Spaghetti Western: Storia, Caratteristiche e Figure Chiave

Tutti ne hanno sentito parlare, tantissimi li hanno visti e amati. E amati. C’è poi chi, seppur non avendoli mai guardati, ne conosce le atmosfere grazie alle inconfondibili colonne sonore. L’espressione “spaghetti western” è nata negli Stati Uniti.

All’inizio aveva una connotazione negativa e stava a indicare dei film girati in italiano, con budget ridotti, secondo gli stilemi dei western hollywoodiani, come quelli targati Ford-Wayne. Nonostante un'iniziale diffidenza, il genere si andò sempre più imponendo presso il grande pubblico, raccogliendo in alcuni casi anche il plauso della critica.

Genere cinematografico affermatosi in Italia nella prima metà degli anni Sessanta, il western all’italiana, ribattezzato negli Stati Uniti “spaghetti western" con evidente accezione dispregiativa, emerge in una fase in cui la produzione hollywoodiana di film ambientati nel Far West era fortemente in declino.

L’operazione attuata da autori come Sergio Leone, Sergio Corbucci, Duccio Tessari, Sergio Sollima, Antonio Margheriti, Enzo G. Castellari (spesso celati dietro pseudonimi anglofoni così da far credere allo spettatore italiano di assistere a una pellicola effettivamente statunitense) si basa, di fatto, su un dislocamento geografico e su un’ampia rilettura narrativa e formale che vede interessato il genere nordamericano per eccellenza, indicando così una via italiana a questo regime filmico volta alla decostruzione di un Mito tanto storico quanto ideologico.

Nato dalle ceneri del peplum, ciclo epico-mitologico che aveva dominato il mercato italiano e d’oltreoceano tra l’inizio degli anni Cinquanta e l’inizio del decennio successivo, il western all’italiana verrà guidato dal successo europeo di Per un pugno di dollari (1964), secondo film di Sergio Leone dopo Il colosso di Rodi (1961) e atto primo di una trilogia che vede protagonista Clint Eastwood nei panni di un anti-eroe solitario e privo di nome.

Si tratta di un’opera capace di farsi icona globale di un’intera filmografia e di dare vita, in Italia, a un ciclo che si rivelerà di lì a poco sorprendentemente redditizio. Ma anche di giungere negli Stati Uniti (qualche anno più tardi, nel 1967) imponendosi come vero e proprio “caso cinematografico”: il successo spettatoriale, dovuto anche alla vasta distribuzione e alla massiccia promozione della United Artists, non corrisponderà a quello di critica.

Il primo western italiano fu Una signora dell'Ovest, girato nel 1942 e da altri film-parodia. Secondo wikipedia «Il primo western italiano fu Il terrore dell’Oklahoma del 1959 di Mario Amendola». La Storia del Cinema, da parte sua, tende quasi unanimemente a far coincidere la nascita del genere con Per un pugno di dollari di Sergio Leone del 1964. Film di cui è inutile parlare perché è già stato scritto tutto.

Gli spaghetti western hanno evidenti caratteristiche diverse rispetto agli “omologhi” americani. Sono più orientati all’azione e hanno dialoghi molto scarni. Forse perché i protagonisti non devono spiegare il perché delle loro azioni: a muoverli è sempre l’interesse, in particolare di denaro. Messo da parte l’idealismo, difatti, nei western all'italiana il protagonista non è quasi mai un eroe, bensì un antieroe.

Protagonisti cinici, senza scrupoli, dotati di una sottile e a volte macabra ironia, che non si fanno certo problemi a sparare, anzi: gli spaghetti western sono più crudi dei film americani. Manca però il tema ricorrente oltreoceano della guerra ai pellerossa: più probabile che i banditi siano rumorosi e spietati messicani. A caratterizzare i western all’italiana è l’uso della musica, vero e proprio ingrediente della narrazione.

Ennio Morricone - Sergio Leone Greatest Western Music of All Time (Remastered HQ Audio)

Caratteristiche Distintive dello Spaghetti Western

Lo “spaghetti-western” è stato infatti spesso descritto, in ambito statunitense, come una storpiatura low budget del western classico. Per il pubblico più giovane, tuttavia, esso si configura come una rivitalizzazione del genere in termini di immagini e musica (le colonne sonore di Ennio Morricone fanno da caso esemplare) e di realismo.

Il violento e anti-tradizionale neo-western americano, si pensi in particolare al paradigmatico The Wild Bunch (Il mucchio selvaggio, 1969) di Sam Peckinpah, sembrerebbe in effetti essere debitore verso il modello italiano e in particolare quello leoniano, dimostrando fattività, proficuità e complessità di uno scambio transatlantico le cui basi risultano salde ancora oggi.

