Lievito Scaduto: Rischi e Consigli Utili per il Riutilizzo

Il lievito di birra è un alleato fondamentale in cucina, soprattutto per la preparazione di pane, focacce e pizze fatte in casa. Si ricava dalla fermentazione della birra e si trova o sotto forma di panetto, lievito fresco, o sotto forma di polvere in bustina, lievito secco. In genere il lievito fresco ha una data di scadenza molto ravvicinata, quindi in frigo non dura più di una settimana o 10 giorni al massimo.

Per evitare di correre rischi di salute, o di preparare impasti non lievitati, è bene evitare di usare il lievito di birra scaduto. Ma cosa fare se ci si ritrova con del lievito scaduto in casa? Esistono diversi modi per riutilizzarlo, evitando così di sprecarlo.

Come Capire se il Lievito è Andato a Male

Quando il lievito di birra è andato a male, e quindi non è più utilizzabile, cambia colore. Passa infatti dal beige a un colore che assomiglia al grigio. Inoltre, sulla superficie compaiono delle piccole macchie che assomigliano a della muffa. Tuttavia potrebbe anche capitare che il lievito di birra non presenti alcun difetto estetico ne della macchie sospette.

In questo caso l'unico modo per verificare se è o no ancora usabile è quello di scioglierlo in un bicchiere di acqua tiepida (ma assolutamente non calda), insieme a un cucchiaino di zucchero. Basterà prelevarne una piccola quantità con un cucchiaino dal panetto e mischiarlo allo zucchero. Se, dopo alcuni secondi, il composto inizierà a formare delle bolle, vorrà dire che il lievito è ancora attivo e che può essere utilizzato nelle varie ricette. Al contrario, se presenta un cattivo odore andrà gettato via.

Il primo indicatore per capire se il lievito di birra fresco è scaduto è il colore. Normalmente il lievito è di una tonalità molto simile al beige: se il tuo panetto tende al grigio, molto probabilmente, non si può più utilizzare. A maggior ragione, se presenta delle macchie, delle muffe o ogni tipo di alterazione in superficie.

Potrebbe anche capitare però, che il panetto di lievito, pur essendo scaduto, non presenti nessuna alterazione. Per capirlo, ti basterà mettere dell'acqua tiepida in un bicchiere. Aspetta circa 10 minuti: se sulla superficie si sarà formata una leggera schiuma, vorrà dire che il lievito è ancora attivo, se non ci sarà niente, vorrà dire che non puoi più utilizzarlo. Ti basteranno quindi pochi minuti per capire se puoi utilizzare il lievito di birra scaduto per le tue preparazioni.

Il Colore del Lievito per Dolci: Cosa Significa?

Se hai notato che il lievito per dolci è diventato rosa o ha assunto un colore strano, potrebbe esserci una spiegazione chimica dietro. Il colore del lievito indica se è scaduto? Non sempre un cambiamento di colore indica che il lievito è scaduto, ma è un segnale da considerare.

Per capire se è ancora efficace:

  • Test per il lievito di birra: sciogli un pezzetto in acqua tiepida con un po’ di zucchero. Se fa schiuma dopo 10 minuti, è ancora attivo.
  • Test per il lievito per dolci: mescola un po’ di lievito con acqua e aceto. Se frizza e crea bollicine, funziona ancora.

Il colore del lievito dipende dalla tipologia e dalla sua freschezza. Se noti che il tuo lievito per dolci diventa rosa o cambia tonalità, controlla la data di scadenza e fai un test prima di usarlo.

Come Conservare al Meglio il Lievito di Birra

Innanzitutto, nel caso di un panetto di lievito già aperto, è preferibile conservarlo in frigo ben chiuso in un contenitore ermetico, oppure avvolto nella pericola trasparente. Questo perché il lievito tende a deteriorarsi molto velocemente, quindi è meglio che non prenda aria. Chiaramente le date di scadenza del lievito sono indicative ed è possibile consumarlo anche due o tre giorni al massimo dopo la scadenza.

Come prima soluzione c'è quella di congelarlo. Ovvero si taglia solo una piccola quantità di ciò che serve per la ricetta e il resto lo si avvolge nella carta per poi riporlo in congelatore. Con questo sistema il lievito si conserva fino a un mese, inoltre, la rimanenza in freezer non compromette né le proprietà lievitanti del lievito, né il suo sapore. Per scongelarlo basta tirarlo fuori la sera prima di usarlo e lasciarlo scongelare in frigorifero.

Un'alternativa molto utilizzata è quella del lievito di birra disidratato, il quale ha il pregio di avere dei tempi di conservazione molto più lunghi. Inoltre, anche questo può essere congelato per essere poi utilizzato quando è più comodo.

Usi Alternativi del Lievito di Birra Scaduto

Se il lievito di birra rimasto sul fondo del frigo non è più utilizzabile perché scaduto da troppo tempo, esistono degli usi alternativi per non buttarlo via.

