Sciroppo di Fico per Diabetici: Un Rimedio Naturale e Delizioso

Il genere Ficus, appartenente alla famiglia delle Moraceae, comprende circa 750 specie ed è uno dei generi con il maggior numero di piante da fiore. L'albero di fico selvatico (Ficus carica L.) è molto diffuso e sembra originario di alcune zone dell’Asia meridionale (Iran), dell’Asia occidentale (Armenia, Azerbaigian, Georgia e Turchia) e dell’Asia centrale (Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan).

La regione transcaucasica (Armenia, Azerbaigian, Georgia, Iran e Turchia) è stata suggerita come una delle zone di origine e diversità della specie. La presenza di due sottospecie, F. carica subsp. carica e F. carica subsp. rupestris, è stata segnalata sia in Iran che in Turchia. Esistono quattro tipi di cultivar di fichi: Comune, Smirne, San Pedro e Caprifig, all’interno delle quali sono comprese centinaia di cultivar.

Il frutto del fico è un tipo di infiorescenza chiamato "siconio", un ricettacolo vuoto e carnoso in cui i pistilli possono ospitare un uovo di vespa fino a quando non si schiude o semi di fico. A causa del significativo polimorfismo, i fichi presentano diverse caratteristiche morfologiche ed adattamenti ecologici. Fornire una descrizione generale di F. carica è difficile, in quanto colore, forma e dimensione delle parti della pianta variano considerevolmente tra i vari tipi di fico.

Esiste uno straordinario mutualismo tra i fichi e le vespe impollinatrici. Il fico è un albero ginodeico e funzionalmente dioico. I fichi femmina hanno fiori femminili macrostile che non ospitano larve di vespe, producendo semi ma non polline. I fichi maschi hanno fiori femminili microstile che ospitano larve di vespe e producono polline, trasportando vespe (vettori pollinici).

Secondo un passaggio del Libro della Genesi nella Bibbia, Adamo ed Eva si coprirono con foglie di fico dopo aver mangiato il frutto proibito. Nel Libro del Deuteronomio si racconta che Dio diede agli ebrei una terra ricca di fichi. Nel IV secolo a.C., secondo quanto riferito, il filosofo Teofrasto descrisse diverse forme di fico.

FICHI CARAMELLATI RICETTA CALABRESE DELLA NONNA

Le prime testimonianze sul consumo di fichi da parte dell’uomo provengono da siti del Neolitico preceramico A (ca. 10.000-8.800 a.C.) dalla Valle del Giordano all’Eufrate superiore (montagne della Turchia sudorientale). Nel deserto di basalto dell’attuale Giordania, il carbone recuperato dai camini in un sito tardo neolitico (datato all’incirca 6490-6235 a.C.) scavato a Wadi Qattafi, contiene evidenze di F. carica. Poiché l’albero del fico è igrofilo, la sua presenza in questo ambiente suggerisce l’esistenza in precedenza di un ecosistema più umido e coperto di alberi.

Ci sono prove del commercio di F. carica nei mari Levantino ed Egeo nella tarda età del bronzo. Nel I secolo d.C., il naturalista Plinio il Vecchio elencava 29 varietà di Ficus. Ficus carica è tra i taxa più citati in uno studio di iatrosophia, un tipo di manuale medico greco di origine bizantina (330 - 1453). In diverse formulazioni mediche riportate nel Chilandar Medical Codex, il frutto di F. carica è menzionato.

Nella provincia di Fars, in Iran, i fichi sono tradizionalmente usati per i loro effetti lassativi e per il trattamento delle verruche. Nella medicina tradizionale dell’Oman, l’acqua ottenuta dalla bollitura del frutto di fico è indicata per alleviare la tosse. Nella medicina popolare greca, il consumo di grandi quantità di fichi serve ad espellere i vermi intestinali.

Nel 2007, una monografia per “Anjeer fruit” (ricettacoli/frutti carnosi essiccati di F. carica) è stata pubblicata dall’Agenzia europea per i medicinali. I prodotti che contengono una preparazione di fichi equivalente a 20 grammi di fichi secchi o 100 grammi di fichi freschi possono rivendicare in etichetta l’indicazione sulla salute “Fornisce antiossidanti che aiutano a prevenire i danni cellulari causati dai radicali liberi”.

