Dolci Tipici Italiani Regionali: Un Viaggio Goloso Attraverso l'Italia

La pasticceria italiana custodisce un patrimonio di ricette immenso: torte da credenza e da frigo, ciambelle e lievitati dolci, dessert monoporzione, biscotti e tartellette. È praticamente impossibile fare un elenco esaustivo, ma possiamo intraprendere un viaggio attraverso le regioni per scoprire alcune delle specialità più amate e rappresentative.

Il 17 marzo si celebra la Giornata Mondiale delle Torte, un'occasione per promuovere la gioia della condivisione attraverso uno dei dolci più amati al mondo. Le torte si preparano per celebrare occasioni speciali, ma anche per il semplice piacere di gustare un dolce sano e condividerlo con le persone che amiamo.

I Dolci Italiani Più Famosi

Partiamo da una ricetta fra le più contese, il tiramisù, uno di quei dolci a cui ci si appassiona già da bambini e che, per qualcuno, diventa la nota dolce per tutta la vita: una vera delizia ormai prodotta in mille varianti. Benché le sue origini non siano ancora chiarissime, si tratta di uno di quei dessert che si mangiano su tutto il territorio nazionale.

Un'altra torta diffusa su tutta la Penisola è la torta mimosa, dedicata alla ricorrenza dell'8 marzo, così come la torta margherita.

Ecco alcuni dei dolci più amati e diffusi in Italia:

  • Pan di Spagna
  • Torta Paradiso
  • Torta diplomatica

Un Campionato tra i Dolci Regionali: La Classifica

Ogni regione italiana vanta una tradizione dolciaria unica e ricca di sapori autentici. Di seguito, una classifica dei migliori dolci regionali italiani, basata su un punteggio che tiene conto della "localisticità" (quanto il successo del dolce è legato al suo luogo d'origine) e dell'"universalità di gusto" (quanto il dolce può essere apprezzato a prescindere dal campanilismo).

Pronti a sentirvi provocati, toccati nel vivo o addirittura offesi? Il mio campanile è meglio del tuo e soprattutto è mio: sotto ogni campanile c’è una chiesa, di fronte un palazzo comunale, nei pressi sicuramente una pasticceria o un forno che prepara il dolce più buono di ogni altro dolce che si prepari altrove. Sembra che il termine campanilismo derivi da qua: dalla convinzione riottosa di essere migliori.

i 10 dolci più buoni italiani

La Classifica dei Dolci Regionali

Ecco una classifica dei dolci regionali, dal dodicesimo al primo posto:

  1. Seadas (Sardegna)

    Fritto, si dice, è buono tutto. Ma il segreto delle seadas risiede molto più a fondo, nel cuore morbido di formaggio e nelle scorze di agrume, nell’acidità del latticino bilanciata dal miele, nello crepitio gioioso di un’evocatività che non ha pari, che sa di Sardegna, che ha la forma della Sardegna, quando si staglia - succulenta isolanità - nel mare sfrigolante: che ti porta, anche se non sei là, in Sardegna.

  2. Pasticciotto (Puglia)

    Una barca di frolla, con la stiva piena di crema, e al centro della stiva un’amarena sciroppata: la semplicità ancestrale di uscire in mare alle prime luci dell’alba, di saper cavalcare tanti mari ma nessuno con la stessa confidenza affettuosa delle coste salentine.

  3. Maritozzo (Lazio)

    Qua c’è in ballo la semplicità del dolce paniforme, come nel caso dei colleghi friulani e liguri, e la deliziosa universalità - o l’universale delizia, se preferite - della panna. Ma a far salire sul podio il dolce romano par excellance è l’irriproducibilità dell’esperienza al di fuori del Grande Raccordo Anulare. Perché l’ingrediente segreto del maritozzo è la luce del sole che si specchia sui resti di Caput Mundi al tramonto - o all’alba.

  4. Cassata (Sicilia)

    Highest peak della sicilianità, ancor più del cannolo, la cassata è il Kofi Annan dei dolci siculi, nel senso che riesce a mettere d’accordo i cateti e l’ipotenusa della Trinacria. Nonostante abbia vissuto lo stesso processo di riproducibilità a ogni latitudine del babà, ad essere diverso è proprio l’approccio: al babà ci si avvicina con l’intento di scimmiottarlo; alla cassata, con timore reverenziale.

  5. Pitta ‘nchiusa (Calabria)

    Il vermouth, il miele, l’uva passa, quel meraviglioso senso di disordine e abbondanza, la trama rosiforme che sembra San Giovanni in Fiore ripresa dall’alto, sotto una coltre di neve: trovateci un dolce che sia più rappresentativo del posto in cui è nato.

