Schiuma Bianca nella Marmellata: Cause e Come Evitare Rischi

È quella fase dell’anno in cui orti e giardini restituiscono le fatiche dei mesi passati e ci danno frutta e verdura di stagione in abbondanza. È il momento delle conserve e delle confetture, nonché delle domande su come produrle in casa in modo sicuro. La formazione di schiuma durante la cottura della marmellata è un fenomeno comune che può sorprendere i meno esperti ma che, in realtà, ha solide basi scientifiche.

La domanda che molti appassionati di cucina e enogastronomia si pongono durante il processo di preparazione delle marmellate fatte in casa è: Perché la marmellata fa la schiuma? La formazione di schiuma può sembrare un dettaglio minore, ma in realtà è un fenomeno che merita attenzione per garantire la qualità finale del prodotto. Comprendere le cause della schiuma e sapere come gestirla è fondamentale per chiunque voglia ottenere marmellate e confetture di eccellenza.

Cause della Formazione di Schiuma

La schiuma si forma principalmente a causa della presenza di pectina, zuccheri e proteine presenti nella frutta. La pectina, in particolare, è un polisaccaride presente nelle pareti cellulari delle piante che, in presenza di acido e zucchero, contribuisce alla gelificazione della marmellata. Quando la marmellata viene riscaldata, la pectina si dissolve e, insieme allo zucchero, forma un liquido viscoso.

Un altro fattore che contribuisce alla formazione della schiuma è la rapida evaporazione dell’acqua. Questo processo è accelerato dall’alta temperatura e dalla continua mescolatura, che incorpora ulteriormente aria nel composto.

Insomma, la formazione di schiuma è un segnale che la marmellata sta attraversando le fasi cruciali della cottura e della gelificazione. Gestire correttamente questo fenomeno significa assicurare un prodotto finale di alta qualità. Per ottenere una marmellata di qualità, è consigliabile rimuovere la schiuma man mano che si forma. Questo perché può contenere impurità e, se lasciata, può alterare la chiarezza e la consistenza del prodotto finale.

Marmellata fatta in casa

Rischi del Botulino nelle Conserve Domestiche

Il pericolo principale derivante dal consumo di conserve fatte in casa è la possibile presenza del batterio Clostridium botulinum. Conosciuto scientificamente come Clostridium botulinum, il botulino è il batterio anaerobico (che vive in assenza di aria) che produce una sostanza molto tossica: la tossina botulinica. Questo microrganismo può proliferare in condizioni di basso contenuto di ossigeno, come spesso si verifica nelle conserve fatte in casa come passate di pomodoro, prodotti sottaceto e sottolio.

L'intossicazione da botulino è una condizione estremamente grave che può portare a sintomi neurologici come visione doppia, difficoltà a deglutire e difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, può essere fatale.

Come si sviluppa il botulino nelle conserve?

Il botulino può contaminare le conserve sia durante la fase di preparazione che di conservazione, attraverso le spore presenti negli alimenti o nell'ambiente. Queste spore, resistenti al calore, possono germinare e svilupparsi in ambienti a basso contenuto di ossigeno, producendo la tossina botulinica.

Per evitare qualsiasi rischio per la salute, è fondamentale adottare precauzioni adeguate durante il processo di conservazione domestica degli alimenti sottovuoto.

Le conserve e il rischio botulino - Unomattina 08/10/2020

Come Prevenire il Rischio di Contaminazione da Botulino

Per scongiurare il rischio di botulismo alimentare, è fondamentale seguire alcune regole fondamentali:

  • Utilizzare solo ricette sicure: affidarsi a ricette provenienti da fonti affidabili che garantiscano un trattamento termico adeguato e l'aggiunta di aceto o succo di limone per inibire la crescita del botulino.
  • Sterilizzare vasetti, bottiglie e coperchi: lavare accuratamente barattoli e bottiglie con acqua calda e detergente delicato. Le guarnizioni e le capsule twist-off devono essere lavate a mano senza detergente. Infine, sterilizzare tutti gli strumenti e il piano di lavoro. Adeguata PREPARAZIONE DI UTENSILI e contenitori prima della preparazione dell'alimento. A tale proposito, si consiglia il lavaggio in lavastoviglie oppure l'ebollizione prolungata per 20 minuti di barattoli (con i rispettivi tappi a vite) ed utensili.
  • Riempire correttamente i barattoli: lasciare uno spazio di testa adeguato, per evitare la rottura del vasetto o la fuoriuscita del liquido di governo durante il trattamento termico. Non devi mai riempire i contenitori fino all’orlo, ma lascia uno “spazio di testa”, ovvero uno spazio vuoto fra il livello massimo di liquido e il collo del contenitore.
  • Chiudere ermeticamente i barattoli: per garantire una tenuta ermetica sicura ed evitare contaminazioni, pulire l'imboccatura dei barattoli e bottiglie da conserva e sigillare con tappi o capsule di Twist-off senza stringere troppo. Tappi e capsule di metallo devono apparire leggermente incurvati verso l’interno del contenitore.
  • Pastorizzare le conserve a temperatura adeguata: seguire attentamente le istruzioni per il trattamento termico (pastorizzazione o sterilizzazione) indicate nella ricetta. In ambiente domestico, senza l’ausilio di speciali attrezzature, il trattamento termico più spinto che puoi fare è con temperature pari o leggermente inferiori a quella di ebollizione dell’acqua. Ricorda che questo processo non elimina tutte le forme microbiche e non è una sterilizzazione, che invece prevede il raggiungimento di temperature superiori.
  • Conservare i vasetti pieni adeguatamente: conservare barattoli e bottiglie in un luogo fresco e buio. L'olio tende a deperire a contatto con la luce: per questa ragione, si consiglia di conservare i barattoli al buio oppure di fasciarli con alluminio o carta scura.

Dopo il raffreddamento dei contenitori ispezionali per valutarne l’ermeticità della chiusura e il raggiungimento del vuoto. Non devono esserci stati sversamenti di liquido, né la perdita del vuoto (le capsule metalliche non devono essere incurvate verso l’alto e, se premute, non devono emettere il rumore “click-clack”). Il prodotto all’interno non deve presentare colore od odore innaturale, né bollicine che dal fondo salgono verso l’alto.

Conserve fatte in casa

Conserve di Verdure e Frutta: Attenzione al Botulino

Le conserve di verdure fatte in casa possono diventare un terreno fertile per la proliferazione del Clostridium botulinum. Questo microrganismo prolifera in barattoli e bottiglie non sterilizzati correttamente e può svilupparsi anche in assenza di una giusta proporzione di acqua e aceto, (necessaria per acidificare le conserve in modo adeguato), o se il pH dell'aceto non è corretto.

Le spore del batterio possono sopravvivere all'ebollizione, quindi è importante eseguire correttamente la pastorizzazione per eliminare il rischio di contaminazione. La mancanza di adeguato trattamento termico, insieme all'umidità, crea infatti un ambiente favorevole alla crescita del Clostridium botulinum, aumentando il rischio di contaminazione alimentare. Per olive e altri prodotti in salamoia, utilizzare 100 g di sale per ogni litro di acqua.

Anche le marmellate e le conserve di frutta sono suscettibili alla contaminazione da botulino. Il batterio può sopravvivere a temperature relativamente alte e a bassi livelli di acidità (pH > 4,5), comuni nelle conserve di frutta fatte in casa. Se il processo di conservazione non prevede il trattamento termico di stabilizzazione (ad es: invasamento a caldo) o se la pastorizzazione non viene eseguita correttamente, si creano le condizioni ottimali per la crescita batterica. Per stabilizzare marmellate e confetture, utilizzare frutta e zucchero in parti uguali. Se si riduce la quantità di zucchero, aggiungere succo di limone per inibire la proliferazione batterica.

Linee Guida dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS)

Per ridurre il rischio di contaminazione e avvelenamento da botulino, è fondamentale seguire le linee guida dell'istituto Superiore di Sanità per la corretta preparazione delle conserve in ambito domestico, che offrono una panoramica esaustiva sui rischi per la salute e sulla corretta preparazione e conservazione degli alimenti.

Queste raccomandazioni includono:

  • La sterilizzazione accurata degli utensili e dei contenitori
  • L'adozione di ricette già testate
  • L'adozione trattamenti termici per stabilizzare le conserve. La durata della pastorizzazione varia a seconda delle dimensioni del barattolo e del tipo di verdura. In generale, per vasi da 350-400 g sono sufficienti 15-20 minuti di trattamento.

