Non possiamo certo considerarla la moda del momento. Il potere attrattivo del pane e dei prodotti da forno sul pubblico c'è sempre stato e rappresenta, oggi più che mai, alla perfezione, il momento storico della nostra ristorazione, ovvero la ricerca della semplicità, non priva di qualità, ma soprattutto l'esigenza del ritorno al passato con cui costruire un solido legame, il cibo genuino a buon mercato che sazia da sempre il corpo e lo spirito.
Il biennio che ci lasciamo alle spalle, nella cucina italiana, ha segnato e continua a segnare proprio questo ritorno di amore per il panino, per la “merenda a base di acqua e farina”. E “la merenda” magari a base di pane, salumi, formaggi e verdure grigliate, o magari il filone di pane aperto al centro e riempito con polpette fumanti al sugo, oppure con una abbondante parmigiana di melanzane, sembra davvero scaldare il cuore e anche far venire l'acquolina in bocca alle persone di ogni età, sempre più potenzialmente lontane dalle spese “per pochi eletti” del ristorante stellato e decisamente votate a godersi la merenda abbondante.
Il Momento d'Oro di Pane e Focaccia
Il lampo di genio consiste, probabilmente, proprio nel riportare le persone indietro nel tempo. Accanto al prodotto che deve colpire il palato deve esserci sempre e comunque una operazione marketing vincente.
A chiudere il cerchio delle grandi operazioni marketing ci pensano poi i social, che possono essere capaci di amplificare tutto, trasformando magari in artisti e chef persone dalle capacità assolutamente normali, ma in grado di arrivare dritti al cuore e al cervello delle persone con i propri messaggi. Determinati personaggi, grazie ai social, magari anche in modo casuale, sfoderano frasi che entrano di diritto nella nostra quotidianità, e da quel momento per loro si aprono davvero le porte del successo. Casualità e fortuna viaggiano di pari passo con il talento.
Attenzione, però, a pensare che sia tutto facile. Il pubblico di “assaggiatori e mangiatori” del 2024 vuole più che mai sostanza e verità dal cibo, ma non accetta compromessi. Significa che occorre trovare il perfetto equilibrio tra qualità e prezzi di vendita e tutto questo non è sempre facile.
Donato De Caprio: Da Salumiere a Star del Web
🍔PANINI GOURMET FATTI IN CASA🍔 PIÙ BUONI DEL FAST FOOD! RICETTA FACILISSIMA E VELOCE
“Con mollica o senza”, creato dal salumiere-chef Donato De Caprio, tre locali aperti in poco tempo tra Napoli, Roma e Milano con il suo socio Steven Basalari, e un successo strepitoso di pubblico con file interminabili di persone a voler assaggiare le sue creazioni, anche grazie e soprattutto ripetiamo all'immancabile supporto dei social che ha dato inizio al grande sogno, rappresenta l'esempio lampante di come nel mondo del food si deve essere decisamente capaci di cavalcare l'onda.
Qualcosa, di lui, però, colpisce, al di là del personaggio che fa simpatia. Sarà forse merito della reale sostanza che si cela dietro le sue creazioni così semplici e senza pretese ma in fondo anche di buon livello? Sarà forse il ritorno al fuoco sacro della passione per il pane che non si spegne mai? E non è detto, gioco forza, che quella del panino abbondante stile scampagnata domenicale sia solo una moda effimera.
E’ il suo mantra, probabilmente nato per caso, poi maliziosamente ripetuto. Come sono i suoi video? Di una noia allucinante. Tutti uguali. C’è lui che prende un grosso panino e con un coltellaccio, in guanti di plastica neri, lo taglia con decisione. Poi ci schiaffa dentro gli ingredienti. Fette gigantesche di mortadella, provola di Vico, melanzane arrostite, burrata sgocciolante. Nessun guizzo, nessun ingrediente speciale. Il cliente non si vede, è fuori campo. Lui accompagna il rito con qualche parola. Non ha una faccia memorabile, non dice cose memorabili, non fa nulla che non sia tagliare pane e imbottirlo. La violenza bruta della lama seghettata che sventra gli sfilatini. I video sono questa roba qui. Uno schiaffo ai content creator di tutta Italia. L’eterno ritorno dell’uguale. La forza ignorante del tormentone. Con mollica o senza?
