A Carnevale, ogni fritto è lecito, soprattutto se si tratta di un dolce tradizionale. Tra le prelibatezze più amate, spicca il fritto di latte, un dessert dalle origini antiche e dal sapore inconfondibile. La ricetta del fritto di latte alla benedettina è una variante particolarmente apprezzata, che affonda le sue radici nella storia e nella tradizione culinaria italiana.
La preparazione di questa delizia è un vero e proprio viaggio nel tempo, un'esperienza che riporta alla mente i sapori e i profumi dell'infanzia. Il fritto di latte è uno dei dolci più antichi e poveri che esistano.
Ricordo quando da piccola mia nonna ce lo preparava ogni domenica, quando andavamo a trovarla, e nella cucina di diffondeva questo profumo irresistibile.
Cubotti di latte fritto: il dolcetto facile da provare subito!
Ma come si preparare questa delizia? Niente di più semplice: si prepara una crema al latte molto densa, si trasferisce in una teglia e si lascia rassodare qualche ora. Se abbiamo tempo, l’ideale sarebbe lasciarla per 12 ore in frigorifero, altrimenti 3-4 possono essere sufficienti.
Il latte fritto non è nient'altro che una crema preparata più densa del solito in modo che, una volta fredda diventa pratica da tagliare a pezzi che poi saranno passati nell’uovo e nel pan grattato.
E’ ideale come merenda per i bambini, ma con un occhio alle quantità perchè non si tratta proprio di un dolce ipocalorico. Vi consiglio di consumarlo non appena diventa tiepido, ma non freddo, perchè è più buono.
Origini e Tradizioni del Fritto di Latte
La storia del fritto di latte è avvolta nel mistero, ma si ritiene che le sue origini risalgano al '600. Sembra che la ricetta siciliana sia stata tramandata dalle suore clarisse. Ma la paternità di questa preparazione è attribuita agli spagnoli che, nel corso delle loro dominazioni sul territorio italiano, hanno influenzato la cucina locale.
Questa preparazione popolare e “povera” si è diffusa in tante regioni d’Italia, con versioni simili ma sempre diverse.
Sono molte le regioni che ne hanno sviluppato una propria versione: il latte dolce fritto ligure, i fritti di latte abruzzesi e la crema fritta diffusa in Emilia. Il latte dolce fritto è una squisitezza tipicamente ligure, uno dei prodotti gastronomici più rappresentativi di questa terra magnifica, al pari del pesto alla Genovese o della farinata.
La variante siciliana, a differenza di queste ultime e di quella spagnola, la leche frita, si caratterizza per un delicato aroma di agrumi e per l’assenza di uova nell’impasto.
La crema fritta è un piatto a metà tra il dolce e il salato, tipico di diverse regioni italiane e servito come antipasto o dessert. La preparazione è facilissima, soprattutto seguendo i consigli di Benedetta per una frittura perfetta.
L’ultima volta che l’ho assaggiata, ok forse non proprio l’ultima, è stata in occasione di una festa importante. Una domenica speciale, di quelle passate attorno ad un tavolo ad intrecciare e ascoltare nuove e vecchie storie di famiglia, con un sottofondo di piatti della tradizione, quella vera di casa.Ricordo che ad un certo punto, a fine pasto, un piatto in particolare ha fatto bella mostra di sé in eleganti pirofiline bianche: era lei, la crema fritta, servita insieme alla mia felicità.
Piccoli rombi o quadratini dalla crosta fragrante e dall’interno morbido, dal lieve retrogusto di limone, che sono capaci di risvegliare in me i più reconditi ricordi proustiani. La classica pietanza che non si fa in tempo a cuocere e a cospargere di zucchero a velo, che in breve tempo, chissà per quale motivo, sparisce nel silenzio generale tra molte bocche piene.Per farla breve, da quel momento non ho più smesso di pensare ad altro per giorni e giorni.Si tratta di piccole dolcezze che hanno accompagnato la mia infanzia, spesso nelle occasioni importanti, molto comuni in alcune zone d’Italia e che nella mia terra appartengono al gran fritto misto alla bolognese, il cui nome è già da solo sinonimo di opulenza, di generosità.
Questa preparazione, solennemente decretata dall’Accademia Italiana della Cucina e depositata con atto notarile presso la Camera di Commercio di Bologna, oltre a carni di vario tipo, comprende formaggi, verdure (zucchine, carciofi, cavolfiori, funghi, ecc.) e frutta (una menzione particolare va alle mele, da provare), tutto rigorosamente fritto.Per la ricetta, facilissima, non sono andata a scomodare chissà quale pasticciere dal nome altisonante, ho semplicemente attinto da uno dei quaderni di famiglia.
Prima di procedere è bene tenere a mente che per ottenere un buon risultato è consigliabile preparare la crema con un giorno di anticipo, in modo che sia poi più facile tagliarla per poi panarla (solo ed esclusivamente con pangrattato e albume) e friggerla.
Ricetta del Fritto di Latte alla Benedettina
Ecco una ricetta semplice e gustosa per preparare il fritto di latte alla benedettina, un dolce che conquisterà il palato di grandi e piccini:
Ingredienti:
- 1/2 litro di latte intero
- 2 uova
- 1 tuorlo
- 100 g di zucchero semolato
- 90 g di farina
- La scorza di 1 limone
- 1/4 di bacca di vaniglia
- 2 albumi
- 150 g circa di pangrattato fine
- Olio di semi di arachide per friggere
Preparazione:
- Fai scaldare il latte con la scorza di limone e la vaniglia incisa longitudinalmente in una casseruola a fiamma moderata.
