Quanto Costa un Panino Vuoto? Analisi dei Prezzi Medi e Inflazione nel Settore Alimentare Italiano

Il tema degli eccessi legati alla "turistificazione" è un problema globale, ma negli ultimi anni l'Europa ne ha avvertito gli effetti e i disagi in modo particolarmente intenso. Oggi, il cibo di strada è al centro del fenomeno turistico globale, amplificato dall'ascesa dei "nomadi digitali", giovani sempre connessi che viaggiano alla ricerca di esperienze autentiche.

L'Italia, con la sua straordinaria varietà regionale, è una meta prediletta per questi viaggiatori moderni. Si pensi al fenomeno della schiacciata ripiena, che negli ultimi anni ha modificato il volto commerciale del centro storico di Firenze, ma anche a Napoli, dove la proliferazione della ristorazione veloce è diventata uno degli argomenti più sentiti nelle lotte contro gli effetti dell'overtourism.

Aumento dei Prezzi nella Ristorazione: Cosa Dicono i Numeri?

L'aumento dei prezzi è un tema che riguarda tutta la ristorazione tradizionale, ma è particolarmente evidente nel settore della ristorazione veloce, come dimostrano i dati del Rapporto Fipe sulla Ristorazione nel 2024. Secondo la FIPE, mentre la ristorazione tradizionale ha visto un incremento medio dei prezzi del 5,3%, la ristorazione veloce ha registrato aumenti più consistenti: +9,7% per il food delivery e +5,9% per i fast food.

Il prezzo medio di un panino varia notevolmente in Italia, attestandosi tra 1,90 euro a Terni fino ai 5,06 euro a Milano. Nei numeri che rilevano le frequentazioni delle persone, la ristorazione "fast" rappresenta l'8% delle visite complessive, mentre il food delivery ha raggiunto una quota del 3%, toccando un valore di 1,6 miliardi di euro.

Le abitudini di consumo differiscono geograficamente: il delivery online domina nei grandi centri urbani e tra i giovani. I locali con cibo da asporto hanno mantenuto costante la loro presenza, con circa 253 milioni di visite complessive nell'ultimo anno indagato. Nel 2023, fiere ed eventi hanno segnato un +26% (a dimostrazione del ritorno alla normalità post-pandemia).

Secondo alcuni studi di settore (Businesscoot, 2025), negli ultimi anni il mercato globale dei food truck ha registrato una crescita esponenziale. In Italia, il numero di imprese in materia è aumentato con una stima di crescita annua del 7,4%. A trainare questo sviluppo è il cambiamento delle preferenze dei consumatori, sempre più orientati verso formule di ristorazione informali, ma di qualità, e la rinnovata popolarità di fiere ed eventi.

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Costi delle Materie Prime: Un'Analisi Dettagliata

Gli ultimi dati dell'Osservatorio Prezzi del Corriere del Pane segnalano incrementi importanti nei costi degli ingredienti base, con forti differenze tra città e città. Cosa incide oggi sulla produzione di un forno? Sono state prese a campione tre materie prime: farina, zucchero e burro.

Se le seconde entrano poco in gioco quando si parla di produzione di pane in senso stretto, non si può dire lo stesso della farina, che è l'assoluta protagonista. Burro e zucchero, però, sono alla base dei prodotti da colazione, quindi altrettanto importanti.

Se si paragonano i dati del 2023 con i primi tre mesi del 2024, disponibili sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, si può affermare che il prezzo massimo del pane comune al chilo è rimasto costante. Venezia, per esempio, resta a 9 €/kg anche nei primi tre mesi del 2024 con lievissime oscillazioni sui prezzi minimo e medio che, però, non spostano l'asticella del valore massimo.

Ancora curioso il caso di Bari, dove il massimo è ai livelli della città lagunare, ma con prezzi minimi di 3 €/kg e medi di 3.80/3.81 €/kg (da gennaio a marzo 2024) contro i 3.46 €/kg e medio di 5.69 €/kg (gennaio 2024), 5.79€/kg (febbraio 2024) 5.87 €/kg (marzo 2024) del capoluogo Veneto. A Napoli il prezzo del pane comune resta al di sotto dei 3 €/kg nei primi tre mesi dell'anno.