Per quanto riguarda l’uso di Ficus carica L. negli integratori alimentari, il Ministero della Salute italiano ammette l’uso in questi prodotti dei fiori, delle foglie, delle gemme, del lattice, del frutto e della radice della pianta, consentendo sui prodotti a base di foglie e lattice di rivendicare le seguenti funzioni fisiologiche: funzione digestiva; funzionalità delle mucose dell’apparato respiratorio, regolarità del transito intestinale.

Sebbene il fico abbia un uso ben consolidato nella medicina tradizionale e come ingrediente di integratori alimentari, tali utilizzi sono supportati da ancora scarse evidenze scientifiche. La composizione fitochimica del frutto di fico è complessa a causa della varietà di composti presenti nella buccia e nella polpa.

In uno studio in ratti è stata valutata l’attività ipotensiva, gli effetti sulla frequenza cardiaca e sulla forza di contrazione di un estratto idroalcolico di fico. Un altro studio su animali ha investigato gli effetti delle frazioni fenoliche del fico e dell’olio d’oliva sull’epatotossicità indotta da tetracloruro di carbonio (CCl4) in ratti maschi Wistar. In uno studio pubblicato lo scorso anno, si è osservata la capacità di un estratto di fico di ripristinare in modo significativo le attività degli enzimi epatici alanina aminotransferasi, aspartato aminotransferasi e fosfatasi alcalina.

Un altro studio ha valutato gli effetti lassativi dei fichi in un modello animale di costipazione indotta da una dieta ad alto contenuto di proteine e limitazione del movimento. L’estratto di fico ha indotto una significativa riduzione della gravità della costipazione migliorando il transito gastrointestinale, lo svuotamento gastrico e i parametri fecali.

Il ruolo di Ficus spp. nel trattamento del diabete è stato esaminato in una revisione del 2018 nella quale il significativo aumento della secrezione di insulina e la conseguente riduzione della glicemia in vari studi in vivo è stato attribuito a diversi metaboliti attivi tra cui flavonoidi, acidi fenolici, tannini e vitamina E. In ratti diabetici, nei quali sono stati studiati gli effetti del frutto di fico sulle concentrazioni di glucosio e lipidi, sono stati registrati un miglioramento sia della glicemia che della iperlipidemia/ipercolesterolemia. Effetti simili sul profilo lipidico sono stati osservati in ratti iperlipidemici trattati con un estratto idroalcolico di fico.

In un modello animale di morbo di Alzheimer, è emersa la potenzialità di una miscela di fichi e olio d’oliva di ritardare le anomalie colinergiche e di ridurre lo stress ossidativo. Si è scoperto che il consumo di fichi secchi e olio d’oliva determina una significativa diminuzione dei livelli di acetilcolinesterasi nell’ippocampo ed un miglioramento delle attività comportamentali, suggerendo un possibile ruolo di questi componenti della dieta mediterranea nel ritardare la progressione dell’Alzheimer.

I risultati di uno studio clinico condotto in doppio cieco, randomizzato e con crossover, su 10 adulti sani, hanno mostrato effetti significativi di due estratti di fico sulla glicemia postprandiale e sulle risposte insulinemiche. Un trial clinico condotto in doppio cieco, randomizzato, con il controllo del placebo, ha valutato l’efficacia di un impasto di fichi in pazienti con costipazione associata a sclerosi multipla. I pazienti, che assumevano tre compresse al giorno e registravano le attività intestinali, hanno riportato un significativo miglioramento della frequenza di defecazione, di postura ritentiva, del dolore durante l’evacuazione e della consistenza delle feci.

In un altro studio clinico, controllato e randomizzato, 150 pazienti con sindrome dell’intestino irritabile, sono stati così suddivisi: 48 soggetti hanno ricevuto 60 g/die di semi di flixweed, 46 soggetti 90 g/die di un preparato a base di fichi e 48 soggetti nessun supplemento. Al termine della sperimentazione, durata 4 settimane, nei soggetti trattati sia con il preparato a base di flixweed che con i fichi, si è ottenuto un significativo miglioramento della frequenza di defecazione e della consistenza delle feci, della distensione e del dolore addominale, nonché della qualità della vita. I fichi sono considerati un alimento sicuro sulla base degli usi tradizionali secolari.