- In una ciotola sbatti le uova e il tuorlo prima da soli, poi con lo zucchero fino ad ottenere un composto biancastro.
- Aggiungi la farina, versando a filo un mestolo di latte caldo prima che sia giunto al bollore, lasciando sul fuoco il restante.
- Unisci anche quest'ultimo, sempre a filo e avendo cura di eliminare scorza di limone e vaniglia, quindi mescola per amalgamare.
- Rimetti sul fuoco, a fiamma bassa, e fai cuocere fino a quando otterrai una crema densa.
- Ungi una teglia rettangolare con poco olio di semi, quindi versa la crema e livella con un cucchiaio. La crema dovrà avere uno spessore di 1,5 cm.
- Fai raffreddare a temperatura ambiente e poi in frigorifero per una notte.
- Il giorno seguente taglia la crema a cubetti o losanghe, passala prima nell'albume che avrai sbattuto in un piatto, poi nel pangrattato.
- Procedi in questo modo fino ad esaurimento dei quadratini di crema, che disporrai su di un vassoio cosparso con altro pangrattato.
- Friggili in abbondante olio di arachide ben caldo.
Un consiglio furbo? Prepariamo la crema il giorno prima e poi paniamo e friggiamo i quadratini sul momento.
Come tutti i fritti, anche questo dà il meglio di sé appena fatto o poche ore dopo. Sconsigliamo quindi di prepararlo troppo in anticipo, perché la panatura diventa umida e perde moltissimo.
Unite la farina setacciata per evitare che si formino grumi, aggiustate di sale e allungate con il latte che verserete a filo. Grattugiate la buccia di un limone (lavato e asciugato in precedenza) e unitela alla crema, aggiungendo la cannella. Lasciate raffreddare. Montate a neve fermissima gli albumi messi da parte in precedenza. Friggete i rombetti nell’olio di semi di arachidi bollente e scolateli con una schiumarola posandoli su carta assorbente da cucina.
Per preparare il magnifico latte dolce fritto bisogna iniziare sbattendo le uova e aggiungendo lo zucchero, unendo poi la farina e il latte. Dopo la cottura, si deve tagliare la crema solidificata in rombetti da passare negli albumi e nel pangrattato, prima della frittura finale. In un recipiente unite tre uova intere e incorporate i tuorli delle altre tre ma conservando gli albumi.
Per realizzare la crema fritta prepareremo insieme a Benedetta la sua crema pasticcera. A differenza della cottura solita, però, dovremo farla addensare di più. Quindi lasciarla sul fuoco per altri cinque minuti, stando attenti a non farla bruciare. Una volta pronta, rovesciamo la crema su un tagliere infarinato e la appiattiamo cercando di darle la forma di un rettangolo alto un paio di centimetri. Per avere un’idea della consistenza: deve ricordarci un po’ quella della polenta classica.
Per friggere la crema, assicuriamoci innanzitutto che l’olio sia giunto a temperatura: buttiamo dentro un solo cubetto di crema. Se dovesse impregnarsi troppo di olio perché la temperatura non è quella giusta, ne perderemmo solo un pezzetto. Per quanto riguarda la panatura della crema fritta, invece, uniamo alle uova anche due o tre cucchiai di latte. Infine, un piccolo consiglio da parte di una vicina di casa di Benedetta: se non riusciamo a eliminare i grumi che si sono formati nella crema pasticcera, possiamo toglierla dal fuoco e passarla in un passaverdure a mano.
Mescolate questi ingredienti secchi 4 e tenete da parte. Riportate il tutto in pentola, ponete sul fuoco dolce mescolando sempre con una marisa o con un cucchiaio di legno 7. Quando noterete che la crema inizia a raggrumarsi e ad addensarsi allo stesso tempo 8, basterà spegnere la fiamma e mescolare vigorosamente.
Vedrete che la crema tornerà liscia lontana dalla fonte di calore. E’ importante che questa operazione venga fatta con un cucchiaio di legno o una marisa e non con la frusta manuale poiché con la frusta rischiereste di stracciare la crema, che durante il tempo di raffreddamento diventerebbe acquosa e non perfettamente addensata. livellatela per bene 10 e fatela freddare in frigo anche per tutta la notte (non ci sarà bisogno di pellicola a contatto poiché non importa che si formi la pellicina, considerando che per questa ricetta la crema serve ben fredda e soda). Una volta che la crema sarà fredda 11 tagliatela a cubotti irregolari di circa 4 centimetri 12. Man mano che impanate i bocconcini, adagiateli su un vassoio 16.
Scaldate l’olio nel tegame e quando avrà raggiunto i 170° 17, immergete i bocconcini 18. Quando i bocconcini risulteranno dorati, scolateli 19 e lasciateli asciugare su un vassoio rivestito con carta assorbente 20.
Il latte fritto è da consumarsi al momento. Si sconsiglia di conservare.
Il latte dolce fritto è buonissimo caldo e appena fatto, ma possiamo gustarlo anche a temperatura ambiente.
Preparatevi alle fritture più attese dell’anno e siate pronti a gustare queste prelibatezze ben calde per preservarne la fragranza.
La ricondividerò nelle mie stories! Potrebbero interessarti anche... Ciao sono Sara e questo è Fiordifrolla, un luogo in cui si intrecciano e trovano una collocazione alcune delle mie più grandi passioni: cucina, scrittura, fotografia, vino e viaggi.