Prestare attenzione ai segni di deterioramento nei prodotti conservati e, in presenza di cambiamenti sospetti, smaltire immediatamente le conserve domestiche (e non) evitando qualsiasi rischio per la salute.

Alimenti a Rischio e Raccomandazioni

Nell'ambito della conservazione casalinga sottovuoto, i prodotti più a rischio sono i frutti di mare, alimenti in salamoia o fermentati ma anche alimenti non refrigerati correttamente. Quantità molto piccole di tali prodotti possono causare gravi danni per la salute.

In ambito domestico, le conserve maggiormente esposte alla proliferazione batterica sono quelle di:

  • Funghi
  • Olive nere in acqua
  • Peperoni
  • Melanzane e fagiolini sott'olio
  • Carne e pesce (soprattutto tonno)

Evitare conserve domestiche di carne o pesce. Questi prodotti non possono essere acidificati correttamente o trattati con quantità di sale o zucchero sufficienti per inibire il botulino. Inoltre, il trattamento di stabilizzazione richiede temperature di 121°C, non raggiungibili con strumenti domestici comuni.

Per conservare carne o pesce in casa, utilizzare un "canner" omologato e seguire rigorosamente le indicazioni di ricette standardizzate e validate, per garantire un trattamento termico adeguato e sicuro per la salute.

Conservazione Sicura: Riempire Correttamente i Contenitori

Prima di procedere alla conservazione, è essenziale riempire i contenitori in modo corretto. Lasciare lo "spazio di testa" adeguato, è fondamentale per garantire la formazione del vuoto all'interno del contenitore (cfr: conservazione sottovuoto). A seconda del tipo di conserva, è necessario lasciare uno spazio di testa minimo, assicurandosi che gli alimenti siano completamente immersi nel liquido di governo.

Pastorizzazione delle Conserve

La pastorizzazione è il trattamento termico principale per produrre conserve fatte in casa sicure. Consiste nell'immergere completamente i vasetti di vetro pieni in acqua bollente per un tempo specifico, a seconda del tipo di conserva e delle dimensioni dei contenitori. È fondamentale eseguire accuratamente il processo per assicurare una pastorizzazione efficace e prevenire il rischio di contaminazione degli alimenti.

Ispezione dei Vasetti Pastorizzati

Dopo la pastorizzazione, è necessario ispezionare i contenitori per verificarne l'ermeticità e il raggiungimento del vuoto. I tappi o le capsule di metallo dovranno essere leggermente concavi e non emettere alcun suono quando vengono premuti. Se il contenitore non presenta una tenuta ermetica o presenta delle fuoriuscite del liquido di governo deve essere ri-processato (ovvero sottoposto nuovamente al trattamento di stabilizzazione) o consumato entro breve tempo.

Cosa Fare Prima e Dopo l'Apertura delle Conserve

Prima del consumo, controllarne l'integrità del prodotto e del suo contenitore. Segni come gonfiore, odore sgradevole oppure opalescenze sospette del liquido di governo indicano una possibile contaminazione da botulino o altri batteri. In tal caso la conserva deve essere immediatamente smaltita.

Dopo l'apertura, conservare i barattoli in frigorifero e consumare gli alimenti entro pochi giorni per evitarne il deterioramento.

Conservazione in Dispensa ed Etichettatura

Le conserve pastorizzate possono essere conservate per diversi mesi in dispensa, sebbene sia consigliabile consumarle entro un anno. Dopo l'apertura, è necessario trasferire eventuali avanzi in contenitori ermetici e conservarli in frigorifero per preservare la loro freschezza e sicurezza.

Etichettare ogni barattolo annotando sull'etichetta il tipo di alimento, la data di preparazione e di scadenza del prodotto.

Dubbi o Conserve Contaminate: Come Agire

In caso di dubbi, non assaggiate gli alimenti conservati e provvedete subito a smaltire barattoli e bottiglie potenzialmente contaminati. Indossate i guanti prima di maneggiare i contenitori e mettete l'alimento o il contenitore in un sacchetto di plastica; quindi, chiudetelo con del nastro adesivo e gettatelo nell'immondizia.

Non gettate le conserve contaminate nel lavandino, nel water, nella compostiera o nel contenitore per il riciclaggio. Pulire sempre le fuoriuscite di cibo potenzialmente contaminato con la candeggina o altro disinfettante apposito.

