Mostra Figurine Panini: Storia e Collezionismo di un Fenomeno Italiano

Chi di noi, da bambino, non ha provato l'emozione di scartare una bustina di figurine, sperando di trovare quella che mancava per completare l'album? Le figurine sono un formato ancora oggi magico, amato dai collezionisti e dai bambini. Dietro le figurine c'è una storia di idee brillanti, innovazioni tecnologiche e curiosità inaspettate.

Dal 15 settembre al 23 ottobre, Palazzo Incontro a Roma ha ospitato la mostra "Panini 1961-2011", un'esposizione dedicata alla storia cinquantennale della famosa ditta Panini attraverso la sua produzione di figurine. La manifestazione era dedicata ai cultori e collezionisti.

La mostra si articolava su vari livelli e attraverso diverse stanze, ognuna dedicata a un periodo storico della ditta, dalla creazione dell'azienda ai primi interessanti album didattici, fino al mercato internazionale, alle curiosità e agli album storici.

Dalla Pubblicità al Collezionismo: La Nascita delle Figurine

Inizialmente, le figurine nascevano con lo scopo di promuovere una varietà di prodotti come cioccolato, dadi da brodo, tabacco e tè. Oltre a essere veicoli pubblicitari, divennero anche strumenti didattici, riportando sul retro notizie di letteratura, storia, religione, costume e invenzioni. Successivamente, divennero oggetto di collezionismo puro, con la creazione di album appositi.

Nel corso degli anni '50, diverse ditte si affacciarono sul mercato, tra cui Astra (poi Lampo), V.A.V e Nannina. L'album sugli animali, edito da Lotario Vecchi nel 1950, rappresentò una svolta del mercato delle figurine in Italia.

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La Casa Editrice Nannina aveva pubblicato una raccolta di figurine dedicate ai calciatori "Raccolta gol 1960-61" in due versioni: figurine in formato normale e in formato gigante. I Panini comprarono le figurine giganti, ne fecero stampare altre con il retro differente, imbustandole 3 alla volta, aggiungendo un palloncino, con la promessa che chi sarebbe riuscito a raccogliere 100 pezzi con la sovrastampa sul retro "figurina valida", avrebbe ricevuto un pallone.

Edizioni Panini Modena: Un Marchio Iconico

Il simbolo delle Edizioni Panini Modena si ispira all'operosità delle api, rappresentando uno spaccato di un alveare. Nel 1967, il logo cambiò, trasformandosi in un paladino, un cavaliere giusto e veritiero. La Panini produsse le buste a sorpresa fino agli anni '70, sperimentando nuovi materiali come carta metallizzata, stampa su finto tessuto e plastica.

Per evitare doppioni, le figurine venivano mescolate accuratamente. Successivamente, si passò alla produzione in uguale quantità su fogli di grande formato, ritagliati in "quadrotte", mescolati e confezionati in bustine singole. Nel 1970, il Cagliari vinse il campionato d'Italia, un evento celebrato anche nelle figurine.

Con il passare degli anni, le figurine Panini tornarono a pubblicizzare prodotti vari ed essere regalate, soprattutto bustine di figurine di calciatori, nelle confezioni dei prodotti stessi.

Panini New Media e le Nuove Tecnologie

Le nuove tecnologie hanno portato la Panini a creare il gruppo Panini New Media, che coordina i prodotti multimediali e le attività di marketing digitale. La ditta ha sviluppato versioni virtuali delle collezioni di figurine e card, consentendo ai collezionisti di creare e gestire online il proprio album, scambiare figurine e giocare.

Altro campo di interesse della Panini fu il mondo dei cartoni animati, soprattutto quelli realizzati da Walt Disney, che ebbero grande successo, e quelli della nascente animazione giapponese. Nel 1972, la Panini traspose in figurine lo sceneggiato "Pinocchio" di L. Comencini.

L'Espansione Internazionale negli Anni '80

Negli anni '80, la Panini si rivolse al mercato americano, traducendo raccolte come "Folklore" e creandone altre dedicate alla storia francese e alla famiglia Reale inglese. Alcune raccolte italiane vennero tradotte per il mercato tedesco, mentre altre furono realizzate solo all'estero, come "Goldrake", a causa della mancanza dei diritti in Italia.

