La tartiflette, una parola che evoca immagini di camini accesi, tavolate conviviali e paesaggi innevati. Questo piatto tipico della Savoia è molto più di una semplice ricetta: è un invito a rallentare, a godere del calore domestico e del piacere del buon cibo condiviso. In ogni porzione si ritrova l'essenza della cucina alpina, fatta di ingredienti semplici e genuini.
Originaria delle Alpi francesi, la tartiflette nasce come piatto rustico e conviviale, pensato per essere gustato in compagnia. Non necessita di fronzoli: la sua semplicità è ciò che conquista. Basta un forno caldo e un po' di pazienza per ottenere una gratinatura dorata e profumata che stimola l'appetito al solo sguardo.
Se ami i piatti a base di formaggio e cerchi una ricetta che combini gusto, tradizione e spirito di condivisione, la tartiflette è la scelta perfetta. Una coccola invernale, una specialità che ti farà sentire tra i rifugi di montagna anche restando a casa.
Tartiflette Savoyarde: Un Classico Vintage Anni '80
La Tartiflette Savoyarde è un piatto tipico dell'Alta Savoia, molto apprezzato anche in Valle d'Aosta. Conosciuta per il suo sapore avvolgente e l'atmosfera conviviale che evoca, è diventata famosa negli anni Ottanta, quando veniva servita in rifugi, bistrot e ristoranti di montagna. Ancora oggi è una presenza fissa nei locali valdostani, dove viene proposta spesso in cocottine monoporzione, perfette per un piatto unico scenografico e saporito.
Questo è il genere di piatto che si prepara senza troppe complicazioni ma con grande soddisfazione. Si parte dalle patate: lessatele in abbondante acqua salata per circa 10 minuti, poi lasciatele raffreddare e tagliatele a rondelle. In una padella rosolate cipolle e pancetta con un filo d’olio e sfumate con un goccio di vino bianco. Il profumo è già irresistibile.
La vera anima del piatto, però, è il Reblochon, un tipo di formaggio prodotto con latte crudo vaccino, originario proprio dell’Alta Savoia. La tartiflette è un piatto nato per promuovere il Reblochon e ne celebra tutto il gusto deciso. Va tagliato a metà in senso orizzontale, buccia compresa, e disposto sopra lo strato di patate, per poi sciogliersi in forno creando una crosticina dorata e filante.
A questo punto non resta che unire tutto in una pirofila: patate, soffritto, sale e pepe, e infine il formaggio. Mescolate delicatamente gli ingredienti oppure stratificateli a piacere, poi infornate. Dopo pochi minuti la casa sarà invasa da un profumo che richiama subito la montagna.
Questa è la prima volta che la preparate? Non temete: è una ricetta rustica e indulgente, che non richiede perfezione ma solo buoni ingredienti e tanto amore. Se siete amanti delle patate, delle patate e cipolle, e di tutto ciò che è gratinato e filante, questa ricetta diventerà presto una delle vostre preferite.
L'Ingrediente Essenziale: Le Patate
In una buona tartiflette non possono certo mancare le patate, protagoniste silenziose ma fondamentali. Questo tubero, così semplice e versatile, è in grado di trasformare un piatto in un’esperienza ricca e appagante. Ma attenzione: per ottenere il risultato perfetto, la scelta della varietà è fondamentale.
Le patate appartengono alla famiglia delle Solanacee, genere Solanum tuberosum. Arrivate in Europa nel Cinquecento grazie agli spagnoli, ci hanno messo un po’ a farsi amare, ma da allora non ci hanno più lasciato. Oggi rappresentano uno degli ingredienti più utilizzati nella nostra cucina.
Esistono più di 600 varietà di patate, e il numero continua a crescere grazie alle ibridazioni e alla ricerca agronomica. Una distinzione semplice ma utile è quella tra patate a polpa bianca e a polpa gialla. Le prime cuociono più velocemente, mentre le seconde mantengono meglio la consistenza in cottura, qualità ideale per preparazioni gratinate come la tartiflette.
Tra le varietà più adatte a questa ricetta troviamo:
- Bea: tuberi oblunghi a pasta gialla, ottimi per il forno.
- Sirtema: rotondeggianti, giallo chiaro, resistenti alla cottura.
- Sieglinde: forma reniforme, perfette per piatti rustici.
- Majestic: di origine trentina, a polpa bianca e dal gusto delicato.
- Bintje: conosciuta anche come patata olandese, molto diffusa e versatile.
Per la tartiflette, scegliete patate che reggano bene la cottura e che non si disfino troppo. L’equilibrio tra cremosità e struttura è ciò che rende questo piatto così speciale: ogni forchettata deve avere la giusta dose di patata, pancetta e formaggio filante. Con le patate giuste, la riuscita è assicurata!
Il Reblochon: Cuore della Tartiflette
Cominciamo dal cuore della tartiflette: il Reblochon. Questo formaggio tipico di montagna nasce in Savoia ed è giovane, morbido, cremoso. Il suo nome deriva dal verbo dialettale reblocner, ovvero “spremere di nuovo la mammella della vacca”. Una seconda mungitura, più ricca e densa, proveniente da razze alpine come Abondance, Montbéliarde e Tarine.