Dopo aver tagliato panini per 21 anni nella stessa salumeria, Donato la lascia tutto abbacchiato, svillaneggiato dai proprietari. A questo punto compare un eroe, uno che dovrebbe essere presidente di Confindustria giovani: Steven Balasari. Steven vede i video, legge che Donato è stato costretto a lasciare e lo chiama. Anzi gli offre soldi, tanti, pare 350 mila euro, per aprire un suo locale. Aprono il nuovo locale a Napoli e, otto mesi dopo, il 6 ottobre, il secondo a Milano.
Una roba monstre, ci si mangia in quattro: mortadella, stracciata di bufala e crema di basilico. Il tipo chiede: “Vuole la crema di pistacchio?”. La vogliamo e via con una spennellata. Alla cassa saranno 2,5 euro, in aggiunta ai 10 previsti. Ne vale la pena? Bah, è un panino. C’è la mortadella, la bufala. Tutto quel che si è sempre messo nei panini. Normali panini. Niente di rivoluzionario. Niente lievito madre, niente alveolature, niente fighetterie.
Certo, questi sfilatini (sfilatoni) non hanno niente a che vedere con quegli ectoplasmi plastificati che troviamo in molti bar e dei quali sospettiamo una lunga sopravvivenza nel bancone frigo. Questi sono fatti al momento e serializzati. Sfornati in quantità industriale, ma lavorati in modo artigianale. Buonini, alla fine lievemente nauseanti per eccesso di abbondanza. Tutti uguali. Ipnotici. Solo poche variazioni, e deprecabili. Come quando Donato dedica un panino al piccolo Nial, scomparso per un arresto cardiaco.
Qui da Donato non serve nulla: pane, guanti neri di plastica, coltello, fettacce di mortadella, bufala sgocciolante, un video che ti riprende. E uno slogan qualunque. Con mollica o senza? La domanda ci rimbalza di notte, rantola insieme ai pistacchi della mortadella e a brandelli di sfilatino.
Critiche e Successo Continuo
Se siete un briciolo appassionati di gastronomia, di prodotti artigianali, di materie prime di qualità, almeno una volta lo avrete pensato: ma perché così tante persone sono disposte ad affrontare tre ore di fila per mangiare un banalissimo panino, mosse esclusivamente dall’emulazione da social media?
La paninoteca di Donato De Caprio e Steven Basalari propone un pane... normale, ingredienti normali per farcirlo, un servizio normale a prezzi normali. Nulla di straordinario, proprio no. Prodotti che potresti trovare al minimarket, senza attese e investendo anche qualche euro in meno.
In effetti qualche scricchiolio sembrerebbe vedersi, almeno nel nuovo punto vendita di Milano che dopo essere stato preso d’assalto per i primi mesi di apertura segna un po’ il passo. Durante la giornata e all’ora di pranzo la clientela sembrerebbe non mancare - sebbene i segnalatori di Google che monitorano i flussi non indichino di certo il tutto esaurito - ma alla sera le file di tre ore si riducono forse neppure a tre minuti.
Se ne potrebbe dedurre - ci perdonerete la banalità - che la spinta della viralità da social è un buon boost iniziale, ma poi deve essere corroborata dalla qualità e dall’originalità del prodotto, dell’idea e del servizio.
Dopo un successo veloce, imprevisto, Donato si è trovato ad affrontare un periodo buio che sembrava segnare la fine della sua carriera. Ma poi, proprio come una fenice, è rinato dalle sue ceneri diventando anche più forte (e famoso) di prima.
Il numero dei follower cresce, e anche il successo di Donato De Caprio. I suoi fan prendono familiarità con il contesto e il format riconoscibile, lo scenario sempre uguale ma anche il fattore dell’imprevedibilità a dare una spinta al tutto (cosa ci sarà sul menù oggi?). Bastano pochi mesi per trasformare Donato in una vera e propria celebrità.