  6. Bunet (Piemonte)

    Insieme al tiramisu, il crème caramel è forse il dessert che più ha vissuto sulla propria pelle un processo di spersonalizzazione plenilatitudinario. Il bunet, al crème caramel, somiglia proprio assai: uova, zucchero, latte, cacao, rum, amaretti, epperò una certa alterigia sabauda che fa sì che un bunet mangiato altrove, in un altrove che non sia Torino, boh: non ha mica così tanto senso.

  7. Gubana - Pandolce (Friuli Venezia Giulia - Liguria)

    La categoria dei dolci paniforme ha una folta schiera di seguaci: il ripieno di frutta secca, di pinoli, di uvetta, di semi di finocchio, l’aromaticità speziata, la capacità di resistere a lunghi periodi di conservazione e quindi di trascendere le cornici di tempo in cui tradizionalmente vengono prodotti e consumati li rende, in qualche modo, universali.

  8. Sbrisolona (Lombardia)

    Farina di mais, strutto, nocciole: capolavoro di sbriciolitudine (da cui chiaramente deriva il nome), fuori da Mantova però rischia di diventare antipatica, troppo invernale, troppo pesante, troppo pianura padana.

  9. Strudel (Trentino)

    Quand’è iniziata, precisamente, la strudelizzazione delle colazioni a ogni latitudine? Forse quando abbiamo scoperto che l’accoppiata tra mele cannella e pinoli è una specie di piede di porco per ogni gusto, che accontenta gente di ogni età - a partire dai ragazzini - e ci regala quel barlume fugace di montagnosità? Perché lo strudel è così perfetto a ogni latitudine?

  10. Babà (Campania)

    Quando un dolce tipico viene abbracciato da una specie di benevolenza ecumenica, o peggio ancora passa attraverso il tritacarne della reinterpretazione globalizzata, diciamocelo, assistiamo sempre in qualche modo a un campanile che si sgretola.

  11. Bustrengo o Bostrengo (Emilia Romagna - Marche)

    Può, un dolce regionale, non avere una ricetta vera e propria ed essere, piuttosto, uno stato mentale? Si può ancora parlare di tipicità? Cos’è tipico, in questo caso? La serie di ingredienti o il mood di mescolare un po’ tutto quel che ti capita a tiro (tanto che nelle Marche soprattutto il Bostrengo viene anche chiamato puliscicredenza)?

  12. Maccheroni dolci (Umbria)

    L’idea di base è quella di un piatto di pastasciutta, condito però - anziché con olio, parmigiano, pomodoro o quel che vi pare - con miele, nocciole, alkermes e cioccolato. Un’idea che sarebbe potuta venire agli americani, per intenderci. Per amanti della pasta fredda e dei condimenti strambi, ma non per quelli della tradizione.

Posizione Dolce Regionale Regione Localisticità Universalità di Gusto
1 Seadas Sardegna 10 10
2 Pasticciotto Puglia 9 9
3 Maritozzo Lazio 8.5 9
4 Cassata Sicilia 8 9
5 Pitta 'nchiusa Calabria 9 7.5
6 Bunet Piemonte 8 8
7 Gubana - Pandolce Friuli Venezia Giulia - Liguria 7 7
8 Sbrisolona Lombardia 7 6
9 Strudel Trentino 4 9
10 Babà Campania 6 6
11 Bustrengo o Bostrengo Emilia Romagna - Marche 3 9
12 Maccheroni dolci Umbria 5 4

Specialità Regionali: Un Assaggio di Tradizione

Oltre alla classifica, ogni regione italiana offre una miriade di dolci tipici che meritano di essere scoperti:

Sicilia

Impossibile citare tutte le preparazioni dolci siciliane: per il pranzo della domenica, tra cassata e paste di mandorla c’è l’imbarazzo della scelta, ma il protagonista assoluto resta il cannolo. Un dolce che ha fatto la storia della gastronomia dell’isola e attorno al quale ruotano diverse leggende: la teoria più diffusa circa la sua origine è quella delle suore del convento di Caltanissetta, che sembra siano le autrici della ricetta.

Campania

A Napoli, proprio come a Roma, non può mancare il vassoio di paste della domenica. Qui però c’è un altro dolce tipico a fare la parte del leone, il babà, re della pasticceria campana che affonda le sue origini a Luneville, in Lorena: è qui che comincia il lungo viaggio di questa specialità, inventata dal re polacco Stanislao Leszczy?ski in esilio nella regione francese.

Puglia

Presenti anche in Abruzzo, i bocconotti sono dei gusci di pasta frolla ripieni di ingredienti diversi a seconda della zona di produzione. In Puglia si dice siano nati nell’entroterra murgiano: il nome indica infatti le piccole dimensioni adatte per essere mangiate in un solo boccone, e quindi perfette per essere trasportate dai contadini durante il lavoro nei campi.

