I Dolci Tipici di Pescara: Un Viaggio nel Cuore dell'Abruzzo

Non solo mare, sole e divertimento. La città di Pescara offre ben più di locali che attraggono migliaia di giovani da tutto l'Abruzzo. Una delle sue ricchezze più grandi, oltre alla costa, è la cucina. Tra i piatti tipici, il più famoso è il brodetto di pesce alla pescarese, la pietanza più conosciuta di una tradizione marinara ricchissima.

Ma oggi ci concentriamo sui dolci, veri e propri tesori che raccontano la storia e le tradizioni della regione. Gli abruzzesi sono abituati a mangiare bene e quindi per loro è stato del tutto naturale vedersi spuntare anche in città in laboratorio di pasticceria dedicati ai dolci tradizionali, sia quelli delle feste che quelli che si possono mangiare tutto l'anno. Giusto per farvi venire un po' l'acquolina in bocca, diamo un'occhiata a quelli più famosi e che non vi potete assolutamente perdere.

Il Parrozzo: Un Simbolo di Pescara

È un dolce uno dei gusti più conosciuti di Pescara: il parrozzo, nato quasi un secolo fa dalla creatività del pasticcere Luigi D’Amico, che nel suo laboratorio in pieno centro cittadino si ispirò, per la forma, al “pane rozzo” di origine contadina. La sua storia trae origine dalla tradizione contadina della terra abruzzese dove si preparava il “pane rozzo”, una pagnotta rustica semisferica realizzata dai contadini con la farina di granoturco che veniva cotta nel forno a legna e che alla fine assumeva un colore piuttosto scuro dovuto alla crosta bruciacchiata del pane.

Nel 1920 Luigi D’Amico, un pasticcere pescarese decise di realizzare nel suo laboratorio un dolce natalizio ispirato al tipico “pane rozzo” in ricordo della tradizione contadina utilizzando ingredienti che potessero ricordare l’aspetto e la consistenza compatta di quel pane. Rielaborò così la ricetta realizzandone la versione dolce. Per far questo utilizzò le uova per riprodurre il colore giallo del granturco, le mandorle tritate per ottenere la consistenza tipica della pagnotta e il cioccolato fondente per avere il colore scuro della crosta di pane bruciata che era tipica della cottura nel forno a legna.

Una volta impastati uova, cioccolato fondente, semolino, buccia d'arancia, mandorle dolci e amari, inviò la dolcissima semisfera all'amico poeta Gabriele D’Annunzio. Luigi D’Amico fece assaggiare il suo parrozzo a un degustatore illustre: il suo amico Gabriele D’Annunzio che ne elogiò le caratteristiche dedicando al dolce un sonetto dialettale. Oggi il dolce viene riposto in una confezione dalla forma originale ottagonale insieme ad uno stralcio dei versi di Gabriele D’Annunzio scritti di proprio pugno.

Il dolce, che si ottiene impastando la farina gialla con uova, zucchero, mandorle amare tritate e la buccia di limone o arancia, viene realizzato anche in casa dalle donne abruzzesi che amano rispettare le tradizioni. Il composto ottenuto viene versato in uno stampo semisferico a cupola e cotto in forno per circa 90 minuti.

PARROZZO ABRUZZESE DOLCE CANTATO DA D'ANNUNZIO - DOLCE DELLA TRADIZIONE CON MANDORLE E CIOCCOLATO

Parrozzo e Presentosa: Simili ma Non Uguali

Simile nell’aspetto, ma lievemente diversa nella preparazione, è la Presentosa, da mezzo secolo dolce simbolo della famiglia Camplone, creata da papà Tullio, e dagli anni '80 fiore all’occhiello del bar Caprice di piazza Garibaldi, tuttora avvolto dal profumo delle creazioni del figlio Fabrizio. Anche la presentosa è impastata con uova e mandorle, a cui si aggiunge una bacca di vaniglia, ed esiste anche nel formato piccolo, per una sola porzione.

I fautori della tradizione fanno il tifo per il parrozzo, i sostenitori delle prelibatezze di Caprice sostengono che la presentosa sia più soffice e dolce, e per questo più gradevole al palato. Certo è che le ricette in circolazione sono tantissime, con varianti di ogni genere. Ma le versioni originali restano nei taccuini dei due pasticceri inventori, accessibili solo agli occhi di pochissimi eletti.

La Sfogliatella Abruzzese: Una Rivisitazione della Tradizione Napoletana

La sfogliatella è in un certo senso la rivisitazione di quella napoletana, seppure con ingredienti diversi ed una diversa consistenza. Durante il periodo di Natale, infatti, in Abruzzo è tradizione preparare le tipiche sfogliatelle abruzzesi, dolcetti fritti che insieme ai calcionetti e al parrozzo rendono uniche le festività natalizie di ogni famiglia.

La sfogliatella abruzzese è un dolce della tradizione natalizia realizzata ancora oggi a mano seguendo un’antica ricetta il cui ripieno è quello tipico dei dolci abruzzesi: la confettura di uva fatta in casa, cacao in polvere, mandorle e cannella. La principale differenza con le cugine napoletane è racchiusa nel ripieno, che consiste nella scrucchiata abruzzese (ovvero una confettura d’uva nera del tipo Montepulciano) e nella sfoglia, fatta con il vino bianco e non con lo strutto. Ma anche in questo caso la ricetta varia di famiglia in famiglia, e c’è chi al ripieno aggiunge anche mandorle o noci, chi un po’ di liquore e chi della cioccolata fondente in pezzi.