L’azienda per cui lavora all’epoca dei fatti gli impedisce di realizzare altri contenuti all’interno del locale, per paura di perdere la sua clientela abituale, messa in secondo piano rispetto alle migliaia di follower che ogni giorno prendevano d’assalto il locale impedendo agli altri di compiere i quotidiani acquisti.
Nel momento peggiore della sua vita, De Caprio si è trovato solo contro tutti. Senza un lavoro, senza i suoi social e per giunta con tantissime persone contro. Ma poi, il colpo di scena: entra in campo un altro personaggio, Steven Basalari. Nasce così un accordo unico: Donato ci mette la sua immagine e la manodopera, Basalari i fondi e il capitale.
Lo scorso 20 febbraio Donato pubblica un video per l’inaugurazione della nuova salumeria, attirando immediatamente migliaia di curiosi, di follower e di turisti affamati. Dopo un periodo di stallo, e dopo aver rifiutato diverse proposte di finanziamento da parte di imprenditori interessati al suo brand, Donato De Caprio oggi si è risollevato.
Il Locale di Milano: Un'Esperienza Gustativa
Il locale di Milano ha tre piani, ognuno con una funzione diversa. Al piano terra ci sono un’area esterna e un banco che serve i panini sia dentro che fuori. Chi vuole sedersi e gustare le marenne in tranquillità trova i tavoli può farlo al piano 1. Al piano 2 c’è un laboratorio dove Donato prepara i panini, con anche una zona vip. Il servizio è take away, e si può ordinare anche tramite Deliveroo.
I Panini di "Con Mollica o Senza Milano"
Da Donato con mollica o senza Milano non ci sono solo i panini napoletani classici. Come il Maradona (porchetta, crema di pistacchio al parmigiano, burrata). Il Pino Daniele (crudo di Parma, tarallo sbriciolato, stracciata). Il Napoli (salame tipo Napoli, provola di Vico e crema tricolore). Il Vesuvio erutta (porchetta, scamorza e crema di parmigiano). L’Edoardo (mortadella al tartufo, caciocavallo di Vico, olive con le mandorle).
Figurano anche le varianti pensate per il palato milanese. Per esempio il Sandwich Milano (crema di parmigiano reggiano, salame Milano e mozzarella di bufala campana). Il Sandwich Bresaola (bresaola, rucola, grana e salsa al limone) e quello vegetariano (melanzane grigliate, zucchine grigliate, pomodori secchi e hummus).
Molto richiesti i panini a tre strati e immancabili quelli in edizione limitata, compreso il panino dedicato allo scudetto del Napoli campione.
I prezzi dei panini variano da 8 a 13 euro, a seconda della dimensione e della farcitura. Il pane? Niente di che: è pane.
La Chiave del Successo: Autenticità ed Emozione
La domanda è a questo punto doverosa: cosa cerca davvero il pubblico nella cucina italiana del 2024 per quanto concerne il mondo della ristorazione? La risposta non può essere a senso unico, l'Italia è un paese che, in fondo il bello è anche questo, sarà sempre capace di variare le sue proposte e ci sarà in fondo sempre spazio per nuove idee.
La conditio sine qua non, però, lasciatecelo dire, è e sarà sempre l'emozione. Social media, influencer, comportamento dei consumatori, capacità diffusa di discernere la qualità del cibo al di là della sovraesposizione mediatica: il dibattito è aperto.
Nome Panino | Ingredienti Principali | Prezzo (circa) |
---|---|---|
Maradona | Porchetta, crema di pistacchio, burrata | €10 |
Pino Daniele | Crudo di Parma, tarallo sbriciolato, stracciata | €10 |
Napoli | Salame Napoli, provola di Vico, crema tricolore | €9 |
Milano | Crema di parmigiano reggiano, salame Milano, mozzarella di bufala | €11 |