Basilicata

Originarie di Bernalda e Marconia, due paesi in provincia di Matera, le scorzette sono pensate proprio per accompagnare il caffè o l’amaro a fine pasto. Il nome deriva dal dialetto scorz’ d’ l’arvl, che significa “corteccia di albero”, che indica la forma arcuata dei dolcetti e il colore dato dalle mandorle. Da un lato, vengono ricoperti di cioccolato fondente anche se spesso si trovano anche in versione bianca.

Calabria

I mostaccioli sono dolcetti comuni a tutto il Centro e Sud Italia, generalmente preparati per le feste natalizie. In Calabria, però, la ricetta è molto diversa: si tratta di filoncini duri e compatti, dall’aspetto e il gusto rustico, preparati in ogni occasione speciale, che sia un matrimonio, un compleanno, una festa di paese o un semplice pranzo in famiglia.

Sardegna

In origine nati per onorare la festa di Ognissanti, ormai da tempo le pabassinas si consumano tutto l’anno e sono immancabili durante un pranzo in famiglia. Si tratta di biscottoni di pasta frolla decorati con la glassa e arricchiti con uva passa (pabassa in lingua sarda). A seconda della zona, vengono arricchiti con ingredienti diversi come la sapa, lo sciroppo concentrato d’uva, la cannella o il liquore all’anice.

Lazio

Maritozzi sono delle brioche dolci tipiche della cucina romana, soffici lievitati dolci dalla forma ovale o tonda, farciti con abbondante panna montata.

Lombardia

La sbrisolona è un dolce tipico della tradizione contadina mantovana a base di mandorle, farina di mais, burro e strutto. Croccante e dalla consistenza friabile, è perfetta da servire a merenda e fine pasto.

Emilia Romagna

È comunemente conosciuta come torta di riso, anche se il nome ufficiale è torta degli addobbi: in qualsiasi caso, stiamo parlando del dolce più famoso della tradizione bolognese.

Toscana

Buoni a ogni ora ma sublimi a fine pasto imbevuti nel vin santo: non c’è niente di meglio dei cantucci per chiudere in bellezza il pranzo della domenica.

Marche

È il dolce italiano per antonomasia, apprezzatissimo a colazione ma spesso servito anche a fine pasto: il ciambellone è uno di quei prodotti passepartout che non passano mai di moda.

Umbria

Comune anche nel territorio marchigiano, la rocciata è uno dei dolci simbolo dell’Umbria, chiamato così per via della sua forma attorcigliata.

Molise

A dominare i vigneti molisani è la Tintilia, un antico vitigno a bacca nera, rustico e in grado di resistere ben al freddo, che dà solitamente origini a vini intensi e carichi, dai sentori speziati e note di frutta rossa. Orgoglio della viticoltura regionale, non è un caso che questo vino sia il protagonista di una torta della tradizione, caratterizzata dal colore scuro e il profumo inebriante dato anche dall’unione del cioccolato.

Valle d’Aosta

Perfette per accompagnare una tazza di caffè o di tè, le tegole sono i dolcetti più popolari della Valle d’Aosta.

Piemonte

La pasticceria piemontese è sontuosa e raffinata, ma niente meglio del bonèt rappresenta la perfetta conclusione di un pasto.

Veneto

In Veneto la ricetta tradizionale è quella del macafame, un dolce povero e di umili origini, fatto con il pane raffermo, tipico della cucina vicentina.

Trentino Alto Adige

L’arte dolciaria del Trentino Alto Adige è ricca e golosa, ma è lo strudel di mele a farla da padrone nella cucina tradizionale.

Friuli Venezia Giulia

Sono diventati famosi come “i biscotti di papa Giovanni Paolo II”, perché si dice che, una volta assaggiati quelli portati in dono da una ragazza, se ne innamorò al punto da ordinarne periodicamente una confezione. Quel che è certo è che le Esse di Raveo, piccolo borgo ai piedi delle Prealpi Carniche, furono inventate dal pasticcere del paese Emilio Bonanni nel 1930.

Un Dolce per Ogni Occasione

Il vassoio di pastarelle, il cabaret di mignon, la guantiera dei dolci in napoletano: è questa l’immagine tipica del pranzo della domenica, la più vintage e tradizionalista che ci sia. Un vassoio di carta dorato riempito con svariati dolcetti, dal cannolo di sfoglia con crema al diplomatico, incartato e confezionato con il nastro, omaggio sempre gradito dai padroni di casa. A Roma il cabaret di paste è d’obbligo, un vassoio da cui ognuno può attingere al proprio dolcetto preferito.

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