La Panini non è solo figurine, ma ha spaziato nel campo dell'editoria anche come produttrice di eccellenti riproduzioni per collezionisti dei Codici miniati come la Bibbia di Borso d'Este, senza trascurare l'editoria per ragazzi, con la stampa della "Pimpa" e di "Giulio Coniglio", della rivista "Il Paladino dei ragazzi" nata nel 1970, di agende scolastiche, ecc.

Il Museo della Figurina di Modena

I Fratelli Panini hanno donato alla città di Modena un intero Museo dedicato alle figurine, dove si tengono annualmente mostre su vari argomenti. Il Museo della Figurina di Modena racconta l'evoluzione di una passione e un modo diverso di raccontare la società. La collezione nasce da Giuseppe Panini con l'idea di testimoniare la storia di questo oggetto che nasce a metà dell'800 come strumento di marketing e pubblicità.

Oggi, il Comune di Modena conserva le figurine con attenzione, catalogandole e organizzandole. Le figurine sono uno specchio della società e, attraverso l'attenta osservazione, si possono scoprire dettagli significativi. Il futuro del Museo della Figurina sarà sempre più digitale, con processi di digitalizzazione che permetteranno di conoscere questo oggetto artistico in profondità.

Le Origini Storiche delle Figurine

Non è semplice individuare un momento esatto in cui far nascere la figurina. Se si intendono le figurine come immagini da collezionare, un possibile antenato si può rintracciare nel Seicento alla corte del re di Francia, Luigi XIV, che collezionava immagini di regine e intrattenimenti di corte. La figurina si democratizzò solo nell'Ottocento, con l'industrializzazione e la nascita dei grandi magazzini.

Una delle prime figurine da collezione come metodo promozionale nacque nel grande magazzino parigino Au Bon Marché nel 1867. Il proprietario regalava ai bambini una figurina diversa ogni giovedì per incentivare le famiglie a tornare al negozio. A dare una spinta alla nuova moda delle figurine ci fu anche la cromolitografia, una tecnica tipografica che permetteva di realizzare stampe multi-colori.

Le Figurine Liebig: Un Fenomeno Mondiale

Un'azienda che sfruttò in maniera intelligente le figurine e le nuove opportunità di stampa cromolitografica fu l'azienda tedesca Liebig. Le figurine Liebig furono pubblicate ininterrottamente tra il 1872 e il 1975, diventando la collezione di figurine più consistente al mondo. I temi erano vari: sport, città del mondo, giochi per bambini, costumi tradizionali, balli, imbarcazioni, invenzioni e altro.

Fino alla metà del Novecento, le figurine furono utilizzate esclusivamente per accompagnare altri prodotti e promuoverne vendita e consumo. Nel 1961, i fratelli Panini ebbero l'idea di far diventare le figurine un oggetto da collezione a sé stante, inserendo quattro figurine in una bustina di carta e iniziando a venderle. In pochissimo tempo, vendettero milioni di bustine e lanciarono il primo album di figurine con protagonisti i calciatori.

Il Museo della Figurina di Modena: Un Tesoro Culturale

Aperto nel 2006, il Museo della Figurina di Modena possiede una raccolta di oltre 500mila piccole stampe e racconta la storia della figurina anche dal punto di vista dei supporti e delle tecniche di stampa. Oggi le figurine sembrano tutt'altro che scomparse, con album riutilizzabili, figurine 3D e in realtà aumentata, figurine digitali.

Oltre le Figurine: Altre Forme di Collezionismo

Oltre alle figurine, il Museo conserva materiali affini come scatole di fiammiferi, bolli chiudilettera, carta moneta, menu e calendarietti, offrendo una panoramica completa sul mondo del collezionismo.

Tabella: Tipologie di Materiali Conservati nel Museo della Figurina di Modena

Tipologia di Materiale Descrizione
Figurine Piccole stampe a colori con immagini e testi, spesso collezionabili.
Album Libri progettati per contenere e organizzare le figurine collezionate.
Cigarette card Cartoncini inseriti nei pacchetti di sigarette, spesso con immagini a tema.
Scatole di fiammiferi Scatole di fiammiferi da collezione con disegni e grafiche particolari.
Bolli chiudilettera Piccoli adesivi usati per sigillare le buste, spesso con scopi pubblicitari o commemorativi.
Carta moneta Banconote e monete da collezione, spesso con valore storico o numismatico.
Menu Liste dei piatti offerti dai ristoranti, spesso con illustrazioni e grafiche d'epoca.
Calendarietti Piccoli calendari tascabili, spesso distribuiti come omaggi pubblicitari.

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