Il Reblochon ha una forma rotonda, una crosta sottile e vellutata, dai toni che vanno dal giallo-arancio al rosa tenue. Le muffe naturali sulla crosta gli conferiscono un profumo fresco e delicato, mentre la pasta interna è liscia, umida, elastica e cremosa. Il suo gusto ha un retrogusto inconfondibile di nocciola.
Viene prodotto in tre modalità: fermier (artigianale, in alpeggio), coopérative (in caseifici collettivi) oppure industriel. La stagionatura avviene in cantina a 16°C per un minimo di 2 settimane, ma può durare fino a un mese. Ne esiste anche una versione ridotta, il Petit Reblochon.
Se non trovi il Reblochon, non disperare: puoi sostituirlo con formaggi dal sapore e dalla consistenza simili, come il Taleggio, il Camembert o il Brie. E per chi è intollerante al lattosio? C’è una soluzione deliziosa anche in quel caso. Con la Fontina Valdostana DOP ho ottenuto un risultato cremoso e sorprendente. Provala: ti innamorerai.
Le Antiche Radici della Tartiflette Savoyarde
La Tartiflette Savoyarde, un piatto che oggi simboleggia la cucina savoiarda, affonda le sue radici in un contesto storico-culturale piuttosto recente, nonostante si ispiri a pratiche culinarie molto più antiche.
La ricetta, così come è comunemente conosciuta oggi, è stata sviluppata negli anni ’80 dalla federazione degli industriali del Reblochon per aumentare le vendite di questo formaggio.
Il formaggio Reblochon, elemento centrale della tartiflette, ha una storia affascinante che risale al XIII secolo. Il suo nome deriva dal termine patois “reblocher”, che significa “mungere di nuovo”. Questo era un trucco usato dai contadini per evitare di pagare troppe tasse ai proprietari delle terre. Mungevano parzialmente le mucche alla presenza dei latifondisti per calcolare la tassa sul latte prodotto e successivamente, di nascosto, completavano la mungitura. Il latte ricavato era molto grasso e perfetto per fare un formaggio ricco e saporito: il Reblochon.
La tartiflette ricetta francese vera e propria, sebbene si basi su metodi di cottura tradizionali che includono ingredienti tipici della regione come patate, cipolle e lardo o pancetta, è un’invenzione moderna che ha contribuito a diffondere la notorietà del Reblochon oltre i confini della Savoia.
Questa ricetta si è diffusa rapidamente grazie alla sua semplicità e al suo sapore ricco e confortante. Oggi, la tartiflette è un piatto invernale popolare non solo nelle regioni alpine, ma in tutta la Francia e anche a livello internazionale, apprezzato per la sua capacità di coniugare gusto e convivialità.
Consigli e Varianti per una Tartiflette Perfetta
Per preparare la tartiflette, iniziate cuocendo le patate: noi le abbiamo cotte in acqua salata in pentola a pressione per 10 minuti. Le patate non devono essere troppo cotte perché le fette devono rimanere intere; se cuociono troppo, tagliandole si romperanno.
Sfumate la cipolla con il vino e continuate la cottura fino a quando la cipolla sarà molto morbida. Quando le patate saranno cotte, lasciatele raffreddare completamente e, quando saranno fredde, sbucciatele e tagliatele a fette spesse mezzo cm, facendo attenzione a non romperle.
Preparate ora la fonduta di reblochon: private il formaggio dalla crosta esteriore e scioglietelo, a bagnomaria o al microonde, in una terrina. Componete la tartiflette: oliate leggermente 4 pirofile di ceramica (diametro 18-20 cm circa) e disponete in ognuna 4 fette di pancetta a formare una croce, lasciando metà fetta fuori dalla terrina. Potete comporre la tartiflette anche in una pirofila unica.
Versate sulle patate la fonduta di reblochon, ripiegate la pancetta sulla superficie della terrina e infornate in forno statico già caldo a 250° per 13-15 minuti (ventilato 230° per 10 minuti), fino a che la superficie non sarà ben dorata e croccante.
Potete conservare la tartiflette in frigorifero, coperta con la pellicola, e consumarla entro 3 giorni, scaldandola in forno. Potete congelare la tartiflette, ma senza formaggio.
Calda, fondente, scioglievolissima: la tartiflette è un piatto meraviglioso, che dovete provare. Prima di lanciarvi ad acquistare il Reblochon, però, qualche consiglio perché tutto fili liscio.
- Le patate: tagliatele solo quando saranno completamente fredde, altrimenti si rompono.
- La cottura: io ho usato delle pirofile di ceramica, ma se sono di rame ancora meglio.
- Il Reblochon: provare per credere.
TARTIFLETTE - Ricetta tradizionale francese Petitchef.it
L'inverno sembra non finire mai: scaldatevi con un piatto rustico e sostanzioso, la tartiflette!
Tabella Nutrizionale (per porzione)
Nutriente | Valore Approssimativo |
---|---|
Calorie | Circa 600-800 kcal |
Grassi | 40-60g |
Carboidrati | 30-40g |
Proteine | 20-30g |
Questo è un piatto da provare almeno una volta nella vita. Ti riscalda, ti coccola, e soprattutto… lascia un ricordo indelebile.
tags: #tartiflette #ricetta #originale