L’Associazione di volontariato culturale Carreum Potentia ODV si è data la missione di favorire la conoscenza, la valorizzazione, la promozione, nonché la salvaguardia del patrimonio storico-artistico della Città di Chieri e del Chierese e, inoltre, di mantenere vive le tradizioni popolari della città, perché elementi costitutivi della sua storia. In questa prospettiva, alcuni soci hanno avuto l’idea di riportare in vita il galucio (pronuncia: galüciu), un dolcetto che è stato totalmente dimenticato.
A Chieri, tra le colline a sud-est di Torino, c’è un dolce che fa rivivere una storia antica. Si chiama Galucio e per anni è stato il simbolo dell’infanzia dei chieresi: una pagnottella dolce, usata spesso come merenda dai più piccoli. Fino agli anni ’70 del ‘900 era molto apprezzato da tutti i bambini di Chieri quando la mamma, all’uscita da scuola, li portava in panetteria a comprarlo.
Il Galucio era quindi popolarissimo fino agli Anni Settanta in città, per poi cadere nel dimenticatoio durante il decennio successivo. Recentemente l’Associazione di volontariato culturale Carreum Potentia ODV si è occupata di fare ricerche storiche in merito e di ravvivare questa peculiare usanza dolciaria che, seppur con forme diverse, era comune a molte zone del Piemonte. Per questo, ad oggi, il Galucio è ritornato disponibile in numerosi bar, panifici e pasticcerie della città e dei centri limitrofi.
Cos'è il Galucio?
Il Galucio di Chieri non è altro che una pagnottella dolce che, durante il Novecento rappresentava la merenda per eccellenza per i più piccoli. Come molti prodotti della cosiddetta “cucina povera”, il Galucio nasce per recuperare gli avanzi. Come molti prodotti della tradizione, anche il Galucio era una ricetta pensata per eliminare gli sprechi. Si utilizzava, infatti, l’impasto di pane in eccesso, il quale veniva insaporito con burro e zucchero prima di essere cotto (in forno a legna prima e in forno elettrico poi).
Si tratta di una pagnottella con superficie zuccherata (zucchero semolato semplice, oppure zucchero caramellato) realizzata con impasto di pane arricchito con burro e zucchero, il tutto cotto in forno a legna. Il dolcetto nella versione chierese non prevedeva l’aggiunta di uova. Il principio stava nel recuperare ogni parte edibile, evitando che venisse sprecata, utilizzandola poi per produrre un altro bene.
Il Galucio era un prodotto povero fatto con l’avanzo dei ritagli dell’impasto del pane arricchito con burro e zucchero la cui superficie veniva cosparsa di zucchero semolato semplice o caramellato e cotto nel forno a legna.
Perché il Gallo?
Interessante, però, anche la scelta del gallo come forma tipica. Quest’animale, com’è noto, è associato al giorno che sorge e, metaforicamente, al superamento della notte e delle tenebre. Il significato del gallo si perde nella notte dei tempi. Nell’immaginario collettivo la figura è associata all’annuncio del giorno che supera le tenebre. È il gallo che annuncia all’uomo che la notte è terminata e sta sorgendo il sole sul nuovo giorno: il buio della notte e le tenebre sono sconfitti.
Questa è la ragione per cui il galletto è sempre stato visto come un simbolo di buonaugurio. Per questo motivo il gallo è anche simbolo di risurrezione, cioè della nuova vita. Il gallo è anche il simbolo della predicazione, strumento nelle mani dei prelati usato per diffondere la via della salvezza.
Inoltre, c’è da ricordare che il gallo è stato il simbolo di alcune famiglie nobiliari della Chieri medievale. Ad esempio, fra le famiglie notabili della Chieri tre-quattrocentesca spiccano i Gallieri, signori di Santena e di Bressieux (Savoia). Nel loro stemma sono raffigurati tre galli con la cresta rossa. Lo stemma è affrescato nella Cappella dei Gallieri in Santa Maria della Scala di Chieri (Duomo) ed è anche scolpito nei capitelli della chiesa di San Domenico, dove si conserva anche la pietra sepolcrale di Giacomo Gallieri.
Nell’araldica la figura del gallo simboleggia il prode guerriero, sempre vigile e pronto alle armi, perciò è solitamente identificato con l’attributo: ardito. Ma il gallo simboleggia anche la vigilanza, il controllo, la vittoria sul nemico ed anche la salute.
La Ricetta Originale del Galucio
Anche se ogni pasticceria ha le sue dosi e i suoi procedimenti, fare il Galucio è in realtà molto semplice. Il Galucio non è un dolce elaborato. Gli ingredienti sono pochi e genuini: farina, burro (in proporzione del 20%), zucchero (massimo il 15%), acqua quanto basta, miele, lievito madre o di birra, sale e vaniglia.
Serve, infatti, farina, zucchero (massimo il 15% del peso della farina) e burro (il 20% del peso della farina). Bisogna aggiungere acqua quanto basta, miele, lievito madre o lievito di birra, sale quanto basta, vanillina o bacche di vaniglia. La superfice, invece, andrà ricoperta semplicemente con zucchero o, per decorazione, anche qualche pezzettino di ciliegia candita.
La superficie può essere decorata con zucchero o, a volte, con piccole ciliegie candite, che formano due occhi. La forma di gallo, con tanto di cresta e occhio, rappresentava un simbolo benaugurante perché simboleggia la vigilanza, la vittoria e la salute e, in alcune panetterie, era prodotto con forma di buata (bambola) per le bambine o carabiniè (carabiniere) per i bambini.