  • Fertilizzante per piante: Il lievito di birra, anche se è scaduto, è un ottimo fertilizzante per le piante perché contiene numerose vitamine e sostanze nutritive. Per prepararlo basta sciogliere qualche cubetto di lievito fresco (sui 25 grammi; o, in alternativa, una bustina di quello secco) in circa tre litri d'acqua.
  • Maschera per il viso: Appunto perché è molto ricco di vitamine del gruppo B e di sali minerali, può essere una buona idea quella di fare una maschera per il viso col lievito scaduto. Per farla, sciogliere un panetto di lievito (o una bustina) in un po' di acqua calda, aggiungere un cucchiaino di miele e mescolare. Poi applicare il composto sul viso e lasciar agire per circa 30 minuti.
  • Impacco per capelli: Per lo stesso principio per cui si può usare il lievito come maschera per il viso, esso trova un'applicazione anche come impacco per i capelli. Si mescola un panetto (o mezza bustina di lievito secco) con dello yogurt bianco, poi si applica l'impacco sui capelli, lasciando agire circa 15 minuti. Infine si fa uno shampoo per pulire i residui di lievito.
  • Eliminare cattivi odori dallo scarico: Non si direbbe ma il lievito è ottimo per eliminare i cattivi odori provenienti dallo scarico di casa. Si tratta di un'alternativa economica e non chimica per risolvere questo problema.
  • Neutralizza i cattivi odori: spargilo nelle scarpe, sui tappeti e nei cassetti.
  • Potenzia il bucato: aggiungilo nel cestello della lavatrice per ammorbidire i tessuti e rendere i capi più freschi.
  • Scrub per la pelle: mischiato con il miele e lo yogurt, diventa un delicato esfoliante per il viso.
  • Sgrassatore per pentole: se avete padelle con residui ostinati, provate a strofinarle con lievito e acqua calda.

Lievito: Verità e False Credenze

Da elemento prezioso non solo per il pane a ingrediente da evitare. Provoca gonfiori, fa ingrassare, scatena allergie. Le accuse al lievito, negli ultimi tempi, non si contano più.

«Le mode alimentari spesso generano bufale e falsi miti», risponde Piero Pasturenzi, presidente del Gruppo Lievito da zuccheri di Assitol, che con il progetto welovelievito.it punta a combattere la disinformazione sul tema.

«In realtà, al contrario di ciò che si pensa, il lievito facilita la digestione, perché la fermentazione rompe le catene di zuccheri e proteine della farina e rilascia preziosi micronutrienti. Inoltre, ha pochissimi grassi ed è ricco di proteine, vitamine e sali minerali. E poiché è la base dei probiotici, si potrebbe addirittura considerarlo un superfood».

Vediamo allora di smascherare bugie e false credenze:

  1. I prodotti lievitati continuano a fermentare nella pancia

    «È impossibile: i lieviti sono organismi viventi che si sviluppano intorno ai 30-40 °C e muoiono quando si superano i 50. Se la pizza cuoce a più di 200 °C, i lieviti non possono più fermentare né agire in alcun modo», spiega Livia Galletti, biologa nutrizionista a Bologna. L’unico disturbo di questo tipo il lievito potrebbe darlo solo se viene ingerito vivo da persone che soffrono già di problemi intestinali».

  2. Il lievito è un prodotto chimico, quindi fa male

    Tutto è chimica, anche un mela e l’acqua (emblemi della salute a tavola) sono formati da elementi chimici. «La distinzione da fare, semmai, è tra lieviti naturali e artificiali», precisa l’esperta. «Quelli naturali, cioè il lievito di birra e la pasta madre, sono formati da microrganismi che digeriscono le molecole contenute nell’impasto e rilasciano anidride carbonica come prodotto di scarto. Questo gas tende a disperdersi e rimane intrappolato nell’impasto, creando quei “buchini” detti alveoli. I lieviti artificiali, per esempio quelle polverine istantanee che vanno aggiunte alla fine, subito prima di mettere l’impasto in forno, non sono in realtà dei lieviti». Aggiunge Pasturenzi: «Infatti non producono fermentazione ma solo gas per effetto di una reazione chimica scatenata dal calore. Quindi non portano nessun vantaggio».

  3. Il gonfiore dopo aver mangiato la pizza è sintomo di un’allergia o di un’intolleranza

    In realtà sono rari i casi documentati di allergia al lievito e comunque si manifestano soprattutto con reazioni cutanee come la classica orticaria, non con gonfiori di pancia. Mentre l’intolleranza al lievito non è proprio riconosciuta dal mondo scientifico, tanto che questo alimento non rientra nell’elenco delle sostanze che bisogna segnalare in grassetto nelle etichette perché potenziali allergeni. «La difficoltà di digestione che molte persone lamentano dopo essere state in pizzeria, in realtà, è legata alla pizza in sé, che è un cibo molto pesante e abbondante e contiene tanti ingredienti», afferma la dottoressa Galletti. È vero però che le pizze lievitate naturalmente con il lievito madre di solito sono più facili da digerire: «Questo perché i microrganismi hanno già compiuto una prima digestione delle molecole della farina durante la lievitazione».