A proposito di materia prime, sempre dall'Osservatorio Prezzi e Tariffe del Ministero, è stato estrapolato il prezzo di tre degli ingredienti più utilizzati nel mondo bakery, ossia farina, zucchero e burro. Per un migliore confronto, sono state scelte le stesse città. Il dato più significativo riguarda il burro, con differenze nel prezzo massimo di oltre i 10 €/kg tra alcune città. A Milano, per esempio, il burro sembra essere piuttosto caro 20.72 euro €/kg (gennaio 2024) e 22.66 €/kg (marzo 2024), contro, per esempio, gli 11.94 €/kg di Napoli in gennaio o gli 11.76 €/kg di Bari in marzo.

Tabella dei Prezzi Medi delle Materie Prime (Gennaio-Marzo 2024)

Città Farina (€/kg) Zucchero (€/kg) Burro (€/kg)
Venezia [Dato non disponibile] [Dato non disponibile] [Dato non disponibile]
Bari [Dato non disponibile] [Dato non disponibile] 11.76 (Marzo)
Napoli [Dato non disponibile] [Dato non disponibile] 11.94 (Gennaio)
Milano [Dato non disponibile] [Dato non disponibile] 20.72 (Gennaio), 22.66 (Marzo)

L'Inflazione negli Aeroporti Europei: Acqua a Peso d'Oro e Panini Costosi

Mangiare e bere negli aeroporti d'Europa sta diventando sempre più oneroso. Con i prezzi che - aumentati ben al di sopra del tasso medio d'inflazione - nel 2024 hanno raggiunto livelli record. E in molti casi senza un motivo. È quanto emerge dall'inchiesta che il Corriere ha effettuato su diciassette scali del Vecchio Continente.

Quest'anno dagli oltre 500 aeroporti europei decolleranno circa 1,2 miliardi di persone: chi per vacanza, chi per lavoro, chi per questioni famigliari. Un esercito di clienti per le compagnie aeree, ma anche per migliaia di negozi all'interno dei terminal, quelli situati subito dopo i controlli di sicurezza. Nel 2023, secondo Moodie Davitt, i ricavi dalla vendita dei prodotti «food & beverage» negli scali del continente ammontano a 11 miliardi di euro, con una spesa media di una decina di euro a viaggiatore.

Spulciando il bilancio di Aeroporti di Roma, società che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino, si legge che nel principale scalo d'Italia l'anno scorso la spesa media nel «food & beverage» è stata di 6,8 euro per passeggero in partenza (circa 20 milioni), contro i 5,9 euro del 2022 e i 5,4 del 2019. Sea - che amministra gli impianti milanesi di Malpensa e Linate - mette a bilancio 29,56 milioni di euro nel 2023 dalla vendita di cibo e bevande (erano 23,25 nel 2022), includendo in questo caso anche i ristoranti.

La situazione è critica sull'acqua, forse il bene di prima necessità per eccellenza. Le bottigliette da mezzo litro sono spesso introvabili in tanti scali - per lasciare spazio a quelle da 0,75 litri (che costano di più) -, altrove sono nascoste oppure hanno prezzi non sempre giustificabili. Il record lo tocca l'aeroporto di Istanbul dove per mezzo litro si arrivano a spendere in media 6 euro con punte di 9 euro che un tempo, a leggere l'etichetta, erano 10 euro. Il tutto a fronte di un prezzo - in città - di 80 centesimi.

Più contenuti i prezzi in Italia, con valori attorno a 2,8 euro (per una bottiglia da 0,75) e 1,8-2 euro per quella da mezzo litro. Il costo può però oscillare anche all'interno dello stesso aeroporto.

Caffè e cappuccino nel nostro Paese - per ovvie ragioni - costano meno che altrove, dove si pagano 6 euro per un espresso (Istanbul) o 9 euro per un cappuccino (sempre Istanbul). Lo scalo turco - che è anche uno snodo importante per chi prende voli intercontinentali - segna un altro record difficilmente battibile: 16,5 euro per un croissant farcito.

I panini - di quelli semplici, con prosciutto e formaggio - hanno costi elevati pure in Italia, dove si arriva anche a 10 euro, con una media nazionale attorno a 8 euro. Meno della metà dei 16,5 euro di Istanbul.

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