Cosa Fare se Avete Ingerito Conserve Contaminate

La malattia causata dalla tossina botulinica può manifestarsi entro poche ore o fino a 10 giorni dall'assunzione di alimenti contenenti Clostridium botulinum. I sintomi della malattia possono includere:

  • Visione doppia o offuscata
  • Palpebre cadenti
  • Eloquio confuso
  • Difficoltà a deglutire
  • Secchezza delle fauci
  • Debolezza muscolare crescente

Se si manifesta uno di questi sintomi, soprattutto dopo aver consumato conserve alimentari, è bene recarsi immediatamente in ospedale.

Sicurezza Alimentare nella Conservazione Domestica

Bastano poche precauzioni durante la conservazione domestica degli alimenti per ridurre drasticamente il rischio di botulismo e godersi in tutta sicurezza le proprie conserve fatte in casa.

Conservazione sott'olio

Muffa sulla marmellata: cosa fare?

È un classico dimenticarsi il vasetto e poi riaprirlo e trovare una sorpresa sgradita: la muffa sulla marmellata si forma spesso. C'è chi ci passa sopra, togliendo semplicemente con un cucchiaio la parte intaccata, chi invece butta tutto via. Cosa è meglio fare?

Perché si forma la muffa sulla marmellata

Non è matematico: perché si formi muffa sulla marmellata devono sussistere tre specifiche condizioni: La muffa sulla marmellata si forma quando c'è una temperatura tra i 15 e i 30 gradi, umidità, aria che entra dopo averla aperta. Inoltre l'acidità, tipica degli agrumi, può accelerare il processo.

Perché nelle marmellate senza zucchero si forma più facilmente la muffa

Vi siete accorti anche voi che nelle marmellate senza zucchero la muffa si forma prima? C'è un motivo preciso anche per questo: «Nelle marmellate senza zucchero la muffa si forma più facilmente perché lo zucchero, anche se di poco, grazie alle sue proprietà igroscopiche (ovvero di assorbire umidità, ndr) ne inibisce la formazione» prosegue l'esperto.

Perché la muffa sulla marmellata può essere pericolosa

In ogni caso quel che conta è non sottovalutare: «La muffa» chiarisce Di Flaviano, «può contenere tossine di vario tipo, che dipendono da caso a caso e che possono avere effetti anche gravi sia nel breve che nel lungo periodo se ingerita frequentemente e in grosse quantità».

Come prevenire la formazione di muffa sulla marmellata

Prima mossa dunque è prevenire: «Per evitare la formazione di muffa, la marmellata va conservata correttamente. Prima che venga aperta si può conservare in dispensa, ma una volta aperta va messa in frigorifero: le basse temperature rallentano la formazione di muffa. Perciò attenzione: non vuol dire che la inibiscano completamente. Per questo motivo è sempre bene controllare se il vasetto è in frigorifero da un po'. L'ideale sarebbe consumarlo entro una settimana» dice Di Flaviano. Altro consiglio: «Dato che la muffa si forma sul tappo, per prevenire lavatelo almeno una volta a settimana con acqua calda e sapone neutro per i piatti. Non da ultimo, tenete il frigo sempre pulito: l'igiene è nemica di muffe e batteri».

Quando la marmellata fa la muffa si può mangiare?

Meglio sprecare cibo o basta togliere la muffa che si forma sulla marmellata con un cucchiaio? «Non basta togliere la muffa che si forma sulla marmellata con un cucchiaio: va buttata via. La muffa non è solo quella che vediamo superficialmente: grazie alla consistenza gelatinosa della marmellata, la muffa può penetrare anche fino al fondo del vasetto. E, come detto, può essere pericolosa» dice Di Flaviano.

Come fare per essere sicuri che nella marmellata non ci sia muffa

Altro consiglio è non fermarsi all'apparenza. «Capita talvolta che la muffa non sia visibile a occhio nudo, ma basta fare un veloce controllo: se la marmellata non è acquosa, mantiene la consistenza gelatinosa, non ha un odore diverso da quello della frutta, non c'è pericolo. Altrimenti anche in questo caso va buttata via» prosegue Di Flaviano

Cosa fare in caso di ingestione di muffa

Nel caso remoto in cui doveste accorgervi di aver ingerito muffa, contattate il medico.

