La pizza, un simbolo della cultura italiana, ha radici profonde e storie affascinanti da raccontare. Questo articolo esplora le vicende di due pizzaioli campani, Luca Piscopo e Salvatore Lioniello, che con passione e dedizione hanno trasformato il loro amore per la pizza in un successo imprenditoriale.
Luca Piscopo: Un Sogno Nato tra i Vicoli di Napoli
La storia di Luca Piscopo inizia nel 1997, quando a soli 13 anni lavorava come porta pizza. Suo cugino Ciro, maestro pizzaiolo da quattro generazioni, gli ha offerto preziosi consigli sull'arte della pizza. Le sue prime creazioni le ha fatte assaggiare ai suoi colleghi di lavoro.
Dopo anni di esperienza, Luca ha deciso di realizzare il suo sogno: aprire una pizzeria. Un giorno, il suo Maestro gli chiese di aiutarlo nel suo sogno più grande, ovvero aprire la sua pizzeria. Dopo 5 anni di duro lavoro, quel sogno è diventato realtà e le pizze hanno iniziato ad uscire dal forno sempre più buone, grazie alla scelta e alla selezione di prodotti genuini e di farina d'eccellenza, il tutto condito con la voglia di migliorarsi sempre.
Quello di Luca Piscopo rappresenta un cammino ancora in continua evoluzione, un percorso di formazione che lo ha portato a vivere esperienze uniche. Il sapore familiare, la dedizione e la continua voglia di migliorarsi hanno reso le sue pizze uniche. Una storia dal gusto indimenticabile che non sarebbe mai stata scritta senza il sostegno di sua madre, suo padre e sua moglie Carla che gli sono stati sempre vicini ed hanno creduto in lui.
“Anema e Pizza” è una piccola realtà della sua Frattamaggiore ed è diventata grande nonostante pochi metri quadri. In fine Luca ringrazia tutti coloro che si appassioneranno alla sua storia, quella di un giovane scugnizzo cresciuto nei vicoli di Napoli, uno scugnizzo che ha trovato la forza di trasformare un lavoro in un sogno da raccontare.
La pizza napoletana di Gino Sorbillo
Salvatore Lioniello: Dieci Anni di Passione e Crescita
Un'altra storia di successo è quella di Salvatore Lioniello, che nel 2014 ha preso in mano il forno di famiglia dopo la scomparsa del padre. Oggi, con sedi a Succivo e Milano, la sua pizza “diversamente napoletana” è diventata un’icona.
Il 17 giugno 2025, la nota pizzeria ‘Da Lioniello’ ha celebrato 10 anni di attività con una festa aperta al pubblico, per ringraziare chi ha reso possibile questo viaggio. Per l’occasione, sono state aperte le prenotazioni per pranzo e cena con un menu speciale a 10 euro: un fritto a scelta tra crocchè o frittatina, una pizza tradizionale (o “a modo nostro”), un dolce e una bottiglia d’acqua. Nessun extra, nessuna selezione gourmet: solo la semplicità delle origini, servita con l’esperienza di oggi.
“In 10 anni siamo cresciuti tanto professionalmente. Abbiamo alzato l’asticella, perché la qualità oggi è altissima, la consapevolezza e la ricerca sono tutto. La pizza non è più un piatto povero ma un’esperienza, noi cerchiamo sempre di rimanere fedeli alle nostre origini, rimanendo sostenibili, inclusivi e rendendo felici i nostri clienti".
La Storia di Salvatore Lioniello, il Pizzaiolo col Cappello
Nato il 28 luglio 1987, Salvatore Lioniello cresce in una famiglia legata al mondo della ristorazione. Papà Nicola e mamma Angela gestivano un bar pizzeria, dove Salvatore inizia a fare esperienza insieme ai fratelli Michele e Nunzia. A 17 anni, già ambizioso, lascia il locale di famiglia per intraprendere un nuovo lavoro in giro per l’Italia nell’edilizia.
Tuttavia, la passione per la pizza lo riporta a Frattamaggiore, dove a 20 anni apre una pizzeria a taglio che gli permette di sperimentare sugli impasti. Un anno e mezzo dopo però è costretto a lasciare il progetto e a riprendere il lavoro edilizio. Nel 2012, a causa della sopravvenuta malattia del padre, torna a Orta di Atella (il paese natio) per aiutare il papà, essendo l’unico oltre a lui a saper fare la pizza.
Il papà purtroppo viene a mancare nel 2014 e questa perdita gli fa scattare qualcosa dentro. Salvatore decide di prendere in mano il progetto, di lasciare gli altri impegni lavorativi e dedicarsi al 100% alla pizzeria di famiglia. Riformula quella che era l'offerta eliminando il bar e apre nel settembre 2014 inserendo un forno a legna.
Il locale funziona, la sua pizza inizia ad essere molto richiesta e l’accresciuta clientela lo porta ad aprire un altro locale, quello che è l’attuale sede di Succivo. Chiude quindi nel 2017 la precedente sede per aprire nel 2018 con un look and feel completamente nuovo. Un locale ampio e curato con 250 coperti, a dispetto dei 55 della vecchia pizzeria di famiglia.
Come afferma Salvatore, “per sfortuna o per caso” si è ritrovato a fare la pizza. Da quel momento inizia una scalata costellata di riconoscimenti, dal primo nel 2014 per “la miglior pizza in teglia” fino ad oggi, dieci anni dopo, con tre spicchi secondo la Guida Pizzerie d’Italia Gambero Rosso 2025 con 93/100, la decima posizione nella guida 50 Top Pizza Italia 2024, il premio speciale come “Performance dell’anno 2024”, la ventunesima posizione nella guida 50 Top Pizza World 2024, il premio “carte dell’olio e del vino” e Tre Galletti secondo Le pizzerie del Mattino Guida 2025.
Oltre alla bravura al banco e al forno, Salvatore si distingue per la capacità comunicativa attraverso i suoi canali social. Partito per gioco, ora il cappello è il suo marchio distintivo, riconoscibile anche nelle sue pizzerie con un forno personalizzato a forma di cappello.
Riconoscimenti di Salvatore Lioniello
I riconoscimenti ottenuti da Salvatore Lioniello testimoniano la sua dedizione e l'alta qualità della sua pizza:
- Tre spicchi nella Guida Pizzerie d'Italia Gambero Rosso 2025 (93/100)
- Decima posizione nella guida 50 Top Pizza Italia 2024
- Premio speciale come "Performance dell'anno 2024"
- Ventunesima posizione nella guida 50 Top Pizza World 2024
- Premio "carte dell'olio e del vino"
- Tre Galletti secondo Le pizzerie del Mattino Guida 2025
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