Il trattamento del diabete, citato come uno degli impieghi tradizionali del fico d’India (Opuntia ficus-indica), ha stimolato la ricerca circa i suoi effetti sui parametri di salute associati al diabete. Alcuni studi condotti sull’animale hanno osservato una riduzione del picco di glucosio postprandiale e della glicemia a digiuno dopo l’assunzione di preparati con questa pianta. Ad esempio un piccolo studio realizzato su persone con diabete di tipo 2 ha rilevato che il consumo dei frutti riduceva in modo statisticamente significativo i livelli di glucosio nel sangue e i livelli sierici di insulina fino a un’ora dopo il consumo di una colazione ricca di carboidrati.

Un prodotto formulato con pale ed estratto di buccia del frutto di O. Altri studi hanno indagato le potenziali proprietà dei cladodi, ricchi di calcio, sulla densità minerale ossea. Altri studi hanno rilevato un aumento dei livelli ematici di sostanze antiossidanti e di vitamina C e una ricerca condotta su un piccolo gruppo ha osservato una riduzione significativa dei livelli ematici di glucosio, colesterolo totale e trigliceridi. È interessante notare, infine, che alcune ricerche indicano che il fico d’India può diventare uno strumento utile e pratico per la filtrazione dell’acqua: uno studio del 2010 ha riportato infatti che il gel di fico d’India ha filtrato il 98% dei batteri in un campione di acqua contaminata.

Sciroppo di Fichi: La Ricetta della Nonna Senza Zucchero

Questa ricetta risale ai ricordi più lontani nel tempo che io abbia, se avrete voglia di provarla ne resterete incantati, il profumo che si spande per la casa è qualcosa di inebriante. Ma al di là dei ricordi, questa ricetta veniva preparata da mia Nonna per curare la tosse. Un rimedio valido per tutti, anche per chi soffre di glicemia alta. Non si usa zucchero, il solo dolcificante è quello contenuto nei fichi. Ovviamente per chi ha il diabete va comunque consumato in quantità moderate e solo in caso di tosse e catarro, come sostituto di un normale sciroppo per la tosse che contiene grosse quantità di saccarosio.

Questo prezioso frutto (che frutto non è) ha numerosi benefici per la salute. Sono ricchi di fibre, vitamine (tra cui la vitamina C, e la vitamina K), contengono potassio e magnesio. L’insieme di queste vitamine e sali minerali contribuiscono non solo al mantenimento di ossa e muscoli sani, ma svolgono un’azione benefica anche sul sistema immunitario. Essendo considerati un alimento a basso indice glicemico (35, in una scala da 0 a 100), hanno un impatto minore sui livelli di glucosio nel sangue.

In questa ricetta lei aggiungeva l’anice stellato, le cui proprietà espettoranti aiutano a debellare tosse e raffreddore, ma anche chiodi di garofano con proprietà antinfiammatorie e capacità di alleviare i dolori muscolari in stati febbrili.

Ingredienti:

  • 5 kg di fichi maturi Bio
  • 2 litri e mezzo di acqua
  • 5 pz di anice stellato
  • 10 /12 chiodi di garofano
  • 2 limoni, il succo

Procedimento:

  1. Laviamo per bene i fichi, tamponiamoli con un canovaccio pulito o carta assorbente.
  2. Togliamo la parte del picciolo e tagliamoli in 4 spicchi.
  3. Mettiamoli in una pentola capiente col fondo doppio, in modo da poter mantenere al minimo il fornello e far sobbollire il nostro sciroppo a lungo.
  4. Aggiungiamo l’acqua.
  5. Lasciamo cuocere per circa un’ora a fiamma bassissima, girando di tanto in tanto perché non si attacchino.
  6. Trascorsi i 60 minuti, spegniamo il fornello e filtriamo il tutto in un colino a maglie strettissime, oppure in una federa pulita.
  7. Raffreddato il composto, strizziamo per bene per accelerare i tempi.
  8. Nel frattempo sterilizziamo i barattoli.
  9. Rimettiamo il liquido ottenuto nella pentola, aggiungiamo l’anice stellato, i chiodi di garofano ed il succo di limone filtrato.
  10. Facciamo bollire per 3 ore e mezza.
  11. Quando il composto diventa scuro e mieloso è pronto.
  12. Lasciamo intiepidire leggermente.
  13. Mettiamo il nostro sciroppo di fichi nei vasetti sterilizzati, chiudiamo per bene il tappo e lasciamo raffreddare completamente a testa in giù in modo da ottenere il sottovuoto.

