Il Dirty Martini è un cocktail a base di vodka, conosciuto anche come Martini in Salamoia e parente stretto del celebre Vodka Martini. Ma cosa rende questo cocktail così speciale? In questa guida, esploreremo le origini del cocktail Martini, le sue varianti più famose e, naturalmente, la ricetta originale del Dirty Martini.
Aneddoti e un Po' di Storia
Le origini del cocktail Martini non sono molto chiare ed esistono più teorie ampiamente accettate. La città di Martinez, in California, rivendica i diritti di proprietà del cocktail Martini. La leggenda narra che il proprietario di una taverna locale inventò il “Martinez Special” durante la corsa all’oro per celebrare l’enorme bottino di un minatore di particolare successo.
Anche The Modern Bartender Guide di O.H Byron (1884) indica il famoso cocktail come “Martinez”, ma lo descrive come una variante del Manhattan, che ha una base di whisky anziché di gin. Rispetto ai cocktail Martini più recenti, le varianti originali erano solitamente dolci. Si pensa che il drink sia diventato progressivamente più secco, in parte a causa della popolarità del London Dry Gin. Indipendentemente dalle sue origini, il suo status di icona è innegabile.
L’iconico cocktail MARTINI è un classico senza tempo ordinato da chiunque, da Churchill a Hemingway. MARTINI, che inizia la sua storia tra 1863 nella città di Torino, in Italia, nasce dalla collaborazione tra Alessandro Martini, Luigi Rossi e Teofilo Sola. La combinazione delle loro esperienze nel mondo del vino, delle erbe, delle essenze botaniche e degli affari pone le basi per quello che sarebbe diventato un marchio iconico negli anni a venire.
Un americano, un russo, un inglese...Nel tardo pomeriggio di martedì 5 dicembre 1933, Roosevelt pose fine al XVIII emendamento e all’era del proibizionismo negli States con il “repeal”. Gli americani erano nuovamente liberi di acquistare e consumare alcol alla luce del sole, mentre il Governo fu felice dell’impennata di introiti derivanti dalle tasse applicate alla vendita di alcolici. L’episodio non sarà direttamente connesso al nostro Dirty Martini ma probabilmente può far comprendere l’inclinazione del presidente Roosevelt per i cocktail (sembra infatti che la consuetudine fossero due vodka martini prima di cena)....ed un Dirty Martini.
E arriviamo al ’45 quindi, quando alla conferenza di Yalta, in Crimea, Roosevelt, Stalin e Churchill si resero protagonisti di decisioni che avrebbero determinato la fase conclusiva del secondo conflitto mondiale. Cosa centra il Dirty Martini? Ebbene, Roosvelt ebbe modo di offrire proprio questo cocktail a Stalin, non un evento di poco conto se si considerano le tensioni e gli interessi che caratterizzavano quel momento storico e i rapporti fra queste super potenze.
Perché "Dirty"?
In effetti, sembrerebbe un peccato alterare l’equilibrio del classico Vodka Martini, o Vodkatini, cocktail a base di vodka e vermut dry. Il cocktail di cui parliamo oggi è “sporcato” da un accenno di salamoia, utilizzata per la conservazione delle olive, elemento che lo rende più torbido alla vista e più adatto a palati forti. Il nome “Dirty Martini” deriva dall’aspetto torbido che le olive in salamoia conferiscono al cocktail.
Un drink con la salamoia d’olive può effettivamente sembrare strano ai barman alle prime armi oppure a molti clienti. In realtà questo ingrediente è estremamente interessante da utilizzare perché in grado di donare sfumature sapide/umami ai drink. Al di là del particolare aroma che la salamoia può avere, svolge un ruolo molto simile alla soluzione salina che molti di voi aggiungono a tanti drink. Chiaramente vi consiglio di utilizzare esclusivamente della salamoia d’olive lattofermentate home-made.
Voglia irrefrenabile di provare un ottimo Dirty Martini? Giusto, ma non sbagliare Vodka! Naturalmente la nostra Premium Vodka sa fare anche il gioco “sporco”.
VODKA MARTINI Cocktail Tutorial - Ricetta Vodka Martini, Ingredienti e Preparazione
Come Preparare un Dirty Martini Perfetto
Innanzitutto per servire un cocktail Martini, devi scegliere la base che desideri utilizzare: gin o vodka. L’unico altro ingrediente è il vermouth, che aggiunge profondità e complessità. Il drink può essere servito liscio, senza ghiaccio o on the rocks, con ghiaccio. I cocktail Martini sono di solito serviti con una guarnizione di olive o una scorza di limone. Il bello dei cocktail Martini è la possibilità di personalizzarli in base ai propri gusti, esistono infatti diverse varianti che vale la pena esplorare.