C’era anche chi dava il proprio tocco personale, come la pasticceria Bertolone, oggi chiusa, che fece il “marziano” (anche se i clienti l’avevano ribattezzato “polipo”) la cui forma richiamava l’aspetto dell’extraterrestre della locandina del film La guerra dei mondi del 1953, da cui Giovanni Bertolone aveva preso spunto. Oppure c’era chi, come la panetteria Serra, lo tagliava con la ras-cia (raschietto, spatola) lo pennellava con acqua e zucchero semolato e non aveva l’occhio.
Sopra immagini d’epoca della Panetteria Pasticceria Bertolone. Sotto, i disegni del galucio e della “buata” della medesima Panetteria e i disegni del “carabiniè” e del galucio della panetteria Rocca.
La Sua Diffusione Geografica
Il Piemonte è una regione che vanta un’importante tradizione dolciaria e di prodotti da forno. È in questo contesto che nasce, soprattutto nel basso Piemonte, il dolcetto denominato galucio. Le tracce della sua esistenza si trovano soprattutto nel Monferrato, nel cuneese, con presenza in Alba e in Bra. Anche nella Val Varaita, nella Valle Stura e nell’alessandrino si trovano tracce di un dolcetto destinato ai bambini, seppure in questi casi si tratti di figure diverse: un bamboccio zuccherato, oppure di una bambola: la buata.
Anche nella storia delle genti è presente sovente la figura del gallo.
Il Ruolo dell'Associazione Carreum Potentia
Il merito della rinascita del Galucio va riconosciuto all’Associazione di volontariato culturale Carreum Potentia ODV, che ha intrapreso un lavoro di ricerca storica e promozione territoriale. Il loro impegno ha permesso di ricostruire la ricetta originaria e di coinvolgere panettieri, pasticceri nel rilancio del dolce. Grazie a questo sforzo, oggi il Galucio è nuovamente disponibile in numerose attività commerciali di Chieri e dei comuni limitrofi. Ogni bottega propone la propria versione, pur mantenendo fede ai principi della ricetta originale.
Mangano ci racconta come, dopo aver mappato le panetterie del chierese per ricostruirne la storia, ha coinvolto nuovi artigiani per il rilancio del Galucio sul mercato. Lo scorso ottobre, infatti, è stata fatta una presentazione con degustazione aperta al pubblico in una sala del comune di Chieri che ha entusiasmato gli animi sia dei produttori che dei golosi assaggiatori.
Galvanizzati dal consenso del pubblico, il progetto per la valorizzazione del Galucio ‘D Cher è stato affidato, da gennaio 2025, all’associazione culturale di promozione sociale “CiòCheVale” che ha come obiettivo quello di stimolare la popolazione a riscoprire e consumare prodotti locali e artigianali.
Per chi fosse interessato ad assaggialo queste sono le undici insegne che lo propongono ogni giorno e dove, come una volta, viene consumato come merenda da grandi e piccini:
- Pasticceria Avidano - Chieri
- Coppo - Andezeno
- Cuore di Burro- Chieri
- Pasticceria Dolci & Dolci - Chieri
- Panetteria sotto i Portici- Andezeno
- Panificio Paiola - Chieri
- Pasticceria Buttiglieri - Chieri
- Pasticceria Orchidea- Poirino
- Pasticceria Savio - Chieri
- Vecchio Forno di Tarraran Daniele (Panetteria di Valle Ceppi) - Pino Torinese
- Victor 37 - Chieri
Inoltre sarà possibile degustarlo anche il 10 maggio a Chieri per l’evento Di Freisa in Freisa.
Videoguide - Riva presso Chieri: storia
Chieri: un Tesoro di Sapori e Tradizioni
Il Galucio è solo una delle specialità che rendono Chieri una meta interessante per gli amanti del buon vivere. Accanto a lui c’è la Focaccia di Chieri, dolce soffice fatto con latte, burro e uova, spesso servito con vini locali; i Baci di Chieri, cioccolatini artigianali con ripieno cremoso; gli Umbertini, amaretti profumati ai fiori d’arancio dedicati al Principe Umberto; e i Brut e Bun, biscotti rustici alle nocciole.
Oltre al Galucio, il comune del torinese offre diversi dolci tipici, ben conosciuti anche a livello regionale. In particolare, potrai trovare:
- Focaccia di Chieri: il dolce più noto in assoluto, viene fatto con farina, latte, burro, zucchero e uova. Può essere accompagnata anche da vini locali.
- I baci di Chieri: si tratta di bocconcini di cioccolato ripieni di crema.
- Gli umbertini: amaretti morbidi con spiccate note di fiori d’arancio. Prendono il loro nome dal Principe Umberto.
- I brut e bun: a base di nocciole, sono ottimi da mangiare nonostante l’aspetto, come ricorda il loro stesso nome.
Questa varietà riflette l’anima della città: Chieri, infatti, unisce tradizione e innovazione, storicità e dinamismo. Si tratta di una città dove si vive bene, grazie a un centro storico ben conservato, a buone infrastrutture e a una posizione strategica a meno di 30 minuti da Torino Porta Susa in treno. La presenza di scuole, impianti sportivi, spazi verdi e iniziative culturali rende Chieri un luogo ideale per famiglie e giovani professionisti.