La sua durata è lunghissima ma una volta aperto dovremo conservarlo in frigo per 3 massimo 4 giorni.

Questo prodotto è particolarmente indicato per chi soffre di stitichezza e altri disturbi digestivi. La stitichezza è un problema comune che può causare disagio e dolore. Se stai cercando un rimedio naturale per la stitichezza, il nostro Idù Sciroppo di Fichi è la soluzione che fa per te. La stitichezza è un disturbo digestivo caratterizzato da difficoltà o dolore nell'evacuazione delle feci o da una riduzione della frequenza delle defecazioni. Può essere causato da diversi fattori, tra cui un'alimentazione povera di fibre, uno stile di vita sedentario, la disidratazione e l'assunzione di alcuni farmaci.

Tabella Nutrizionale dei Fichi (per 100g)

Nutriente Quantità
Calorie 74 kcal
Carboidrati 19.18 g
Zuccheri 16.26 g
Fibre 2.9 g
Grassi 0.3 g
Proteine 0.75 g
Potassio 232 mg
Calcio 35 mg

I cladodi della pianta contengono una consistente quantità di acqua, ma rappresentano anche una preziosa fonte di oligoelementi (potassio, magnesio, calcio, ferro, silice), sostanze nutritive (soprattutto fibra grezza, carboidrati) e vitamine, in particolare vitamina C e precursori della vitamina A (beta-carotene, luteina ed alfa-criptoxantina). Nel succo delle foglie non mancano tiamina, riboflavina, niacina, vitamina B6 e folati. Se i semi sono ricchi di lipidi e proteine, i frutti sovrabbonadano di zuccheri semplici come glucosio e fruttosio.

Sono molteplici gli usi del fico d'India: molte usanze affondano le radici nell'antico popolo azteco: già all'epoca, gli Aztechi utilizzavano le foglie del fico d'India per allevare un insetto, il Dactylopius coccus Costa, che serviva per ottenere il rosso di cocciniglia. Un tempo, il succo ricavato dalle foglie era utilizzato come lubrificante per agevolare gli spostamenti di grandi massi di pietra; inoltre, associato a miele e rosso d'uovo, sembrava essere utile contro le scottature.

L'opuntia vanta proprietà ipocolesterolemizzanti grazie alla componente fibrosa delle foglie; le mucillagini, oltre a conferire all'omonima pianta proprietà gastroprotettrici, le donano anche proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti. L'uso alimentare dell'opuntia si riferisce ai frutti, ricchi di zuccheri, calcio, fosforo e vitamina C; possono essere utilizzati freschi oppure destinati alla fabbricazione di liquori, gelatine, marmellate, dolcificanti e succhi.

Per le persone sane, il fico d'india può essere consumato nella stessa porzione di quialsiasi altro frutto dolce. I cladodi (o pale, impropriamente chiamate foglie) costituiscono il fusto e si raggruppano formando ramificazioni. Dopo quattro anni di sviluppo, i cladodi subiscono una lignificazione, costituendo un vero tronco.

Anche il frutto carnoso è coperto da areole; alcune varietà di fico d'India possono non avere spine: il colore della bacca carnosa può presentare una colorazione giallo-arancione, rossa o bianca. Il fico d'India è una pianta nativa del Messico: l'importanza di questa pianta per i messicani è tale da incarnare il simbolo del Paese, tanto che appare persino nella bandiera della Repubblica Messicana.

Il fico d'India è una pianta nativa del Messico: l'importanza di questa pianta per i messicani è tale da incarnare il simbolo del Paese, tanto che appare persino nella bandiera della Repubblica Messicana.

tags: #sciroppo #di #fico #per #diabetici