L’origine di questo dolce risale ai primi del Novecento, a Lama dei Peligni, e fu attribuita a Donna Anna, moglie del barone Tabassi, che ricevette la ricetta della sfogliatella napoletana originale dalla suocera Francesca D’Antonio, nobildonna di Santa Maria Capua Vetere. Nel 1902, una volta tornata a casa dal suo viaggio a Napoli, Donna Annina modificò la ricetta adattandola in base agli ingredienti locali che aveva a disposizione: marmellata d’uva per il ripieno e lo strutto tra una sfoglia e l’altra, che la rese più friabile e soffice. Alla marmellata d’uva, per il ripieno, poi vennero aggiunte noci e mosto cotto.

I Cacionetti: Fritti e Golosi

Di certo però a Natale sulla tavola degli abruzzesi non possono mancare i classici fritti di Natale, i cosiddetti cacionetti abruzzesi, sicuramente i più amati. Anche chiamati “li caggiunitt” in dialetto, i calcionetti (o caggionetti) sono dei dolcetti fritti e farciti che assomigliano a dei piccoli calzoni o a dei ravioli dolci. Tradizionalmente vengono preparati nel periodo natalizio e la loro paternità è contesa tra teramani e sansalvesi, anche se vengono proposti in tutte le zone della regione e con un ripieno che varia da città a città: a Chieti a base di ceci, a L’Aquila con le mandorle, mentre a Teramo si tende a usare la crema di castagne. Ma con il tempo si sono diffuse anche le versioni con la marmellata d’uva, fino ad arrivare all’ormai immancabile Nutella.

Si possono trovare in pasticceria o al forno, ma la tradizione vuole che si friggano in casa, proprio come facevano le nonne. Il ripieno è diverso: si va dalla marmellata d’uva ad un ripieno di ceci o di castagne, a quello di mandorle o a quello alla nutella, accontentando così tutti i gusti.

La ricetta dei cacionetti (detti anche, a seconda della zona, calcionetti o cagiunitt o caggionetti) prevede un impasto base fatto di farina, olio e vino bianco, dall’aspetto liscio e sodo, pronto per essere steso col mattarello. Le sfoglie rese sottili vanno ritagliate in quadrati o dischetti dove porre il ripieno. Una delle ricette tipiche prevede che per ottenere il ripieno si metta in una pentola il vino cotto, mandorle e noci tritate, cioccolato, cannella, liquore e castagne spellate. Il composto così ottenuto va mescolato fino a renderlo omogeneo. Una volta tolto dal fuoco si deve far riposare in un luogo fresco. Quindi si farciscono le forme di sfoglia formando dei piccoli ravioli che devono essere fritti in olio caldo. Quando i cacionetti saranno dorati bisogna scolarli, metterli su una carta assorbente per poi gustarli freddi con una spolverata di zucchero a velo sulla superficie.

Altri Dolci Tipici Abruzzesi da Non Perdere

Oltre a questi dolci, l'Abruzzo offre una varietà di altre prelibatezze:

  • Ferratelle o Neole: Cialde di pasta cotte con un apposito strumento in ferro e decorate con zucchero a velo.
  • Torcinelli o Fritti di Patate: Dolci natalizi semplici da preparare con patate lesse, farina, uova e altri ingredienti.
  • Amaretti di Loreto Aprutino: Realizzati con pasta di mandorle e ricoperti da una glassa dorata.
  • Mostaccioli: Caratterizzati da un golosissima copertura al cioccolato fondente, ormai famosi in tutto il sud Italia.
  • Pizza Dolce: Torta a base di pan di Spagna farcita con crema pasticciera e al cioccolato e bagnata da 2 a 4 tipi di bagne differenti, tra cui rum e alchermes.
  • Pupa e Cavallo: Preparazione a base di pasta frolla che risale all’800, la cui simbologia ha assunto nei secoli il significato di risurrezione tanto da rendere questo dolce il protagonista della pasqua abruzzese.
  • Sise delle Monache: Dolcetti a forma di seno da non confondere con i sospiri di Bisceglie o le tette delle monache, originarie della città di Altamura.
  • Cicerchiata: Dolce molto ricco che si prepara con un impasto a base di farina, uova, zucchero e olio, da cui si ricavano delle palline da friggere in olio d’oliva o strutto.
  • Bocconotti: Piccoli dolci in frolla morbidi, spolverati di zucchero a velo e ripieni di marmellata d’uva.
  • Uccelletti di Sant’Antonio: Dolcetti tipici del teramano e che tradizionalmente si preparano il 17 gennaio per festeggiare Sant’Antonio Abate.

I dolci abruzzesi sono una testimonianza dell’antica arte dolciaria della regione, caratterizzata da ricette tramandate di generazione in generazione e da una grande attenzione agli ingredienti locali. Se non avete mai avuto la fortuna di provarli è il momento di approfittarne, perché ogni angolo di questa regione ha i suoi dolci caratteristici, ognuno con le sue varianti particolari, conservate gelosamente dalle nonne e dei maestri pasticceri, che hanno carpito il loro segreto.

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