Il riferimento va in special modo a Quentin Tarantino, noto estimatore degli exploitation movies italiani, la cui grammatica filmica è costellata di riferimenti e omaggi ai western di Leone, Margheriti e Corbucci. Nel western all’italiana è inoltre lo spazio scenico stesso a essere reinventato.

Uno degli aspetti che più distingue il western italiano da quello americano è la caratterizzazione dei personaggi. Parliamo ora di due figure poco presenti nel western all’italiana: quella della donna e quella del nativo americano. Altro caso simile è quello della figura femminile.

Un altro elemento di innovazione e, direi, anche di trasgressione del cinema western italiano è la rappresentazione esplicita della violenza. Ultima particolarità degli spaghetti western è il ruolo del suono. Grazie al talento dei compositori di quegli anni, uno tra tutti il compianto Ennio Morricone, la musica diventa parte integrante del racconto arrivando a sostituire i dialoghi.

I suoni anticipano l’azione, hanno una funzione di guida e rendono il racconto più emozionante e dinamico. Anche qui troviamo nel gran mare di pattume idee e piccoli capolavori. In fondo la metafora del sud-Italia.

Anche le ambientazioni erano desolate, sporche e polverose. I film di Sergio Leone riscossero un largo favore di pubblico e poi, col tempo, anche di critica. Un collaboratore fisso che contribuì a caratterizzare fortemente le sue opere fu il compositore Ennio Morricone.

Ma tra le pellicole di Leone, quella da vedere assolutamente è Il buono, il brutto, il cattivo. Nei film di Sergio Leone, che come tutti ben sanno è il Padre Fondatore del western all’italiana, ci sono vari elementi: le palle di fieno che rotolano portate dal vento, ci sono le strade impolverate, i saloon, le pistole, gli sceriffi con le stelle, la levità della vita che non vale niente e in cui non esiste alcuna forma di resipiscenza; però - cosa fondamentale - non ci sono le motivazioni del vecchio West, quelle che sono state il perno principale sul quale si è sviluppato il cinema (e la storia) americana (a cominciare da Nascita di una Nazione del Padre Fondatore - stavolta - del cinema, David W.

Lo spaghetti western, in fin de conti, è un genere a sé stante. Il genere preferito da Quentin Tarantino il quale sostiene di trovare «noiosi» i film di John Ford, e che per parte sua ne ha girati già due (per i pochi che non lo sapessero i film in questione sono Django Unchained e l’ultimo suo lavoro, ancora nelle sale, The Hateful Height che è finalmente valso l’Oscar al leggendario Ennio Morricone, il quale è stato accosta da Tarantino a Mozart e Beethoven).

Tabella: Confronto tra Western Classico e Spaghetti Western

Caratteristica Western Classico Spaghetti Western
Temi Conquista del West, lotta tra civiltà e natura, eroe incorruttibile Violenza, moralità ambigua, critica dei valori tradizionali
Violenza Moderata, spesso stilizzata Esplicita, realistica e brutale
Personaggi Eroi idealizzati, buoni contro cattivi Antieroi, personaggi ambigui moralmente
Stile Visivo Inquadrature ampie, fotografia classica Primi piani intensi, movimenti di macchina fluidi, fotografia suggestiva
Musica Orchestrale, tradizionale Innovativa, con armonica, tromba e fischio (Ennio Morricone)

Figure Chiave dello Spaghetti Western

Se il regista più noto di questo sottogenere cinematografico è senza dubbio Sergio Leone, sono anche altri i cineasti che hanno riscosso successo in Italia e all’estero. Oltre ai già citati Morricone, Nero, Gemma e Eastwood, che dopo aver preso parte alla trilogia del dollaro raggiunse lo status di star, tra le altre icone degli spaghetti western non si può non citare Lee Van Cleff l' indimenticabile cacciatore di taglie "Sentenza" dei film di Sergio Leone, nonché protagonista di molti altri western famosi.

La seconda icona western più famosa al mondo, dopo Clint Eastwood, è il nostro Giuliano Gemma: leggendario supereroe del cinema italiano e che nello spaghetti western ha trovato la sua espressione più alta. Giuliano Gemma con il suo fisico scolpito (debitore del suo passato da pugile) con il suo sorriso beffardo ed allo stesso tempo malinconico tipico degli eroi senza tempo ha incarnato l’Eroe nazional-popolare più esportato all’estero (assieme a Lando Buzzanca, che nel Sud America è ancora oggi oggetto di idolatria).

Altra figura chiave del genere è il già citato Lee Van Cleef: leggendario attore dagli occhi scuri e penetranti e che vanta apparizioni sia in western canonici americani che nei western spaghetti italiani, oltre al vanto di aver interpretato uno dei protagonisti in Per qualche dollaro in più ed il cattivo Il buono, il brutto e il cattivo.

