatti dolci o salati (con qualche accorgimento) ed è di semplice preparazione. Può essere utilizzata da sola oppure mescolata alla composte di mele per sperimentare ricette classiche in una veste totalmente nuova.
Confettura di rabarbaro.
Procedimento: Pulite le coste di rabarbaro, mondatele e asciugatele. Tagliatele poi a strisce verticali e a pezzetti fino a ottenere dei dadini. Riponetele in una terrina, ricoperte con tutto lo zucchero e lasciate riposare il contenitore coperto per 2 ore a temperatura ambiente. A questo punto trasferite il contenuto della terrina in una pentola dove lo cuocerete a fuoco vivace per 30 minuti circa.
Questa confettura può essere utilizzata sia per ricette dolci, come la crostata al rabarbaro, sia per accompagnare formaggi sapidi e stagionati.
Risotto al rabarbaro
Alla base di questa ricetta, un abbinamento vincente e interessante che punta tutto su un gioco di contrasti piacevole e innovativo.
Procedimento: mondare le coste di rabarbaro e tagliarle a dadini molto piccoli, come quelli dello scalogno che andrete a soffriggere. Fate quindi soffriggere in un velo d’olio extravergine d’oliva lo scalogno, aggiungete poi il rabarbaro e, quando saranno ben rosolati, il riso. Fatelo tostare brevemente, sfumate con il vino bianco e avviate la cottura aggiungendo a mestoli il brodo bollente via via che si consuma. Procederete così, mescolando, di tanto in tanto per una ventina di minuti e regolando di sale.
Pollo saltato con rabarbaro e spinacini novelli
Procedimento: tagliate il pollo a listarelle e fatelo saltare in padella con un filo d’olio extravergine d’oliva. Quando sarà cotto, ma ancora morbido, salata e pepate e aggiungete il rabarbaro tagliato a tocchetti trasversali e un cucchiaino di zucchero. Fate saltare il tutto per un paio di minuti e lasciar intiepidire. Intanto in una ciotola, condire gli spinaci novelli con un filo d’olio extravergine d’oliva, un cucchiaino di senape e un pizzico di sale.
Succo di rabarbaro e mela
Un’idea fresca e dissetante per gustare il rabarbaro, senza dimenticarsi che si tratta di un succo in cui la componente degli zuccheri aggiunti è piuttosto alta.
Procedimento: sfilettate il rabarbaro, tagliatelo a pezzetti piccoli, mettetelo in una casseruola, coprite con acqua, aggiungete lo zucchero, portate a bollore e fate cuocere per 15 minuti. Togliete dal fuoco, lasciate intiepidire, filtrate il composto e schiacciate il rabarbaro con una forchetta facendo uscire tutto il succo e lasciando nel colino solamente i residui fibrosi. Unite il succo ottenuto a quello di mela e lasciate raffreddare in frigorifero.
Tartellette integrali di fragole e rabarbaro
Le fragole e il rabarbaro sono un classico abbinamento di stagione, un connubio perfetto e dal carattere deciso.
Iniziate preparando la pasta brisèe: mettete in un mixer la farina, il burro, lo zucchero e il sale. Azionate il robot a intermittenza in modo da lavorare l’impasto senza scaldarlo. Quando comincia a formare delle briciole aggiungete l’acqua gelata e mixate ancora fino a ottenere un composto morbido e liscio ma sodo. Nel frattempo pulite i gambi di rabarbaro e le fragole e tagliate tutto a pezzetti regolari. Mettete la frutta in una ciotola, aggiungete lo zucchero, la fecola e mescolate. Spolverizzate tutta la superficie con poco zucchero grezzo e fate cuocere in forno a 190°C per 30 minuti.
Rabarbaro e mela cotta
Lavate e tagliate le fragole e il rabarbaro a pezzetti e metteteli in una ciotola insieme al succo di limone, allo sciroppo, all’olio e ai semi di vaniglia. Cuocete in forno a 180°C per 30-35 minuti e lasciate riposare almeno 15minuti prima di servire.
Composta di rabarbaro
Pelate i gambi di rabarbaro e la mela e tagliateli a tocchetti. Metteteli in una padella insieme alla buccia d’arancia grattugiata e al suo succo, allo zucchero e al rosmarino.
Mondate e tagliate a pezzetti della verdura, eliminando i filamenti. In una terrina battete le uova con lo zucchero e, quando sarà spumoso, aggiungete il burro fuso, la farina e il sale. Amalgamate bene per ottenere un composto omogeneo e aggiungete il lievito e per ultimo il rabarbaro. Non mescolate ma date solo una girata con il cucchiaio, così i pezzi non cadranno sul fondo in cottura.
“Le note fruttate reggono bene la cottura e mantengono la loro freschezza anche dopo l’aggiunta dello zucchero. Lo si accosta a ingredienti molto dolci, come lo sciroppo d’acero, miele e anice, per poi smorzarlo ulteriormente con un’altra ondata di dolcezza sotto forma di vaniglia, mandorle, panna o burro. Alcuni sfruttano le sue note agre che ricalcano uva spina e mela da cuocere per accostarlo a carni e pesci grassi” scrive Niki Segnit nel manuale La Grammatica dei Sapori e delle loro infinite combinazioni (Ed.