  4. Il lievito madre è migliore di quello di birra

    L’unica differenza è che il lievito madre contiene più microrganismi di quello di birra e quindi può digerire una varietà maggiore di molecole della farina rispetto al secondo: per questo il prodotto finale risulta più leggero. «La varietà di microrganismi dà anche più sapore e profumo, specie se si usano farine integrali che contengono più fibre di quelle raffinate», aggiunge la biologa nutrizionista. «Più fibra viene digerita dai microrganismi, infatti, più molecole diverse si ottengono e più profumi ci saranno nel prodotto finito». Anche il sapore cambia, perché tra i microrganismi presenti nel lievito madre ci sono anche i batteri, che sono diversi a seconda del luogo in cui questo nasce e cresce, delle mani di chi lo tocca, dei contenitori in cui viene conservato.

  5. La lievitazione lenta è sempre da preferire

    Questo tipo di fermentazione è davvero necessaria solo se si utilizza la pasta madre, per dare tempo ai suoi tanti e diversi microrganismi di “mangiare” e digerire le fibre dell’impasto e produrre il gas che creerà gli alveoli. «Per il lievito di birra, invece, è consigliata una lievitazione medio-lenta, perché i suoi microrganismi sono tutti uguali, quindi fermenteranno tutti nello stesso momento» spiega ancora la dottoressa Galletti. «Lasciar lievitare per molte ore farà semplicemente ottenere un impasto che “implode”, dato che tutti i lieviti, finita la loro funzione, vanno a morire».

OCCHIO AL SALE!

Il sale uccide sia i microrganismi del lievito di birra sia quelli della pasta madre. Quindi va sempre aggiunto all’impasto come ultimo ingrediente, dopo che è tutto ben amalgamato. In questo modo, infatti, si disperderà e non sarà più presente in quantità tossiche per i microrganismi, che così potranno continuare indisturbati il loro prezioso lavoro di fermentazione.

Scadenze Alimentari: Cosa Sapere

Per fare la spesa di tutti i giorni in maniera corretta, è molto importante conoscere le scadenze degli alimenti. Cerchiamo, dunque, di capirne di più. Quali sono i criteri su cui ci si basa per apporre la scadenza sugli alimenti? In che modo questa viene calcolata? E soprattutto come dobbiamo regolarci se ci capita di consumare cibi già scaduti da qualche giorno?

Tutti i prodotti alimentari in commercio, con pochissime eccezioni, devono riportare per legge una data di scadenza. Si tratta di una garanzia che consente all'acquirente di controllare che il prodotto sia fresco e consumarlo in tutta tranquillità. Vi sono, però, delle distinzioni fondamentali che devono essere effettuate, sulla base della categoria a cui gli alimenti appartengono.

Tipologie di Scadenza

  • Scadenza breve: giorno, mese e anno.
  • Scadenza media (3-18 mesi): mese e anno.
  • Scadenza lunga (oltre 18 mesi): solo l'anno.

Sicuramente avrai sentito parlare della differenza, molto importante, tra le due diciture “da consumarsi preferibilmente entro” e “consumarsi entro”. La prima viene apposta sui prodotti che nel tempo non rischiano di perdere le loro caratteristiche. Il loro consumo, quindi, oltre la data riportata sulla confezione non mette a rischio la salute. La dicitura “da consumarsi entro” si trova sulle confezioni dei prodotti alimentari che oltre quella data rischiano di diventare nocivi.

Il consumo dei cibi oltre il periodo indicato è possibile solo in certe condizioni. Quando, cioè, questi alimenti sono conservati alla giusta temperatura e in ambienti non umidi. Pensa, per esempio, alla pasta o al miele, così come ai legumi secchi.

Ovviamente, alcuni prodotti freschi devono essere necessariamente consumati entro la data prestabilita. Nel tempo, infatti, potrebbero non solo perdere le loro caratteristiche e le loro proprietà nutritive, ma anche diventare potenzialmente nocivi. Questo discorso vale per il latte, per i formaggi freschi e per lo yogurt. Attenzione anche alle uova, che dovrebbero essere consumate sempre fresche o comunque entro pochi giorni.

Ora che hai letto questi consigli, non ti resta che leggere sempre l’etichetta e comportarti di conseguenza.

Conclusioni

In definitiva, il lievito scaduto non deve essere necessariamente buttato via. Conoscendo i suoi possibili utilizzi alternativi, è possibile evitare sprechi e sfruttare al meglio le sue proprietà.

Ricorda sempre di verificare lo stato del lievito prima di utilizzarlo e di conservarlo correttamente per prolungarne la durata.

Come riutilizzare il lievito di birra scaduto per le piante e per la pelle

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