Sergio Leone

Sergio Leone è considerato il padre dello Spaghetti Western. La sua "Trilogia del dollaro" (Per un pugno di dollari,Per qualche dollaro in più,Il buono, il brutto, il cattivo) ha definito il genere e ha lanciato la carriera di Clint Eastwood. Leone ha saputo combinare elementi del western hollywoodiano con uno stile visivo innovativo e una narrazione più complessa, creando un genere completamente nuovo.

Sono cinque gli spaghetti western girati da Leone. I primi tre compongono la celeberrima trilogia del dollaro, che ha come protagonista l’enigmatica figura dell'uomo senza nome, interpretata da Clint Eastwood, sempre con gli stessi abiti e l’inconfondibile mimica: Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966). A legare il tutto, le indimenticabili colonne sonore firmate Ennio Morricone.

Ennio Morricone

Ennio Morricone è il compositore che ha definito il suono dello Spaghetti Western. Le sue colonne sonore, caratterizzate da melodie memorabili, arrangiamenti innovativi e un uso sapiente di strumenti come l'armonica, la tromba e il fischio, sono diventate iconiche e hanno contribuito in modo significativo al successo del genere.

Clint Eastwood

Clint Eastwood è l'attore che ha incarnato l'eroe dello Spaghetti Western. Il suo personaggio del "L'uomo senza nome" nella "Trilogia del dollaro" è diventato un'icona del cinema western, un pistolero silenzioso, efficiente e moralmente ambiguo. Eastwood ha poi continuato a recitare e dirigere western, sia in Italia che a Hollywood, contribuendo a mantenere vivo il genere.

Film Essenziali dello Spaghetti Western

Il prolifico filone del western all’italiana è durato circa un quindicennio. A legare il tutto, le indimenticabili colonne sonore firmate Ennio Morricone. Tra i tantissimi titoli, a parte i due Ringo, sono degni sicuramente da essere menzionati: I giorni dell’ira del 1967 di Tonino Valerii, in cui divide lo schermo assieme ad un’altra icona assoluta del genere: Lee Van Cleef.

  • Per un pugno di dollari (1964): reinventò il genere western, ormai in declino, ridefinendone gli archetipi. Anche grazie al fortunato casting di Clint Eastwood, che costava meno di James Coburn.
  • Il buono, il brutto, il cattivo (1966): capolavoro riconosciuto della Trilogia, rappresenta bene la durissima Guerra di secessione americana.
  • Django (1966): Adorato da Quentin Tarantino, interpretato da Nero, diretto da Corbucci e musicato da Luis Bacalov, Django inizia con il protagonista che cammina trascinandosi dietro una cassa da morto.
  • Quién sabe? (1966): Nel film, ambientato nel 1917 durante la rivoluzione messicana, è presente un trio d’attori molto bravi e molto “In parte”: Lou Castel, che interpreta l’americano Bill Tate un sicario americano pagato dal governo di Città del Messico per uccidere il generale ribelle Elías, ma che finge di essere ricercato, il quale diventa amico (dopo il famoso e strepitoso incipit del film dell’assalto al treno) di El Chuncho, interpretato da un sempre ottimo Gian Maria Volontè, che è a capo di una banda di rivoluzionari messicani e che ruba le armi dell’esercito per venderle ai ribelli del generale Elias.
  • Il grande silenzio (1968): diretto da Sergio Corbucci. Degno di nota è anche Vamos a matar compañeros del 1970, ambientato durante la rivoluzione messicana, e che riesce a mettere insieme due fra gli attori più quotati in Italia in quel periodo: Franco Nero e Tomas Milian che risultano un’ottima accoppiata.
  • Lo chiamavano Trinità… (1970): di Enzo Barboni in arte E.B. Clucher. Nel film in questione Terence Hill interpreta Trinità.

Impatto e Eredità dello Spaghetti Western

Sebbene il grande successo tra gli anni Sessanta e Settanta, il genere degli spaghetti western non è riuscito a evitare il destino della maggior parte dei generi cinematografici. Tuttavia, non sono mancati numerosi film che omaggiassero e facessero riferimenti al filone del cinema western all’italiana. C’è poi il ben noto regista Quentin Tarantino, il quale ha sempre affermato di essersi avvicinato al cinema grazie alle pellicole di Leone. Il suo film Django Unchained (2012) richiama già dal titolo la famosa saga degli anni Sessanta di Sergio Corbucci.

In conclusione, l’importanza del western all’italiana sta soprattutto nell’essere il caso più duraturo di “film di genere” nella storia del cinema italiano, dopo la commedia all’italiana, con la produzione di oltre 400 pellicole tra gli anni Sessanta e Settanta.

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