“Al contrario di altri ortaggi che una volta cotti perdono le loro proprietà nutritive, le coste di rabarbaro andrebbero cotte per almeno 20 minuti (meglio se lessate o al vapore) per aumentare la biodisponibilità dei loro nutrienti” consiglia la biologa nutrizionista Melissa Mombrini. L’acido ossalico presente in quantità importanti nell’alimento crudo, tende infatti a impedire l’assorbimento di sali minerali importanti come calcio, ferro e magnesio.
La stagione in cui è più facile trovare il rabarbaro fresco è quella che va da aprile a fine giugno. Proprio in questi mesi, è possibile incontrarne i fusti sui banchi dell’ortofrutta, pronti per essere scelti e portati a casa. Ma come fare a capire se sono freschi? Meglio puntare innanzitutto su fusti giovani, di piccole dimensioni e con foglie piccole (se presenti). Una volta portato a casa, per essere conservato al meglio, dovrebbe essere lavato, asciugato e avvolto in un panno umido prima di essere riposto in frigorifero nella zona dedicata agli ortaggi (la parte bassa). A questo punto si potranno attendere un paio di giorni prima di lavorarlo e consumarlo cotto. Se si desidera assaggiare crudo, meglio farlo quando è stato appena acquistato.
Precauzioni e Controindicazioni
Nonostante i suoi potenziali benefici, lo sciroppo di rabarbaro presenta alcune controindicazioni e precauzioni da tenere a mente:
- Gravidanza e allattamento: L'uso di rabarbaro è sconsigliato durante la gravidanza e l'allattamento, in quanto può stimolare le contrazioni uterine e passare nel latte materno.
- Problemi renali: Le persone con problemi renali o predisposizione alla formazione di calcoli renali dovrebbero consumare il rabarbaro con moderazione, a causa del suo contenuto di acido ossalico.
- Malattie infiammatorie intestinali: L'uso di rabarbaro è sconsigliato in caso di malattie infiammatorie intestinali, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn.
- Interazione con farmaci: Il rabarbaro può interagire con alcuni farmaci, come i diuretici e i farmaci per il cuore. È importante consultare un medico prima di utilizzare lo sciroppo di rabarbaro se si stanno assumendo farmaci.
- Uso prolungato: L'uso prolungato di rabarbaro come lassativo può portare a dipendenza e ad altri effetti indesiderati, come la perdita di elettroliti e l'indebolimento della muscolatura intestinale.
È sconsigliato nell’alimentazione in gravidanza e anche nel periodo dell’allattamento, oltre che ai bambini fino ai due anni. Non va bene neppure per chi è affetto da ulcere gastriche, calcolosi renale ed è soggetto ad emorroidi.
Non mancano gli effetti collaterali associati dalla letteratura scientifica a questa pianta.
L'utilizzo di rabarbaro per lunghi periodi, invece, può causare una perdita non indifferente di elettroliti (in particolare di ioni potassio).
L'utilizzo del rabarbaro cinese è controindicato in presenza di ostruzione intestinale, patologie infiammatorie dell'intestino, appendicite e dolore addominale avente causa sconosciuta.
Innanzitutto non mangiate le foglie perché contengono acido ossalico in gran quantità, e potrebbe favorire la formazione di calcoli renali e, se assunto in grandi quantità, può anche essere tossico.
Prima di assumere il rabarbaro, è sempre consigliabile consultare il proprio medico in quanto le dosi sono essenziali per i suoi effetti benefici. La controindicazione principale è legata all’uso eccessivo che può trasformarlo in un lassativo.
Viene anche sconsigliato alle donne durante la gravidanza e l’allattamento, ai bambini sotto i due anni di età e ai soggetti che soffrono di problemi gastro-intestinali, soprattutto coliti.
Il rabarbaro è un potente regolatore delle funzioni digestive, depura il fegato ed è un leggero lassativo, cosa che ne sconsiglia un uso troppo frequente. Inoltre è noto per le proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antimicotiche.
Assunta prima dei pasti, questa bevanda agisce positivamente sulla salute e il benessere di fegato e intestino.
Per gli stessi motivi non è consigliabile alle donne in dolce attesa e ai bimbini troppo piccoli.
Come per tutti gli alimenti ricchi in fibre, potrebbe causare problemi intestinali nei soggetti che soffrono di colon irritabile o persone affette da particolari malattie che colpiscono colon e intestino.
Di media, il prodotto fresco costa all’incirca 8 euro al kg, mentre i semini da piantare, più o meno, 5 euro.
Il rabarbaro fresco è disponibile da aprile a giugno.
Comprate gambi dal colore brillante perché più sono rossi, più sono dolci; i gambi devono essere, al tempo stesso, teneri e sodi al tatto e se spezzate un gambo deve uscire una goccia di succo.
“Al contrario di altri ortaggi che una volta cotti perdono le loro proprietà nutritive, le coste di rabarbaro andrebbero cotte per almeno 20 minuti (meglio se lessate o al vapore) per aumentare la biodisponibilità dei loro nutrienti” consiglia la biologa nutrizionista Melissa Mombrini. L’acido ossalico presente in quantità importanti nell’alimento crudo, tende infatti a impedire l’assorbimento di sali minerali importanti come calcio, ferro e magnesio.
Del rabarbaro si eliminano solo le foglie, che sono tossiche.
Per prima cosa, con un coltello, vanno eliminate le foglie.
Riguardo la durata del trattamento, è consigliabile non oltrepassare una o due settimane al massimo.
Il testo completo è consultabile cliccando qui.
Preparazioni a base di foglie o frutti di Cassia senna L.
Preparazioni a base di corteccia di Rhamnus frangula L. o Rhamnus purshiana DC.
Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate.
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