Misure Aggiuntive per la Sicurezza

Quando si preparano conserve di pomodoro o verdure sott'olio in casa è sempre meglio bollire i vasetti (almeno 10 minuti) prima del loro utilizzo. Utile a scongiurare la formazione del botulino anche l'aggiunta di sale e aceto nella salamoia di cottura - 15% di sale e 1/2 di aceto, con acidità che raggiunge almeno al 5,5% (pH 4,5%). Questo infatti fa sì che il batterio muoia e, con esso, anche le sue tossine. Le spore, invece, resistono al pH acido e alla salinità ma, in questa condizione, non germinano.

Ri-bollire i vasetti già riempiti, a meno che non si raggiungano i 100°C e si protragga il trattamento per almeno 4-5 ore, non preserva dal rischio di germinazione delle spore.

Acidificazione: Un Passo Cruciale

Acidificazione (pH <4.5): metodica che prevede la bollitura o la scottatura dell'alimento in una soluzione acida (composta da acqua ed aceto oppure da solo aceto). La scottatura garantisce un'ottimale consistenza dell'alimento, mentre l'acidificazione (ovvero la riduzione del pH al di sotto di 4.5) si rivela una pratica indispensabile nella conservazione sott'olio, per impedire la germinazione delle spore botuliniche.

L'aceto ideale per questo trattamento è sicuramente quello di vino, con acidità pari o superiore al 6%. Se si desidera utilizzare un aceto più delicato (es. aceto di mele, con acidità pari al 5%) si consiglia di non diluirlo in acqua, bensì di utilizzarlo puro.

Dopo il preliminare trattamento nella soluzione di acqua ed aceto, l'alimento va strizzato o comunque asciugato dall'acqua in eccesso. Ad esempio, quando si conservano le melanzane sott'olio, queste dovranno prima essere bollite in acqua ed aceto, poi strizzate e lasciate asciugare in un panno pulito per alcune ore, oppure per una notte, al fine di rimuovere quanta più acqua possibile. Ricordiamo brevemente che la presenza di acqua nell'alimento può facilitare lo sviluppo di muffe, altri microorganismi potenzialmente pericolosi per l'organismo oppure addirittura favorire la germinazione di spore botuliniche.

Trattamento delle Spezie ed Erbe Aromatiche

Particolare attenzione va posta nell'utilizzo di piante aromatiche inserite a crudo nelle conserve sott'olio: anche le spezie devono infatti essere adeguatamente trattate per abbattere il rischio di contaminazione microbica. A tale scopo, si consiglia l'utilizzo di aromi essiccati; chi desidera utilizzare piante aromatiche fresche, dovrà invece procedere con la scottatura in acqua ed aceto, e con la successiva asciugatura in un panno pulito.

Riempimento degli Spazi d'Aria

Durante l'invasamento, non è raro osservare la presenza di piccole bolle d'aria intrappolate nell'olio. Per colmare tutti gli spazi vuoti, è buona regola pressare l'alimento con una spatola o con uno specifico pressello (entrambi gli utensili devono essere sottoposti a preliminare trattamento termico in acqua bollente o in lavastoviglie); si dovrà poi attendere qualche ora prima di chiudere il barattolo con il tappo per favorire l'uscita dell'aria. Accertare che l'alimento da conservare sia completamente coperto con l'olio. Dopo aver invasato ed atteso la fuoriuscita di eventuali bolle d'aria dal barattolo, è probabile che il livello dell'olio sia sceso, lasciando dunque scoperte alcune parti dell'alimento. Potrebbe dunque essere necessario procedere con un rabbocco, ovvero con l'aggiunta di altro olio.

Pastorizzazione delle Conserve Sott'Olio

La pastorizzazione della conserva sott'olio a 80°C per almeno 10 minuti garantisce l'eliminazione di eventuali tossine botuliniche (molto meno resistenti al calore rispetto alle spore). Nelle conserve sott'olio, in cui le condizioni di acidità e scarsità d'acqua riducono la resistenza delle spore al calore, è sufficiente un trattamento di pastorizzazione a temperature relativamente basse (80°C) per pochi minuti.

Tabella Riassuntiva delle Misure di Sicurezza

Misura di Sicurezza Descrizione
Sterilizzazione Lavare e bollire vasetti e utensili.
Acidificazione Bollire o scottare gli alimenti in aceto.
Pastorizzazione Riscaldare le conserve a 80°C per 10 minuti.
Conservazione Conservare in un luogo fresco e buio.

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