Ecco quindi la ricetta semplice con le dosi e il procedimento per preparare il cocktail Martini anche a casa:
- Raffreddare un mixing glass con tanto ghiaccio, quindi scolare l'acqua in eccesso.
- Versare il vermout dry e il gin (o la vodka) nel mixing glass.
- Aggiungere un po' di salamoia d'olive.
- Mescolare delicatamente.
- Versare il drink filtrando in una coppetta ghiacciata.
- Completare guarnendo con un'oliva verde in salamoia.
Varianti del Martini
Quando si parla di Martini Dry le varianti sono davvero molte. La più famosa è sicuramente il Vodka Martini o Vodkatini, che sostituisce il gin con la vodka, reso celebre da James Bond che nei film lo ordina sempre “agitato, non mescolato“. Il Dirty Martini (sempre vodka e vermut dry) è rafforzato invece dall’acqua di conservazione delle olive. Il Gibson invece prevede la ricetta classica del Martini cocktail, ma con l’aggiunta di una cipollina in agrodolce come guarnizione. Altri grandi classici sono l’Espresso Martini con vodka e liquore al caffè e il French Martini che alla vodka aggiunge liquore al lampone e succo d’ananas.
I cocktail Martini sono solitamente secchi, ma alcuni li preferiscono “dry” o “extra dry”. Il grado di “secchezza” del Martini riflette la quantità di vermouth presente nel cocktail. Agli antipodi del Martini Dry, il Wet Martini utilizza una quantità di vermouth maggiore rispetto al liquore di base. Il cocktail Perfect Martini include sia il vermouth secco che quello dolce. Con un rapporto fifty-fifty di vermouth secco e vermouth dolce, di solito MARTINI Rosso, accanto al liquore di base, il cocktail ha un profilo aromatico ben equilibrato, ma complesso.
Abbinamenti Consigliati
Il gusto secco e deciso del Martini cocktail lo rende perfetto da abbinare a degli antipasti di pesce oppure a bocconi raffinati come le ostriche. In generale i crudi di pesce e il sushi sono sempre un’ottima idea con il Martini Dry. Ma sempre per le sue caratteristiche, questo drink può essere un abbinamento sorprendente da provare con il dolce a fine pasto, magari una squisita torta Sacher.
Not a Dirty Martini: Una Variante Innovativa
Il Not a Dirty Martini è un twist del classico Dirty Martini, cocktail a base gin, vermut e salamoia d’olive. Un paio di anni fa ho svolto un lavoro per un’azienda produttrice di vodka, la quale spingeva i bartender a personalizzare il loro prodotto con erbe, spezie, frutta e qualunque ingrediente commestibile venisse loro in mente.
Per quest’azienda ho fatto qualche masterclass in Italia e all’estero, e una delle infusioni che è piaciuta maggiormente è stata quella con le olive. Il sapore di oliva era eccezionale, la vodka non risultava unta e la sapidità era presente, ma più gradevole rispetto a quella della normale salamoia. Nei mesi successivi ho deciso quindi di sperimentare ulteriormente con le olive e ho scoperto che sono buonissime se affumicate a freddo con legno di melo. Allo stesso modo un London Dry Gin infuso con delle olive affumicate ed essiccate era veramente eccezionale.
Ricetta del Not a Dirty Martini
Ingredienti:
- 60 ml (2 oz.) Gin alle olive affumicate
- 10 ml (1/4 oz.) Vermut Dry
- 3-5 ml (1 barspoon) Sciroppo di zucchero
- Oliva affumicata o twist di limone
Strumentazione:
- Mixin’ glass
- Bar spoon
- Jigger
- Strainer
- Colino a maglie fini
- Coppetta da 110 ml
- Paletta per il ghiaccio
Preparazione:
- Dopo aver raffreddato il mixin’ glass, buttate via il ghiaccio e versate tutti gli altri ingredienti.
- Miscelateli e aggiungete a questo punto nuovo ghiaccio.
- Con la tecnica stir, raffreddate e diluite il drink.
- Raggiunto il raffreddamento e la diluizione gradita filtrate in una coppetta precedentemente raffreddata.
- Se ci sono delle piccole scaglie di ghiaccio filtrate con il colino conico.
- Se gradite un drink più freddo, ma meno diluito, tenete il gin alle olive in congelatore.
- Decorate con un’oliva affumicata o, se preferite il twist di limone, che sia leggerissimo.
Il Dirty Martini di Marianna Vitale
L'acqua di governo della mozzarella è preziosa e non si butta. Si può riutilizzare in tante ricette, perfino in un cocktail. Ce lo insegna la chef Marianna Vitale che ha creato un drink che ha chiamato Dirty Martini, a base di gin e vermut dry, da servire con stecchini di mozzarelle perline e scorza di limone.